Deferimenti e carne al fuoco. Aspetti positivi di una riforma che si deve fare. Gravina sfoglia la margherita. Rispetto dei regolamenti, ma si tifa per la Vibonese

29.09.2017 08:30 di Vittorio Galigani   vedi letture
Vittorio Galigani
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Deferimenti a go-go in Serie C. La stagione delle penalizzazioni è già in fase di decollo. Era nelle previsioni. Magari non così celermente. Male, in considerazione che la stagione agonistica è appena iniziata. Sei club sono già sulla graticola. Giustificabile soltanto il Catanzaro. Le vicissitudini che hanno coinvolto la vecchia proprietà hanno prodotto alcuni inevitabili intoppi dal punto di vista burocratico ed amministrativo. Retribuzioni e contributi assolti in ritardo. Regolarizzati con l’avvento del presidente Noto. Il futuro dei giallorossi calabresi, a livello presidenziale, sembra essersi tinto di rosa.

Chi vede i “sorci” verdi è il Modena. Le inadempienze sono talmente tante ed elevate, per il club di Antonio Caliendo, che la pioggia delle sanzioni potrebbe risultare determinante per il prosieguo della stagione. Pende sui canarini anche un problema di strutture. Giocare in campi alternativi non si può ed il Braglia sembrerebbe interdetto alla squadra di Eziolino Capuano. Il rischio di una possibile sconfitta a tavolino esiste più concretamente di quanto si possa immaginare.

In ogni caso il deferimento di sei club ha vieppiù alzato l’asticella della preoccupazione per quanto attiene al futuro della terza serie. Più appropriato forse dire il futuro del calcio italiano. Urge accelerare le procedure attinenti la riforma dei campionati. Ne è convinto Carlo Tavecchio, condividono Cosimo Sibilia e Gabriele Gravina.

L’onda che conduce alla decisione del rinnovamento ha radici lontane. Vi era stato un primo confronto quando ancora Andrea Abodi dirigeva la serie B. Il presidente federale Tavecchio coltivava quell’idea ritenuta indispensabile. Le difficoltà che sono emerse nel recente passato ed aggravate dai fatti emersi nel presente, hanno suggerito di affrontare l’argomento con decisione immediata.

Tavecchio, Sibilia e Gravina si starebbero già confrontando sui tempi e sui metodi di attuazione. Ognuno con idee mirate. Nell’arco di due stagioni si potrebbe andare a “dama”. Difficile pensare alla riduzione della Serie A. Nei progetti una possibile “New League” di Serie B che oltre ad acquisire maggior peso politico acquisterebbe un valore inestimabile di mercato. Di immagine. Come sul piano delle finanze e dei ricavi in generale. Un girone di B1 a 20 squadre e due di B2 (sempre a venti). Meccanismi di promozioni e retrocessioni articolati e con nuovi concetti. Da non sottovalutare l’importanza economica attribuita ai “paracadute”.

Una B2 concepita con metodi all’avanguardia. Scacciando i “peccatori” dal tempio.

Completato con la modifica/miglioramento dei campionati dilettantistici rappresenterebbe un rinnovamento epocale. Un argomento che vede particolarmente motivato Cosimo Sibilia. I club che salgono dalla Serie D hanno un impatto “forte” con l’ambiente professionistico. Spesso non superano la prova/esame. Il gravame che, nel salto di categoria, deriva dall’applicazione della contribuzione (fiscale, infortunistica, pensionistica) rappresenta un problema economico spesso insormontabile. La maggior parte dei club di terza serie (non solo) risulta essere fortemente indebitata con l’Ufficio delle Entrate. Rateizzazioni interminabili che spesso conducono alla radiazione.

Sibilia, a tal uopo, promuove un progetto di defiscalizzazione per una nuova categoria cuscinetto tra Serie D e professionismo. Tre gironi? Si potrebbe. Comunque composta da tanti quanti dimostreranno di possedere titoli e requisiti idonei. Negli intenti denominata “Elìte”. Un progetto di formazione con indici di promozione ben definiti gestito dalla Lega Nazionale Dilettanti. Con metodi innovativi. Legati sì alla posizione di classifica, ma anche all’idoneità degli impianti, alla struttura, all’onorabilità ed a tanto altro ancora.

La selezione, con il rispetto delle norme, sarà naturale. Potrebbe significare la svolta decisiva per allontanare dal sistema gli intrusi e gli indesiderati. I dirigenti mordi e fuggi. Dispiace per alcune piazze, dalla tradizione storica notevole, ma alle volte meglio un salutare periodo sabbatico piuttosto che le brutte esperienze che si stanno vivendo a Como, a Mantova, in Ancona, a Macerata. Percorsi negativi nei quali anche la Taranto del calcio sembra avviata.

Ci sarà certamente da “lavorare” sui calciatori. Aumenteranno i loro posti di lavoro. Potrebbe nascere, nel campionato di “elìte”, un problema pensionistico e di assistenza sanitaria. In quel caso l’intervento politico istituzionale potrà risultare determinante. Sarebbe allo studio anche una nuova normativa contrattuale. La defiscalizzazione porterebbe ad eliminare, finalmente, una pessima consuetudine che tra i dilettanti imperversa. La corresponsione di corrispettivi non registrati. Situazioni che tutti conoscono, ma che in tanti fingono di non sapere.

Tavecchio coordina, Sibilia e Gravina si stanno confrontando. Si auspica la pronta soluzione dei problemi che travagliano Serie A e B. Il raggiungimento degli equilibri in quelle categorie permetterebbe di quantificare gli interventi economici, a pioggia, per le serie inferiori. Faciliterebbe la velocizzazione di quel percorso di riforme che è divenuto indispensabile.

Si fanno sempre più insistenti le voci secondo le quali Gabriele Gravina sarebbe intenzionato a passare la mano. Starebbe valutando anche lui se concedersi una pausa, dedicando le sue attenzioni all’impresa di famiglia, o prendere in considerazione incarichi manageriali a livello superiore. Nello sfogliare la margherita, per quanto riguarda il futuro immediato avrebbe in animo di convocare ad autunno inoltrato l’assemblea elettiva della Serie C. La campagna elettorale dei suoi ipotetici successori sarebbe già iniziata.

Il prossimo tre ottobre si discuterà al Tar del Lazio il ricorso presentato dalla Vibonese per la riammissione tra i professionisti. Ci si augura tutti che prevalga il buon senso. E’ veramente auspicabile. L’accantonamento del virtuoso club calabro non gratificherebbe né la Federcalcio né la Lega di Serie C. Con un contrasto più che probabile che potrebbe sorgere con gli stessi vertici della Corte Federale. Il più importante e qualificato organo giudicante della stessa Figc. Lo stesso che ha riconosciuto la validità degli argomenti trattati dall’avvocato Cesare Di Cintio a difesa della Vibonese. La cui impostazione, va ammesso, non è mai stata avversa ai principi che ispirano le istituzioni del calcio.