Arezzo, tutto a posto e niente in ordine

22.02.2018 06:00 di Claudia Marrone Twitter:    vedi letture
Arezzo, tutto a posto e niente in ordine
TMW/TuttoC.com
© foto di Jacopo Duranti/TuttoLegaPro.com

Correva il freddo mese di dicembre quando patron Mauro Ferretti vende l'Arezzo alla Neos Solution... o meglio, prova a vendere, perchè prima la Neos compra, poi annulla (?) il contratto, sancisce l'arrivo di Marco Matteoni, riappare la Neos che rimane con una minoranza di quote, vengono fatte conferenze che a tratti assumono solo toni di volgarità con parolacce a ripetizioni, vengono date garanzie sul solido futuro del club, Matteoni non paga gli stipendi nonostante quante detto, si ritorna a conferenze vagamente scurrili, ricompare la Neos che si dichiara proprietaria del 99% del pacchetto azionario amaranto e pronta a vendere. Storia di ieri, questo ultimo passaggio, mentre il resto è la cronistoria - in parole spicciole - dell'ultimo periodo vissuto in casa Arezzo. 
A chi vende? Ci sono le garanzie per poter intanto pagare gli emolumenti di novembre e dicembre entro il 23 ed evitare così il comprensibile sciopero dei calciatori che sarebbe veramente un ulteriore passo verso il baratro? Questo non è dato saperlo. Ma anzi, Fabio Gatto, rappresentante della Neos che ieri si è presentato alla conferenza stampa, ai calciatori dà quasi la colpa di essersi tutelati, alla domanda se domenica la squadra scenderà in campo la risposta è "Non dipende da me, assolutamente". Non solo, quando gli viene fatto notare che al socio di minoranza (Orgoglio Amaranto) non è stata comunicata la trattativa detta, la replica è "Il socio di minoranza può fare quello che vuole, salvasse l'Arezzo, quello che sto tentando di fare io".
E di fronte a tale persistente arroganza, piovono critiche sempre più feroci addosso a Gatto, che cosa fa? Si alza e se ne va. Magari, se avesse davvero avuto i contenuti che chi lo stava ascoltando richiedeva, sarebbe rimasto a far valere le proprie ragioni.

"Dica tre parole sole o si cavi dai coglioni", questo è quello che viene detto a Gatto da uno dei presenti alla stampa, perchè, oltre le parole c'è da tenere conto che, se i giocatori non riscuotono da novembre, e la cosa non è comunque giusta, perchè in Serie C i miliardari non esistono, ci sono altri dipendenti che non riscuotono da luglio, e che con il calcio ci mangiano. Ci mandano avanti famiglie. Mica cose da niente.
Esattamente come capita a tanti lavoratori che gravitano in altri mondi. Perchè, che piaccia o no, anche il calcio è adesso un lavoro. E l'esasperazione che si è respirata ieri ad Arezzo è stata quanto di più devastante si potesse vedere: si è toccata la disperazione, e non è giusto, non si possono umiliare le persone che onestamente svolgono il loro compito.



"C'è un livello di dignità che non si può oltrepassare", altra frase che i presenti proferiscono. Ma su questo possono star tranquilli. Loro - tifosi, staff vari, calciatori, addetti stampa, magazzinieri e altre figure che vanno a comporre il "dietro le quinte" amaranto - la dignità la hanno sempre abbondantemente conservata, mostrandosi sempre misurati, facendo buon visto a cattivo gioco, dandosi sempre al 101% nonostante tutto, solo per il bene della società, per la sua sopravvivenza. Perchè chi ci tiene all'Arezzo c'è. Probabilmente sono altre figure - chi è andato, chi è arrivato e chi ancora galleggia - che quel limite lo hanno superato: ma il problema è solo loro, e della loro coscienza. Ammesso ne abbiano una.
Ma che adesso, il calcio moderno, rifletta davvero. 

Conferenza stampa di Fabio Gatto #ForzArezzo #SoloAmaranto #AvantiArezzo

Pubblicato da U.S. Arezzo su Mercoledì 21 febbraio 2018