INTERVISTA TC Calcagno: "Suicidio Arezzo? Continuare senza soldi"

23.02.2018 15:10 di Sebastian Donzella Twitter:    vedi letture
INTERVISTA TC Calcagno: "Suicidio Arezzo? Continuare senza soldi"

L'Arezzo nel weekend non giocherà, la Lega Pro ha deciso di rinviare il match contro il Livorno, bypassando così lo sciopero dei calciatori amaranto. Quello che però non si può rinviare in eterno è il problema economico degli aretini, ormai alla canna del gas. TuttoC.com ha intervistato il vicepresidente dell'Assocalciatori, l'avvocato Umberto Calcagno, per capire le ultime novità sul team toscano.

D'accordo suò rinvio?
"È una cosa positiva per tutto il sistema. Nell'indecisione generale è una scelta che da un lato permette bene di capire la situazione e dall'altro di evitare di falsare ulteriormente il campionato".

La Lega Pro si è espressa contro lo sciopero. Il segretario generale Ghirelli, ai nostri microfoni, ha parlato di "suicidio" [QUI]. 
"Si tratta di essere coerenti con i comportamenti avuti in condizioni simili, come ad esempio a Modena e Vicenza. Ognuno la pensa come meglio crede, il suicidio sportivo è continuare a mandare in campo calciatori che non ricevono stipendi da mesi. Se poi ci sono situazioni virtuose che si materializzano a breve saremo contenti. Ma senza serenità economica nessuno deve scendere in campo: il nostro mondo è pieno di delinquenti a caccia di terreno fertile per i loro imbrogli, non vogliamo mettere in condizione nessun tesserato di essere avvicinato da tali personaggi. Anche se, ovviamente, sulla buona fede dei calciatori siamo più che sicuri".

L'ultimatum di venerdì, adesso, a quando slitta?
"I calciatori non danno ultimatum. Non vedono l'ora di poter rientrare in campo, di giocare e di svolgere la loro professione. Speriamo che già dalla prossima settimana ci siano situazioni prefallimentari che creino i presupposti per poter finire il campionato. Ovviamente solo se calciatori e famiglie possono vivere serenamente fino a giugno, su questo credo di esser stato chiaro". 

Dall'altro lato, però, ci sono squadre che pagano gli stipendi fino all'ultimo centesimo e che, ovviamente, storcono il naso di fronte a casi come quello dell'Arezzo che falsano il campionato.
"Come sistema, senza guardare il proprio orticello, dobbiamo capire che significhi falsare una competizione sportiva. Per alcuni si falsa facendo continuare il campionato a squadre con difficoltà economiche, per altri è l'opposto e la falsificazione del torneo avviene eliminando questi team. Poi è indubbio che, essendo arrivati al girone di ritorno, i risultati acquisiti nella prima parte di stagione restano a differenza di Modena".

Voi come la pensate?
"Il nostro ragionamento è diverso: non ci prendiamo la responsabilità di mandare ragazzi in campo fino a giugno in queste condizioni. Gli stessi calciatori, poi, sono indecisi: alcuni pensano sia giusto che l'Arezzo finisca oggi il campionato, altri che bisogna finire il campionato facendo uno sforzo, anche grazie alle fidejussioni e ai soldi che avanza il club dalla Lega. Per come la vedo io, se ci sono le risorse sin da subito per arrivare a fine campionato è bene finire la stagione normalmente".

Però il rischio di nuovi casi Lumezzane così diventa concreto. Ricordiamo che i bresciani scesero in D per far spazio alla Maceratese poi esclusa a fine stagione.
"Il problema del Lumezzane è che abbiamo preso un provvedimento aberrante in Consiglio Federale non riaprendo i ripescaggi. Se noi ripeschiamo chi ha avuto un certo tipo di danno allora le questioni si sistemano, altrimenti oltre al danno per certi club virtuosi arriva anche la beffa".