FRA TRIBUNALI REALI E VIRTUALI, LITI E ACCUSE INCROCIATE SI STA PERDENDO IL GUSTO DI RACCONTARE IL CALCIO

16.03.2018 00:00 di Tommaso Maschio   vedi letture
FRA TRIBUNALI REALI E VIRTUALI, LITI E ACCUSE INCROCIATE SI STA PERDENDO IL GUSTO DI RACCONTARE IL CALCIO
TMW/TuttoC.com

Uno vorrebbe anche parlare di calcio giocato, della lotta per la promozione in Serie B, di un Padova che c'è l'ha quasi fatta, di un Lecce che deve solo non dilapidare un grande vantaggio contro due corazzate come Trapani e Catania e di una situazione nel girone A in cui il Livorno ha rimesso tutto in discussione con la complicità di una Robur Siena che ci ha creduto sempre più col passare delle giornate. Ma purtroppo, come troppe volte in questa stagione, ci dobbiamo occupare ci cronaca giudiziaria questa volta puntando verso Arezzo.

Arezzo dicevamo, ieri il tribunale fallimentare ha disposto l'esercizio provvisorio, ma affinché questo possa prendere il via è necessario che entro oggi si trovino i 372 mila euro necessari per pagare gli emolumenti di dipendenti e tesserati ed evitare che salti il banco e l'Arezzo sparisca anzitempo. La cifra sarebbe, il condizionale è d'obbligo in questi casi, quasi stata raggiunta spostando di fatto il problema senza però risolverlo con la piazza che tirerà un sospiro di sollievo sperando poi che con la curatela fallimentare le cose possano migliorare e si possa arrivare senza troppi sussulti a giugno con la speranza che arrivino imprenditori capaci e seri che si facciano carico del club e dei suoi debiti per tenerlo in vita.

Se in Toscana la situazione è in sospeso almeno fino a domani in Veneto, a Vicenza per essere precisi, sembra essere già terminata la luna di miele (se così si può chiamare) fra la tifoseria biancorossa e il curatore fallimentare Nerio De Bortoli. I primi non hanno preso bene la vicinanza di questi con alcuni dei responsabili del disastro a cui è andata incontro la società biancorossa (Polato e Cassingena su tutti) e hanno invitato il curatore a regalare la sciarpetta di cui aveva fatto sfoggio anche in curva per manifestare la vicinanza alla piazza. La risposta di De Bortoli non è tardata con l'invito alla tifoseria per un nuovo incontro per parlare e confrontarsi sul futuro del club. Poco distante invece la sfida, verbale sia ben inteso, è invece fra due società che distano pochi chilometri l'una dall'altra (ma con una categoria di differenza): parliamo di Mestre e Venezia. Il presidente della prima, Stefano Serena, ha infatti attaccato frontalmente la seconda rimarcando le differenze fra loro e gli altri e negando la possibilità di esistenza dei colori arancioneroverde scelti dall'allora patron Maurizio Zamparini dopo la fusione fra le due realtà dando vita a quella squadra che scalerà le serie fino ad arrivare in Serie A prima dell'inabissamento, conseguente al trasferimento del patron (e di quasi tutta la rosa) a Palermo. Un diverbio a cui il Venezia ha risposto in maniera pacata attraverso i profili social, ma che potrebbe regalare nuovi aggiornamenti nelle prossime settimane o mesi, specialmente qualora Venezia e Mestre dovessero trovarsi in B assieme nella prossima stagione (eventualità magari remota, ma non impossibile).

Da una lite all'altra, in Serie C sotto questo profilo non ci si annoia davvero. A Reggio Emilia è praticamente “guerra aperta” fra la Reggiana e il Sassuolo, o meglio la Mapei proprietaria del club e dello stadio cittadino. Da un lato i coniugi Piazza che nelle ultime settimane ne hanno avute un po' per tutti e in particolare per la società di Giorgio Squinzi accusato di aver raddoppiato i costi d'affitto dello stadio, dove giocano entrambi i club, andando così a pesare eccessivamente sulle casse della Reggiana. Accuse che hanno trovato seguito nella tifoseria organizzata che nei giorni scorsi ha affisso striscioni polemici sia davanti al Mapei Stadium sia davanti allo Stadio Ricci di Sassuolo schierandosi dalla parte della proprietà americana del club. Dopo qualche giorno di silenzio è arrivata la risposta della Mapei attraverso un comunicato stampa in cui smonta, numeri alla mano, le accuse nei propri confronti. Anche in questo caso però si attendono nuovi colpi di scena e ulteriori botta e risposta fra le parti. Facendo, purtroppo, passare in secondo piano ciò che invece dovrebbe stare in primo piano: ovvero il calcio giocato di cui ormai si rischia di perdere le tracce proprio nel momento clou della stagione.

Con nostro profondissimo dispiacere, perché alla fine è quello che vorremmo raccontare, senza improvvisarci di volta in volta contabili, avvocati, esperti di diritto tributario (esiste vero?) o spettatori di teatrini che davvero non fanno bene a questo sport.