Modena, una “matassa” avvolta dalle nubi. Nuova Melandri, un “banchetto” goloso per tutti. Il buon senso di Tavecchio. Ventura eviti le ortiche

21.10.2017 08:00 di Vittorio Galigani   vedi letture
Vittorio Galigani
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Il “bubbone” Modena. Una mortificazione sportiva per la gioiosa città emiliana. Bocce inevitabilmente ferme in periodo di concordato. Per sciogliere la matassa dei tanti dubbi, che aleggiano attorno alla Società, ci vogliono ancora alcuni giorni. Bisogna “saper” attendere la prossima settimana. Lo avrebbero dovuto “saper” fare anche i calciatori.

La procedura di concordato ha impedito i primi movimenti finanziari del neo presidente Taddeo. Tutti sia augurano che i motivi siano soltanto quelli. Il carico finanziario dello scorso 16 ottobre gravava ancora sulla proprietà Caliendo. Il nuovo non poteva intervenire. Si aggiungono le difficoltà per l’utilizzo della struttura. L’accordo non ancora raggiunto con l’amministrazione locale. Il prossimo 0 a 3, a tavolino, potrebbe significare l’esclusione dal campionato. Debbono far riflettere anche i tanti punti di distacco dalla zona salvezza. In aggiunta, proprio per le recentissime inadempienze regolamentari, pioveranno sulla squadra ulteriori punti di penalizzazione.

Indipendentemente dalla forza economica della nuova proprietà, precisando che è ancora tutta da dimostrare, emergono i tanti dubbi, del presente, derivanti dalle negatività sopra elencate.

Di fronte ad una massa debitoria da far tremare i polsi ed a quella posizione di classifica (mai dimenticare che con un distacco di nove punti si retrocede direttamente)  sarebbe lecito che qualsiasi imprenditore, degno di tale nome, facesse qualche riflessione. Chiedendosi anche da dove traggono origine le tante negatività che emergono dal territorio. Cercando anche di far luce sul fatto che, in loco, si preferisce cavalcare la via che conduce al tramonto di questa Società piuttosto che analizzare la possibilità, pur remota, di un riassetto economico e sportivo.

Nel contesto stride con l’evidenza dei fatti la decisione assunta dai tesserati di attuare lo stato di agitazione. Nel giro di pochi giorni, presumibilmente entro il prossimo mercoledì, si farà la conta della bontà delle “carte” che ha realmente in mano, da giocarsi, Aldo Taddeo. Ci si interroga in primis se riuscirà o meno a trovare l’accordo con il Comune del capoluogo emiliano. Occorrono sostanze economiche non indifferenti e tanta “buona” volontà (inteso come liquidità). L’imprenditore varesino si offrirà (come sostiene) a saldare tutti gli impegni? Diversamente da venerdì prossimo potrebbero tutti considerarsi già svincolati. Valeva veramente la pena giungere a tali e tante esasperazioni. Un comportamento, quello dei tesserati del Modena Calcio, che mette ancora una volta in discussione la regolarità del campionato. Si fa parte del sistema per giocare e non per rimanere a casa. I calciatori devono essere i primi a far prevalere questo principio. Tra i “canarini” non è stato così. Ancora una volta ha però avuto la meglio il buon senso del presidente federale Carlo Tavecchio. Ha messo tutti d’accordo. Consultatosi con Gravina ha deciso per il rinvio della gara che vedeva il Modena impegnato a Fano.

Il ministro dello sport Lotti aveva anticipato il suo impegno. Nelle pieghe della Legge di stabilità, nella parte di sua competenza, saranno anche inserite le modifiche alla legge Melandri. Si prevede una differente ripartizione del denaro tra le varie componenti del gioco del calcio. Un “banchetto” di primizie al quale tutti, nessuna classe professionale e nessuna categoria esclusa, vorrebbero essere invitati. Potrebbe rappresentare l’inizio di una nuova stagione. Finalmente costruttiva. Abbandonando veleni e decisioni assunte, in passato, esclusivamente per partito preso. Segnali distensivi giungono anche da quel salone al primo piano di via Allegri dove i toni della discussione, in consiglio federale, sono sempre più concilianti e propositivi.

A margine, oltremodo significativo il risultato economico ottenuto in favore della Lega di Serie C. Gravina avrà di che rallegrarsi. I buoni rapporti intrattenuti a livello istituzionale con il ministro dello sport hanno condotto allo sblocco di fondi che da alcuni anni giacevano, inutilizzati, presso il Coni.

I milioni dei diritti tv (pacchetto estero). I Principi informatori delle Leghe. Lo statuto della serie A. Un grande passo in avanti nella soluzione dei problemi attuali riguardanti le Leghe di A e B. Un tassello dopo l’altro, Tavecchio ha incassato una serie di consensi ed ora punta spedito verso la riforma dei campionati. Quella che lui stesso ha definito “la madre di tutte le riforme”. In capo a un paio di stagioni (forse anche meno) si potrebbe arrivare all’adeguamento del sistema. Applicando modifiche sostanziali che garantirebbero la solvibilità e la sostenibilità. In tutte le categorie. Con garanzie di vantaggi per tutti gli operatori del sistema. In primis per calciatori che godrebbero di maggiori garanzie sulla stabilità del posto di lavoro e sulla regolare erogazione degli emolumenti.

Con una inevitabile riflessione. Il futuro del calcio nazionale transita dai risultati. Quelli ottenuti sul campo prevalgono, sempre, sulla programmazione. Anche su quella istituzionale. Una grande responsabilità pesa sulle spalle di Ventura. Il 13 novembre faccia in modo che le ortiche non “pungano” la graduale/costante crescita della Federcalcio. Sarebbe un vero peccato vanificare il lavoro degli ultimi anni.