E PUR SI MUOVE. LA LEGA PRO POTREBBE ESSERE PROTAGONISTA DI UN PASSO EPOCALE PER IL CALCIO FEMMINILE: L'APPRODO AL (SEMI)PROFESSIONISMO

20.04.2018 00:00 di Tommaso Maschio   vedi letture
E PUR SI MUOVE. LA LEGA PRO POTREBBE ESSERE PROTAGONISTA DI UN PASSO EPOCALE PER IL CALCIO FEMMINILE: L'APPRODO AL (SEMI)PROFESSIONISMO
TMW/TuttoC.com

Sono consapevole che questo mio editoriale interesserà pochi di voi affezionati lettori di TuttoC.com, che magari mi costerà l'arrivo di qualche mail di insulti o accuse di femminismo (è già capitato per diversi articoli su Tuttomercatoweb.com che trattavano l'argomento calcio femminile) e che probabilmente riuscirò a tenermi stretta la palma di “editoriale meno letto della stagione” nell'eterna sfida coi colleghi e amici Luca Bargellini e Ivan Cardia, ma va bene così, come canta Vasco Rossi. Nei prossimi mesi il calcio femminile italiano potrebbe vivere un grande mutamento e aprirsi al professionismo, quantomeno de facto, grazie al traino di una Nazionale che è ormai a un passo dalla conquista di un posto nei prossimi Mondiali (dove manchiamo dal 1999) e sta attirando verso di sé un numero sempre maggiore di spettatori, basti vedere i 7500 presenti a Ferrara per il big match contro il Belgio.

Voi vi chiederete, giustamente, e la Lega Pro cosa c'entra in tutto questo? C'entra eccome perché nei giorni scorsi c'è stato un workshop, nell'ambito del programma per lo sviluppo del calcio femminile, organizzato dalla Lega assieme alla Juventus Women (presenti il tecnico Rita Guarino e la centrocampista Martina Rosucci) e tenutosi a Vinovo in cui c'è stato uno scambio di informazioni tecnico-organizzative per accrescere l'attenzione nei confronti dell'altra metà del calcio. Un primo passo di collaborazione verso qualcosa di ben più importante che potrebbe portare il campionato di Serie B e quello di Serie C femminili sotto l'ala della Lega Pro nella prossima stagione, togliendone così il controllo alla Lega Nazionale Dilettanti, con la Serie A invece che dovrebbe finire sotto il controllo della Lega Calcio pronta a dare il via a un nuovo dipartimento che permetta in un futuro prossimo l'accesso al professionismo anche delle atlete donne andando così a recuperare un gap con il resto d'Europa, specialmente le nazioni del nord, che si è allargato negli ultimi 20 anni.

“Vogliamo dare il massimo impulso allo sviluppo del movimento. Il calcio femminile è una disciplina olimpica e dunque è seguito con forte attenzione dal CONI, il campionato sta crescendo anche in termini di visibilità mediatica e, senza nulla togliere alla Lega Dilettanti, affidarlo ad una maggiore professionalità è un dovere da parte nostra". Le parole del Commissario Straordinario della Figc Roberto Fabbricini sembrano essere chiare a questo proposito e la Lega Pro potrebbe svolgere il delicato ruolo di fare da corpo intermedio in una fase molto delicata come il passaggio dal dilettantismo al professionismo, visto che una delle grandi battaglie del presidente Gabriele Gravina è quella relativa al semiprofessionismo da applicare anche in ambito maschile per evitare che vi sia troppo scollamento fra C e D e che i costi per le squadre della terza serie professionistica possano essere contenuti e resi più sostenibili.

Del resto sono diverse le società di Serie C che si stanno dotando di una squadra femminile tramite affiliazioni di società già esistenti o creazioni ex novo: in estate il Pordenone ha stretto un accordo con la Graphistudio Pordenone che milita in Serie B, nella stessa serie del Vicenza femminile affiliato anch'esso alla società maschile. A settembre il Pisa ha presentato il proprio progetto appoggiandosi al Pisa Calcio Femminile, società fondata nel 1986 che ha anche partecipato alla massima serie, mentre la Sambenedettese, per volontà dell'ad Andrea Fedeli, ha investito nella Sportlandia come partner per aprirsi al mondo femminile. Ultima in ordine di tempo (sperando di non essermi dimenticato qualcuno per strada, nel caso me ne scuso) la Reggiana che ha dato vita nelle scorse settimana a una joint venture con il Pievecella, mentre l'Alessandria pensa a qualcosa di similare con la Novese a partire dalla prossima stagione. Iniziative che, se dovesse concretizzarsi il passaggio di due serie del calcio femminile sotto il controllo della Lega Pro, potrebbero essere seguite da molte altre da parte delle squadre della nostra terza serie. E pur si muove (nell'immobilità del calcio italico) verrebbe da dire prendendo in prestito le parole di qualcuno più famoso del sottoscritto e che scriveva di temi ben più importanti rispetto alla pur nobile arte pedatoria.