QUANDO SI VEDE LA MANO DEL TECNICO. MONZA ESEMPIO DI PROGRAMMAZIONE. LECCE E TRIESTINA PIAZZE PRONTE AL RILANCIO.

Classe 1975, ex attaccante col vizietto del giornalismo. In carriera ha vestito, a suon di gol, le maglie di Pisa, Ascoli, Reggina, Napoli e Lecco.
02.01.2018 00:00 di Gianluca Savoldi   vedi letture
QUANDO SI VEDE LA MANO DEL TECNICO. MONZA ESEMPIO DI PROGRAMMAZIONE. LECCE E TRIESTINA PIAZZE PRONTE AL RILANCIO.
TMW/TuttoC.com

Una volta effettuato il giro di boa e volendo tirare le prime somme è piuttosto facile capire chi è in corsa per i propri obiettivi e chi difficilmente li raggiungerà. Ci sono però situazioni dove il lavoro svolto dai vari allenatori ha contribuito a superare le aspettative iniziali nei confronti delle rispettive squadre. Il caso di Marco Zaffaroni a Monza, ad esempio, ha dimostrato che la continuità lavorativa è davvero importante. Non è un caso, infatti, che le neopromosse, al netto della Serie A, hanno sempre più probabilità di andare oltre i risultati prefissati, superando anche quelle realtà in via di perfezionamento da più tempo dove i cambi dell’allenatore hanno rallentato questo processo. Una seria programmazione non può prescindere dai tempi tecnici necessari alla realizzazione della stessa, con un tecnico che deve avere l’opportunità di operare sulla base di una condivisone degli obiettivi con il proprio club. In quest’ottica il calciomercato e le scelte tecniche che da esso possono derivare risultano essere solo dei semplici effetti di un’intesa sui presupposti e l’allenatore sarà portato ad essere ancor più  “aziendalista”, anteponendo gli obiettivi del club alla prospettiva di un successo personale. 
Chi ha avuto poco tempo per far crescere la sua Triestina è Giuseppe Sannino.

Anche da neopromossa la società alabarda suscita molta attesa, in primis da parte dei propri tifosi dopo tanti anni di difficoltà. Sappiamo che lavorare sotto pressione non è mai facile ma Sannino ha il carisma giusto per la piazza e conosce le insidie della categoria come pochi. Meno tempo ancora ha avuto Fabio Liverani in quel di Lecce e sotto la pressione di una piazza che vuole vincere  subito e a tutti i costi. Per avere la meglio in un girone così non si può mai perdere e Liverani, di fatto non ha mai perso. Basti pensate che i quattro punti di differenza tra il Lecce e il Catania, secondo in classifica, derivano da quattro pareggi che i giallorossi hanno in più rispetto ai siciliani che invece hanno accumulato altrettante sconfitte.