A PISA SI UCCIDE UN DERBY NEL SILENZIO. MA GLI ULTRAS NON CI STANNO E SONO UNITI NELLA LOTTA. DA SAN BENEDETTO A VICENZA SI ALZA UN CORO: VERITÀ E GIUSTIZIA PER LUCA

Zingaro per vocazione e abitudine, col cuore ancorato a Bologna e al Bologna. Si districa nel calcio "minore" sempre in direzione ostinata e contraria
17.11.2017 00:00 di Tommaso Maschio   vedi letture
A PISA SI UCCIDE UN DERBY NEL SILENZIO. MA GLI ULTRAS NON CI STANNO E SONO UNITI NELLA LOTTA. DA SAN BENEDETTO A VICENZA SI ALZA UN CORO: VERITÀ E GIUSTIZIA PER LUCA
TMW/TuttoC.com

Come uccidere un derby. Quanto sta andando in scena in questi giorni è una manuale perfetto che potrebbe avere questo come titolo. Per una delle sfide più sentite del nostro, sempre più malandato e scalcinato, calcio infatti si prevede un tutto esaurito in senso inverso: ovvero curve completamente vuote e spalti semi vuoti nonostante sia a Pisa sia a Livorno questa gara sia attesa da nove anni e abbia sempre rappresentato una delle partite più sentite non solo dagli ultras, ma anche dal resto dei tifosi e della cittadinanza. Il motivo che per una volta – escludendo ovviamente una circostanza straordinaria come l'alluvione che alcuni mesi fa ha colpito la città labronica – ha messo d'accordo due tifoserie che si “odiano” sportivamente è la mancata deroga alla capienza dell'Arena Garibaldi di Pisa, teatro della sfida, attualmente fissata in 8600 posti. Ai livornesi sarebbero così toccati appena 400 biglietti, un numero davvero esiguo per l'importanza, anche sportiva vista la classifica delle due squadre, della gara e che ha scatenato le ire delle due tifoserie che a colpi di comunicati hanno annunciato che lor non presenzieranno a questa farsa.

“Avendo appreso della decisione di uccidere per la seconda volta consecutiva uno dei derby più attesi del panorama calcistico intendiamo chiarire che come curva rifiutiamo aprioristicamente la corsa ai biglietti, visto il numero assurdo e provocatorio concesso quindi, considerato che i foggiani e gli spallini a esempio erano più del doppio, risponderemo rifiutando di venderli e acquistarli restituendo al mittente”, hanno scritto gli ultras amaranto un paio di giorni fa. “Come gruppi della Curva Nord “Maurizio Alberti” comunichiamo la decisione, sofferta ma ovvia, di non entrare allo stadio in occasione del derby farsa di domenica 26 novembre. Naturalmente se nei prossimi giorni saranno confermate le decisioni di non ampliare la capienza della Curva Nord e del settore ospiti, e continuerà ad essere ignorata la voce di coloro che del derby dovrebbero essere reali protagonisti oltre che spettatori: i tifosi. Invitiamo fortemente tutta la restante parte della tifoseria e del pubblico a seguire la nostra scelta, ma chi deciderà di accedere all’impianto sarà in ogni caso libero di farlo senza impedimenti o biasimo. Soltanto, crediamo che tra la passione viscerale per una squadra e una città, con tutto ciò che vi ruota attorno, e il farsi andar bene tutto pur di guardarsi una partita di calcio, ci sia un limite. E il limite è stato abbondantemente superato”, hanno risposto i nerazzurri in solidarietà coi tanto detestati rivali. Quella che poteva essere un'occasione per dimostrare che la Serie C non ha nulla da invidiare, a livello di tifo e calore, alle serie superiori si è così trasformata nell'ennesimo fallimento di un sistema che cerca di mettere toppe alle falle più che di trovare soluzioni radicali e durature. Del resto con una legge sugli stadi che langue da anni in Parlamento, nonostante sia una delle priorità – a parole - di quasi tutti i politici-politici e politici-sportivi.

Se a Pisa si uccide metaforicamente un derby, a Vicenza qualcosa di molto più grave è successo fra il silenzio dei media e solo ora, faticosamente come sempre in questi casi, la vicenda sta venendo alla luce grazie al tam tam dei sempre vituperati ultras. Luca Fanesi, 44enne ultras dei rossoblù e padre di due figli, è infatti in coma presso l'ospedale della città veneta dal 5 novembre dopo gli scontri fra le due tifoserie. La Digos parla di un incidente (“Nel tornare verso i pulmini c’è stato un urto contro un cancello”), uno scivolone che ha portato a un forte trauma con il conseguente ricovero in ospedale in condizioni critiche. Una versione che però cozza con diverse altre testimonianze che parlano di colluttazione fra lo stesso Fanesi e la polizia. Una situazione purtroppo già vista in tanti casi (da Stefano Cucchi a Filippo Aldrovandi, da Paolo Scaroni ad Aldo Bianzino) e su cui è necessario tenere i riflettori accesi e fare completamente chiarezza per il bene di tutte le parti in causa. Non bisogna avere paura di chiedere Giustizia, con la G maiuscola, per Luca, con l'augurio che presto possa tornare ad abbracciare i suoi cari, che si trovano a Vicenza sostenuti in tutto e per tutto dagli ultras di casa, e nella sua curva.