LIVORNO, CINQUE PARTITE PER GIOCARSI UN CAMPIONATO. AKRAGAS, IL BUIO IN FONDO AL TUNNEL. ORA LUCA PUÒ TORNARE ALLO STADIO?

Nasce a Bari il 23.02.1988 e di lì in poi vaga. Laurea in giurisprudenza, titolo di avvocato e dottorato di ricerca: tutto nel cassetto, per scrivere di calcio. Su TuttoMercatoWeb.com
07.03.2018 00:00 di Ivan Cardia   vedi letture
LIVORNO, CINQUE PARTITE PER GIOCARSI UN CAMPIONATO. AKRAGAS, IL BUIO IN FONDO AL TUNNEL. ORA LUCA PUÒ TORNARE ALLO STADIO?
TMW/TuttoC.com

Parla e riparla di esonero, che alla fine ti piombano addosso le dimissioni. Il 2018 del Livorno, senza troppi giri di parole, è stato deludente. Due mesi fa parlavamo tutti di un campionato già in cassaforte, poi i labronici hanno smesso di vincere: l’ultimo successo risale al 30 dicembre, contro il Prato ultimo. Cosa sia successo, lo sanno solo i diretti interessati, ma cinque partite sono state più che sufficienti per giocarsi un allenatore, e forse anche un campionato.

Dopo tanti spifferi e tante indiscrezioni, Andrea Sottil ha optato per le dimissioni: una scelta sempre complicata, per un tecnico che di fatto rinuncia al proprio posto di lavoro. L’impressione è che la società fosse titubante, ma non intenzionata ad arrivare all’esonero, anche perché ora ci saranno due trasferte complicate e poi la delicata sfida casalinga contro il Siena. Di qui a fine marzo gli amaranto si giocano tutto, e per ora non sanno neanche chi ci sarà a guidarli. Parlare di approssimazione forse è prematuro, ma difendere il proprio allenatore avrebbe evitato di pensare a mosse troppo rapide. Il favorito? Al momento Pasquale Padalino: non l’ultimo arrivato, ma l’anno scorso a Lecce non ha fatto benissimo. 

Da nord a sud: ad Agrigento, la trattativa con gli iraniani è ferma al palo. Che sorpresa. Ripeto quanto scritto in precedenza: non è colpa della proprietà se ci sono difficoltà economiche, se dal tessuto sociale cittadino arrivano tante polemiche e pochi aiuti concreti. Però siamo alla terza trattativa più o meno credibile (meno) saltata, il tecnico Di Napoli resta contestato, il futuro è ogni giornata più complicato. Si arriverà a fine campionato? Probabile, però a lungo, quando ci si barcamena, si finisce per affondare. 

A San Benedetto non ci ho capito niente. L’avrò scritto decine di volte ormai, ma alzo le mani. La squadra va abbastanza bene, il Padova fatica ad ammazzare la competizione, le prime posizioni sono tuttora più che raggiungibili. Proprietà ed allenatore, però, giocano a chi si attacca di più. Tentiamo la cronistoria: il 10 novembre Ezio Capuano subentra a Francesco Moriero. Il 14 novembre, Andrea Fedeli: “Con Capuano le cose migliorano”. Il 19 novembre, Franco Fedeli dopo lo 0-0 col Bassano: “Abbiamo rubato un punto oggi”. Il 26 novembre, Ezio Capuano: “Rispetto le aspettative del presidente, che sono notevoli dati gli investimenti fatti. Ma io credo che essere uno yes man nella vita sia essere come un pupazzo”. Il 10 dicembre, Franco Fedeli: “Si vede l’impronta di Capuano (in senso positivo)”. E via così: sul mercato Capuano chiede giocatori di alto livello. Pronta risposta, prima Andrea Fedeli: “Con Capuano mi sembra di parlare arabo”. Poi Franco: “Capuano si sente padrone”. E via dicendo, di settimana in settimana, di dichiarazione in dichiarazione. Capuano rischia l’esonero, poi vince due partite di fila ed è il miglior allenatore del mondo. Ora, io capisco la passionalità. Anzi, è la miglior cosa che un presidente possa avere, dopo i soldi ovviamente, e i Fedeli investono sia l’una che gli altri. Però mettetevi d’accordo: il traguardo può essere dietro l’angolo, ma se ci si dà del fesso a vicenda ogni due per tre diventa più complicato. 

Rimaniamo a San Benedetto, perché c’è un’altra vicenda che ho seguito, e i paradossi di questo calcio portano a una domanda, secondo me abbastanza logica. Luca Fanesi è tornato a casa. Per chi non lo sapesse, si tratta del tifoso rossoblù (ma, insisto, prima ancora cittadino italiano) finito in coma dopo la gara contro il Vicenza. Perché sia successo, lasciamolo dire agli organi inquirenti, registrando che diversi testimoni accusano membri delle forze dell’ordine. Per fortuna però il ragazzo è fuori pericolo, ed è stato accolto con una grande festa dagli altri tifosi. Adesso, uno striscione con su scritto “Forza Luca” non era stato ammesso allo stadio, perché giudicato provocatorio. Come era successo, più volte, in altre curve d’Italia, a un altro striscione, quello con la faccia di Federico Aldrovandi, provocatoria anche quella. La domanda è questa: ora che Luca Fanesi è tornato a casa, immagino che a un certo punto vorrà anche tornare allo stadio. Detto che si tratta di una scelta personale, tutta sua, e che non mi permetterei mai di entrare nel merito: se e quando vorrà farlo, la sua faccia sarà considerata provocatoria?