INTERVISTA TC Dg Rende: "Pres. Coscarella non ha mezzo motivo per vendere il club"

06.04.2018 15:00 di  Sebastian Donzella  Twitter:    vedi letture
INTERVISTA TC Dg Rende: "Pres. Coscarella non ha mezzo motivo per vendere il club"
TMW/TuttoC.com
© foto di Uff. Stampa Rende Calcio

Nonostante il vistoso calo nell'ultimo mese e mezzo, il Rende è stata la grande sorpresa dell'ultima annata in Serie C. I biancorossi, grazie a un ottimo lavoro sia sul campo che fuori, hanno ottenuto una salvezza insperata e puntano addirittura a entrare nei playoff. Ultimamente, però, di Rende si è parlato più per i problemi societari, con il presidente Coscarella che ha scelto di dimettersi nell'ultimo giorno di marzo, nonostante una situazione economica perfetta. TuttoC.com ne ha voluto capire di più intervistando in esclusiva il suo braccio destro, il direttore generale biancorosso Giovanni Ciardullo.

Vi aspettavate le dimissioni di patron Coscarella?
"Per chi conosce quanto il presidente tenga alla programmazione e vive le questioni societarie dal di dentro, non sono state un fulmine a ciel sereno. Il presidente, diverse settimane fa, aveva richiesto risposte certe in tempi relativamente brevi per risolvere la questione stadio, in modo da poter programmare al meglio la stagione successiva. Dal momento che tali risposte non sono arrivate è chiaro che ha preso questa decisione dolorosa e che inevitabilmente tiene in apprensione l’ambiente.
Però è stato un atto dovuto, è giusto che i sacrifici del patron vengano rispettati e le sue scelte imprenditoriali adeguatamente supportate dal mondo politico, per quella che dovrebbe essere la comune ambizione di far crescere il territorio. Non si può prescindere dal fatto che i tempi della politica siano in linea con quelli della programmazione sportiva.
D'altro canto penso che ci siano ancora margini importanti per ricomporre la questione, anche in considerazione del fatto che ad essere coinvolti sono  politici che svolgono il loro ruolo istituzionale con grande serietà. Se la politica risponderà presente, il patron Coscarella riprenderà immediatamente in mano la sua creatura".

Sul campo, nell'ultimo mese, la squadra ha avuto un evidente calo, con la vittoria che manca da ben sei giornate. La causa può essere legata a queste problematiche societarie?
"No, queste difficoltà non hanno distratto lo spogliatoio. Quest'ultimo è un ambiente protetto e asettico, facciamo di tutto per tenerlo in una campana di vetro. In nessun modo le vicende extracalcistiche hanno influenzato la squadra, anche se la tempistica sembra evidenziare il contrario. Si tratta solo di una coincidenza. Lo dimostra il fatto che non abbiamo avuto una crisi di prestazioni in questo momento no, eccetto la sconfitta deludente di Pagani in cui abbiam sbagliato tutto il possibile. Negli altri match dell’ultimo periodo non siamo stati brillanti, non siamo stati concreti, ma neanche la sorte ci e’ stata vicina. Cio’ che è certo è che dopo Catanzaro abbiamo raccolto meno di quanto meritavamo".

Può essere un calo dettato dalla forma fisica o da un senso di appagamento, visto il gran campionato fin qui disputato?
"Una forma latente di appagamento potrebbe essere fisiologica e inconsciamente potrebbe aver inciso. Ma credo maggiormente  che molto sia dipeso dal fatto che siamo andati a mille per cinque-sei mesi e una flessione sotto il profilo della tenuta mentale può starci, visto che abbiamo tenuto la tensione altissima e al massimo per tanto tempo. E se i dati ci dicono che stiamo correndo come prima, è evidente che non è in discussione l’aspetto atletico".

A inizio stagione erano semplicemente un sogno, ora però, a salvezza acquisita, i playoff non possono sfuggirvi...
"Dico che abbiamo molte chance di rimanere tra le prime 10, sarebbe un peccato se dovessimo rimanere fuori da un posticino al sole che ci siamo ritagliato con tanto sacrificio, entusiasmo e merito. Non sarà facilissimo perché non abbiamo il più semplice dei calendari, però siamo ancora in tante a ballare: dal Matera al Bisceglie, dal quarto al tredicesimo posto. Noi abbiamo tutte le carte in regola per agguantare un risultato che sarebbe storico.
A quota 48-49 dovremmo farcela visti i tanti scontri diretti tra le squadre coinvolte. Ma se non ci riusciremo, ciò non dovrà offuscare l'ottimo campionato che abbiamo fatto: quella attuale, comunque vada, rimarrà una stagione importante e forse unica per  la storia del Rende, se pensiamo che a metà agosto la squadra era ancora in Serie D". 

Se davanti a voi arrivassero due club come Matera e Siracusa, a breve fortemente penalizzati per questioni economiche, come la prendereste?
"Dispiacerebbe molto. La situazione ottimale sarebbe conquistare un piazzamento importante nei playoff senza contare sulle sciagure altrui. Quella peggiore sarebbe arrivare dietro squadre pesantemente penalizzate e lasciar a loro un posto negli spareggi promozione. Non so se il Matera avrà questa maxi-penalizzazione, ci sono voci che si rincorrono ma di ufficiale non c'è nulla. Forse saranno 10 punti, forse di meno o forse di più. Forse nessuno. Ma, ripeto: fare affidamento sulle sfortune altrui non è bellissimo".

Capitolo cessione: da giorni si rincorrono voci di un possibile cambio societario a favore del gruppo Nucaro.
Se la trattativa di cui si parla fa riferimento a quanto scritto da qualcuno circa un incontro nel giorno di Pasquetta, la cosa ci fa ridere, tanto e di giusto. A Pasquetta l'incontro c'è stato ma è stato un fatto puramente casuale: tutto lo staff dirigenziale e tecnico del Rende, per volontà del presidente, con famiglie al seguito, abbiamo trascorso la Pasquetta nello stesso locale scelto dal sig. Nucaro. Come può non far ridere il fatto che una casualità sia diventata addirittura un incontro di affari e il seguito di una trattativa già in corso?
So che Nucaro, nelle ultime ore, ha rivelato di aver incontrato tempo addietro il patron Coscarella, ma in quella occasione io non ero presente. Mi meraviglierebbe, comunque, che l'oggetto di questo incontro sia stato la compravendita del Rende. Non so se Nucaro voglia comprare il club, cosa peraltro legittima; so solo che una trattativa, in quanto tale, presuppone che oltre la volontà di comprare da parte di qualcuno, ci sia quella di vendere da parte di qualcun altro. Mancando, e di questo ho certezza, questa seconda volontà, siamo di fronte a qualcosa che più che ad una trattativa assomiglia al nulla.
Sono tutti i giorni per ore al fianco del presidente e vi garantisco che, se lo conosco bene, non ha nemmeno mezzo motivo per vendere una società sana per la quale ha previsto progetti concreti e di grande spessore".

Chiusura con i "cugini" del Cosenza e col patron Guarascio che vi ha teso una mano.
"Se unire le forze significa razionalizzare le risorse ci daremo volentieri vicendevolmente una mano. Se invece riguarda il nostro trasferimento al "San Vito" allora dico che noi non abbiamo l'esigenza di avere uno stadio a norma, ce l'abbiamo già. Lo hanno decretato, già ad agosto, gli esiti delle verifiche federali inerenti la concessione delle Licenze nazionali.
Lo stadio che vorremmo costruire risponderebbe ad altre esigenze: darebbe grande impulso alla città di Rende, renderebbe un servizio migliore alla comunità, risponderebbe ad una concezione innovativa e moderna di vivere il calcio, e lo sport più in generale, ma si porrebbe come volano anche per eventi extra-calcistici. In ogni caso ringraziamo il patron Guarascio, perché voler dialogare con noi è stata una cosa molto carina e che, su determinati temi, potremo tranquillamente e sinergicamente portare avanti".