Top & Flop di Teramo-AlbinoLeffe

18.03.2018 20:15 di Francesco Moscatelli   vedi letture
Tulli, TOP Teramo
TMW/TuttoC.com
Tulli, TOP Teramo
© foto di Jacopo Duranti/TuttoLegaPro.com

Ci hanno pure provato, a togliere quello 0-0 dal tabellino che sa tanto di vorrei ma non posso. Ci hanno provato con una gara approcciata con buona lena: pressing alto e attenzione ad approfittare degli errori altrui. A volte ci hanno provato con conclusioni da fuori. Nulla da fare: Teramo e AlbinoLeffe confermano le proprie balbuzie offensive, producendo prove volenterose ma non molto di più. A mangiarsi le mani sono soprattutto gli abruzzesi, per due motivi: sia perché nella road map di Palladini non c'erano certo due pareggi a porte inviolate nel doppio confronto casalingo tra oggi e domenica scorsa, sia perché anche la sfortuna nega la gioia a Ventola per una traversa che tremare Teramo fece. E forse tuttora. Nulla di ciò che si era detto e scritto dopo la sconfitta interna contro il Ravenna è da rimangiarsi in casa AlbinoLeffe. Le difficoltà ci sono e non vanno sottovalutate, qualcosa del progetto a quattro mani Giacchetta-Alvini non è andato secondo il dettame. L'atteggiamento di chi ha preso coscienza che il problema non sono i play-off, ma i play-out: è questo carattere ciò che è da salvare nel pomeriggio bluceleste. Non è tutto, è qualcosa, senz'altro non basta. Ma è necessariamente il primo mattone per ricostruire un po' di serenità in un ambiente che merita molto di più di un punticino. Dopotutto, siamo ancora in tempo.

Ecco i migliori e i peggiori, a nostro avviso, del match del "Bonolis":

 

TOP:

Tulli (Teramo): schierato un po' a sorpresa dal primo minuto, l'ala sinistra non delude. Anzi, è primo firmatario delle azioni più pericolose del primo tempo, con due conclusioni interessanti prima nelle battute iniziali e poi intorno alla mezz'ora. Anzi, è stata forse la prima frazione (e dunque l'assetto a due punte e non a tre) a parlare di un Teramo a tratti pericoloso. A dimostrazione di come inserire un attaccante aggiuntivo, pure in una formazione abituata a sostenere il tridente, non sempre produce aggressività nelle aree avversarie. Anzi, dopo la traversa di Ventola e il relativo errore di Gondo, paradossalmente la spinta offensiva teramana ha perso di intensità. Un elemento -l'ex-Ancona e Pisa- che dovrà e potrà essere utile per questo Teramo che non sa più gonfiare una rete. DUE E' (QUASI) MEGLIO CHE TRE  

L'atteggiamento della ripresa (AlbinoLeffe): innanzitutto, una premessa. I veri TOP di giornata sono quei DUE esponenti della Nuova Guardia Bluceleste che hanno macinato 1062 chilometri per vedere una partita che aveva tutta l'aria di un pareggio ad occhiali. Fortunatamente, in questo calcio ci sono ancora loro a garantire un livello minimo di dignità a questo sport che, a volte, sembra rifuggire la passione. Venendo alle buone cose di pessimo gusto, la "Celeste" è una paziente ancora convalescente cui bisogno apprezzare anche i piccoli progressi. Alla luce della gara contro il Ravenna, c'era il timore di qualche disattenzione, di un passaggio a vuoto, dell'episodio sfavorevole. Invece, tutto sommato, quell'episodio si è stampato sulla traversa e non ha dato seguito ad altri, amari sviluppi. Complice una "Celeste" attenta e compatta, capace di rimanere corta pur non potendo ulteriormente sostenere quel pressing alto delle prime battute. E' il dato nuovo rispetto a sette giorni fa, è un dato da valorizzare prima di una nuova, fondamentale gara già alle porte. Contro la Fermana servirà anche quell'elemento maledetto che altrove chiamano "gooool". PIUTTOSTO CHE NIENTE, MEGLIO PIUTTOSTO 

 

FLOP:

Gondo (Teramo): "flop" piuttosto preventivabile. L'ex-Ternana si muove bene, ma l'attaccante costituisce sempre un ruolo particolare: ha la licenza di estraniarsi per lunghi tratti di gara, salvo offrire la zampata vincente per un tabellino che cambia. Pertanto, nessuno avrebbe detto niente se per 52' minuti l'ivoriano non avesse fatto nulla ma avesse spedito con decisione quel pallone vagante dopo la traversa di Ventola. Anzi, ne avremmo celebrato le gesta quale hombre del partido. Perché l'attaccante è così, non ha mezze misure. Ed è per questo che, di fronte alla porta, non bisogna mai cincischiare ma si deve calciare il pallone forte. Più forte che puoi. LA PARTITA E' UN INSIEME DI ATTIMI

L'ultimo passaggio (AlbinoLeffe): la "Celeste" ha in mano sovente il pallino del gioco, non fa fatica a proporsi pur in presenza di un avversario dal modulo speculare. Se guardiamo il numero dei tiri in porta, qualcosa però non torna e certamente non da oggi. Manca probabilmente la comunicazione tra centrocampo e attacco, oggi in realtà in assetto un po' sperimentale. Così come, sin dalla Fermana mercoledì sera, è necessario recuperare il potenziale di quelle corsie esterne che, in altri momenti, hanno regalato gioie e occasioni per gli avanti seriani. Anche qui, oggi è stato pomeriggio di esperimenti: qualcosa bene, qualcosa meno. Come previsto. UN PERCORSO A TAPPE