Bufale, smentite, riforme: quel Maglione un po' sgualcito e il dovere del campionato-cuscinetto

27.04.2017 08:30 di Vittorio Galigani   vedi letture
V. GALIGANI
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Le dichiarazioni di Francesco Maglione, vice presidente esecutivo del Melfi nonché componente del direttivo della Lega Pro, rilasciate al termine della recente partita Melfi-Taranto, avevano inizialmente scosso l’ambiente calcistico. Maglione, proprio in funzione del suo ruolo istituzionale, aveva rivelato di essere a conoscenza di una serie di gravi irregolarità amministrative e non solo, in capo a diversi club della terza serie professionistica.

Secondo Maglione le classifiche sarebbero state stravolte obbligando addirittura al rinvio degli spareggi salvezza. La notizia era troppo ghiotta, giornalisticamente, al pari di una “bomba” deflagrante. Era stata immediatamente ripresa da tutte le testate e riportata su tutti i social.

Ci ha dovuto pensare il presidente Gravina a sgonfiare il caso. Informato dei fatti è stato costretto ad emettere, nell’immediato, una nota stampa ufficiale. Una smentita perentoria. Si è quindi appurato che si trattava di una “bufala” madornale. Incomprensibile il motivo che ha mosso Maglione a quelle esternazioni assurde e non autorizzate. In considerazione anche del fatto che la sua squadra era comunque uscita vittoriosa dal confronto con i pugliesi. La Lega Pro, nella persona del suo massimo esponente, si è trovata quindi a dover smentire se stessa. Proprio in funzione del ruolo rivestito, all’interno del suo direttivo, dal vice presidente (esecutivo) del club gialloverde.

Non sappiamo, né ci interessa, se Gravina intenderà prendere provvedimenti, ma in casi come questo, una inibizione non sarebbe affatto disdicevole. Come si usa con i calciatori irriverenti. Giusto il tempo, ritenuto necessario, per una attenta e doverosa meditazione.

L’avvicinarsi del fine della stagione sportiva ripropone i temi di sempre. Non risulta che tutte le Società, che stanno salendo dalla serie D, siano in possesso di tutti i titoli (economici e strutturali) per poter affrontare, nella maniera più opportuna, il campionato di Lega Pro. Secondo alcune norme, di prossima attuazione, non lo sarebbero nemmeno alcuni club già in organico. 

Proprio alla luce di quanto sopra appare indispensabile creare, nel minor tempo possibile, quella categoria “cuscinetto”, tra serie D e Lega Pro, auspicata da Carlo Tavecchio nelle pieghe del suo programma elettorale. Un progetto condiviso anche dal nuovo presidente della lega Nazionale Dilettanti Cosimo Sibilia. L’istituzione di un campionato, che è stato definito di “elìte”, che consenta di acquisire esperienza e attitudine verso le norme, più stringenti, che vigono nelle categorie professionistiche.

Il salto di categoria produce, nella maggior parte dei casi, uno squilibrio economico notevole, un affanno che il più delle volte conduce a buchi irreparabili nel bilancio.  La (ri)costituzione di un torneo intermedio, gestito dalla Lega Nazionale Dilettanti,  per il quale siano concessi sgravi fiscali e contributivi, uniti al rispetto virtuoso delle norme, aiuterebbe la crescita ed il consolidamento di tanti club. Il conseguente passaggio al professionismo più puro sarebbe certamente meno traumatico.

Allo stato attuale alcune Società, che rappresentano piazze con bacini di utenza ridotti, risultano sovradimensionate per la Lega Pro e comunque verrebbero svalutate se dovessero essere relegate a giocare in serie D. L’inserimento in  quella categoria intermedia, definita, nei progetti, di “elite”, conferirebbe maggiore equilibrio e sostanza alla loro attività agonistica e di gestione.

L’applicazione di nuove norme. Un Rating condiviso da tutte le componenti indicherebbe il percorso migliore per giungere, gradualmente, al nuovo format della Lega Pro suddiviso in due gironi di 18/20 squadre. Verrebbe in tal modo  eliminato anche il malcontento attuale dell’Associazione Calciatori che temono per la riduzione degli organici. Ove venisse attuato per esclusione forzosa piuttosto che in conseguenza di una riforma costruttiva. La riforma, in questi termini, non produrrebbe alcuna compressione dei posti di lavoro. Tutt’altro.

Una riforma che nasce dal vertice. La serie A è stata recentemente commissariata. Carlo Tavecchio ne ha dovuto assumere le redini. Lo ha lui stesso definito un atto punitivo. Sarà coadiuvato da due sub commissari: Michele Uva e Paolo Nicoletti. Entrambi suggeriti e con l’alto gradimento del Ministro dello Sport Luca Lotti. La stesura del nuovo Statuto rimane uno dei punti cardine sul quale si concentrerà l’impegno del Presidente federale. Statuto che, in ogni caso, dovrà essere approvato dall’assemblea. Come a confermare che la legalità non fa miracoli senza l’aiuto dei club in organico. Soprattutto sulle tematiche dei diritti televisivi. Temi scottanti sui quali corre l’obbligo di trovare l’accordo. Nell’interesse del pianeta calcio. Occorre mettere un punto e ripartire, al meglio, quanto prima. Viene da chiedersi se sarà mai possibile