Modena, addio al campionato? Le responsabilità di Taddeo. Tavecchio, per emarginare i “turisti” del calcio, vuole l’anagrafe dirigenti e il casellario di onorabilità

26.10.2017 08:00 di Vittorio Galigani   vedi letture
Modena, addio al campionato? Le responsabilità di Taddeo. Tavecchio, per emarginare i “turisti” del calcio, vuole l’anagrafe dirigenti e il casellario di onorabilità
TMW/TuttoC.com
© foto di Luigi Gasia/TuttoNocerina.com

Modena nel caos. Doveroso tornare sull’argomento. L’evento ha sul sistema un effetto clamoroso. Devastante. All’ombra della Ghirlandina starebbero scomparendo anni di gloriosa tradizione sportiva.

E’ pertanto doveroso cercare ricomporre il “puzzle”.

Una situazione nella quale le responsabilità di Antonio Caliendo, per quanto riguarda il passato, sono impressionanti. Il lievitare progressivo della massa debitoria ricade tutta sulle sue spalle. Diversi soggetti, interessati all’acquisto del club, alternatisi al tavolo delle trattative con il buon Antonio, sono “fuggiti” dopo aver verificato il “peso” enorme di quelle esposizioni finanziarie. Sotto traccia ha preso consistenza la trattativa con Aldo Taddeo. Un imprenditore (?) brianzolo ex dirigente (presidente dimissionario) del Varese. In verità, modalità e trasferimento delle quote hanno sorpreso un po’ tutti.

Il nuovo presidente si è presentato con propositi velleitari che avrebbero inferto il colpo di grazia alla gloriosa Società gialloblu. Mentre scriviamo, è d’obbligo usare il condizionale, ma la storia, già nella giornata di giovedì, potrebbe raccontare una realtà diversa. Il Modena nel giro di poche ore potrebbe essere estromesso dal campionato. Rischia infatti il fallimento.

Taddeo ha delle grandi responsabilità. Sembrerebbe, si evince dai suoi comportamenti, che non abbia mai avuto l’intenzione di onorare gli impegni che si era accollato.  Sia quelli con i tesserati, che quelli con l’Amministrazione del territorio. La sua richiesta di concordato sarebbe stata scientemente presentata il tre ottobre scorso. Sarebbe partorita dai suoi propositi di non pagare ai tesserati, come è poi concretamente avvenuto, le mensilità di luglio ed agosto. Sapeva che le norme di legge che disciplinano  procedura concorsuale gli avrebbero impedito il rispetto di quegli impegni.

Nella giornata di mercoledì 25 ottobre Taddeo era anche atteso negli uffici della Amministrazione Comunale. Avrebbe dovuto mettersi in regola con i pagamenti relativi all’uso dello stadio Braglia. Anche in quella sede istituzionale Sindaco e collaboratori lo avrebbero inutilmente atteso per tutta la giornata. Lo sfratto del club dall’impianto comunale è esecutivo ormai da diverse settimane. La squadra, già penalizzata a tavolino nei risultati, non ha un campo sul quale disputare le partite ufficiali. Nessuno, tantomeno Taddeo, si sarebbe preoccupato di reperirne uno alternativo. La Commissione Infrastrutture, opportunamente allertata dai vertici della Lega di Serie C, già nelle prossime ore potrebbe far scendere la “saracinesca” sul campionato del Modena.

Taddeo sarebbe da tutti sempre indicato come l’esecutore materiale, ma la fine del Modena di Caliendo era stata annunciata da tempo. Tutti i suoi tentativi di salvare il “Mammut”, alla resa dei conti, sono risultati vani.

Sulle ceneri di questo Modena ne sorgerà, con tutta probabilità, uno nuovo. L’architetto Salerno, un immobiliarista del territorio, con le idee chiare su alcuni investimenti che potrebbero essere realizzati su determinate aree e strutture, sarebbe già pronto. Con una pregiudiziale, il calcio dei gialloblu dovrà inevitabilmente ripartire dalle categorie dilettantistiche. La serie D, inizialmente, potrebbe diventare un miraggio.

La vicenda vede coinvolti anche i calciatori. La messa in mora, una mossa inutile. La “morte” del Modena è anche la loro sconfitta. Avrebbero dovuto pensare a giocare. L’aspetto economico, da loro sollevato, rimarrà a lungo irrisolto. Solo alcuni potranno trovare collocazione, diversi rimarranno invece fermi. Ultimamente, presi soltanto dalle diatribe economiche, si allenavano poco e male. Giungevano al campo di allenamento scortati dai fiduciari Aic. L’impegno agonistico/sportivo era diventato un optional. Sembrerebbe che la presenza nello spogliatoio di Taddeo abbia recentemente provocato reazioni non proprio “urbane” nei giocatori, tanto da indurlo ad allontanarsi in grande fretta. Con la coda tra le gambe.

Nel bailamme generale viene alla luce la vicenda del “gladiatore” Eziolino.

Capuano, novello Massimo Decimo Meridio, è un innamorato della sua professione. Non abbandona mai la nave. E’ stato invece “abbandonato” da tutti sul ponte di comando. A fine campionato poteva cambiare aria. Aveva l’opportunità di accasarsi al meglio. Ha creduto di poter essere il collante nell’opera di ricostruzione della Società. Una chimera. Quella possibilità non gli è stata mai concessa. Dall’inizio della stagione ne ha dovuto subire in quantità industriale. Anche lo sfratto dall’hotel dove alloggiava, perché la Società era inadempiente. Si è rimboccato le maniche, è andato oltre, accollandosi tutti gli oneri conseguenti. Taddeo, al suo arrivo, ha cercato arbitrariamente di limitarne i poteri. Le tante querelle ed i molteplici problemi dei calciatori ne hanno svilito il lavoro di campo.

Conoscendo il culto e l’applicazione nell’addestramento, quest’ultima è senza dubbio la carenza che maggiormente lo ha immalinconito. Depresso. L’associazione allenatori, per di più, non si è mai interessata a tutela dei suoi diritti.

L’esperienza di Modena non è isolata. Caliendo e Taddeo non sono casi isolati. Altri club dalla tradizione sportiva altisonante accusano, nel presente, pesanti difficoltà nella gestione finanziaria. Evidenziano la carenza formativa di una parte della classe dirigenziale. Vicende che portano alla luce una necessità improrogabile. La riforma.

Carlo Tavecchio sta accelerando le procedure. Nel suo programma elettorale già parlava della indispensabile costituzione dell’anagrafe dei dirigenti. Il casellario dell’onorabilità (peraltro in vigore nel codice di autoregolamentazione). Chi nelle ultime cinque stagioni ha concorso al fallimento di un club dovrà essere emarginato. L’anagrafe dei dirigenti, appunto, per prevenire. Per impedire ai “turisti” del calcio di spostarsi, con troppa facilità, da una piazza all’altra. Per evitare gli episodi riconducibili alle deprecabili vicende, eclatanti, di Parma e Latina.

Per impedire, come accade anche in altri settori del vivere sociale, che fatti i danni, ci si alza da una poltrona per alternarsi con il proprio dirimpettaio. Una “strategia” che in tempi recenti è purtroppo divenuta una consuetudine.

E così  “l’omo campa”. Come si suol dire.