INTERVISTA TC Diego Zanin: "Lecce, il Monopoli può farti male"

15.12.2017 07:00 di Dario Lo Cascio Twitter:    vedi letture
Diego Zanin
Diego Zanin
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Dopo ben cinque sconfitte consecutive, il Monopoli è uscito dal tunnel dei risultati negativi grazie al pareggio del "Veneziani" contro il Trapani. Uno 0-0 che può senza dubbio significare un peso in meno sul groppone del Gabbiano, che però domenica se la vedrà col Lecce al "Via del Mare", con i giallorossi che non possono permettersi altri passi falsi, visto che Catania e Trapani sono lì in agguato. Sulla situazione del Monopoli e sul Girone C, TuttoC.com ha intervistato in esclusiva Diego Zanin, nella scorsa stagione allenatore proprio dei biancoverdi:

Anche in questa stagione, così come nella scorsa quando lei era sulla panchina dei bianconervi, il Monopoli è partito forte e poi ha conosciuto un drastico calo di risultati.

"Non raffronterei le due situazioni. Nello scorso campionato c'era una politica diversa della società, giocavamo con cinque giovani titolari. Era una squadra che seguiva quella politica. E abbiamo fatto una cosa straordinaria con la salvezza, per come si era messo il campionato. Non posso che essere soddisfatto di quanto fatto l'anno scorso. Siamo rimasti a lungo in zona play-off, poi quando mi hanno esonerato la squadra è precipitata. Ma poi c'è stata un'altra vittoria perché ci siamo salvati alla grande. Ho un ottimo ricordo perché è stato un gran bel risultato. Quest'anno invece c'è stata una politica diversa, la società ha puntato su giocatori di categoria, e ci si aspettava di più. Questo calo non saprei da cosa sia dipeso, la squadra ha affrontato bene gli avversari, raccogliendo punti meritatamente, ora invece sta attraversando un periodo difficile. In un girone come il C i filotti negativi o positivi condizionano molto. Data la differenza delle due squadre, il paragone non lo farei. È chiaro che quest'anno i risultati non rispecchiano le aspettative, l'anno scorso si voleva fare un campionato per salvarsi. Questa doveva essere la stagione del passo in avanti".

Dati i risultati ottenuti l'anno scorso, si aspettava di non essere confermato?

"Penso di aver fatto il mio lavoro alla grande. Sono anche ritornato dopo l'esonero, che è stato frettoloso, la squadra era ad un punto dai play-off e quando l'ho ripresa era quasi retrocessa. Non tanto come classifica quanto mentalmente, aveva perso l'entusiasmo di inizio stagione. Anche con me in panchina a novembre non eravamo andati bene, ma era una squadra tutta da scoprire, con tanti esordienti. La salvezza, ripeto, è stata una grande impresa. Poi al vertice della società ci sono stati dei cambiamenti e in questi casi o l'allenatore fa parte del gruppo nuovo o si cambia. A me è successo così, ma da professionista non posso che ritenermi soddisfatto. È stato un bell'anno, costruito con gente meravigliosa".

Esonero frettoloso, dice. C'è una tendenza a mandar via l'allenatore un po' troppo in fretta? Cosa che il Monopoli, per restare in tema, non ha fatto, confermando Tangorra.

"Ogni situazione fa storia a sé. L'allenatore è un capro espiatorio quando i risultati non arrivano. Quando perdi due o tre partite consecutive sei già in discussione. Invece si dovrebbe andare a vedere il lavoro di fondo che uno sta facendo. Se si parte da una base, ci vuole comunque del tempo, e più sono giovani i giocatori più tempo ci vuole. Bisogna essere competenti nel riconoscere il lavoro che un allenatore sta facendo. Se c'è questa competenza allora un allenatore ha più speranze di proseguire. Se invece ci sono interessi propri nel valutare una situazione rispetto ad un'altra per fare dei cambiamenti, noi allenatori siamo i primi a pagare. A volte per cose che non riguardano le nostre competenze, quelle del campo. Ho definito il mio esonero frettoloso perché c'erano tutti i parametri, con una squadra nuovissima con molti giovani, per fare bene. Avevamo girato a 25 punti al girone d'andata. Vedo squadre che hanno investito molto che stanno chiudendo la prima metà a meno. La società fece quella scelta ed è stata negativa. Il mio è stato comunque un caso a sé stante, in altri con l'esonero e il nuovo tecnico le cose migliorano. Come detto è fondamentale capire se c'è la competenza per valutare il lavoro alla base o se lo si fa tenendo conto di altri interessi".

Il Monopoli ha pareggiato col Trapani e ora affronterà il Lecce. Secondo la sua esperienza, quanto possono contare questi match contro squadre blasonate per reagire ad una situazione complicata? Si tira fuori qualcosa in più?

"Sicuramente. Si deve assolutamente anche per la classifica. L'anno scorso a Lecce abbiamo pareggiato, facendo una partita eccezionale, su un campo difficile contro una squadra molto forte. Chi sta sotto in classifica chiaramente deve essere al top e avere la passione e la motivazione che va oltre ogni ostacolo, ogni limite. Sperando anche che la squadra avversaria non abbia una giornata felicissima. Però devi farti trovare pronto. Il Monopoli quest'anno gioca di ripartenza, il Lecce quindi dovrà stare attento perché i biancoverdi hanno attaccanti di valore: Genchi, Paolucci, Sarao, Souare. La rosa del Monopoli è senz'altro di categoria. Il Lecce quindi deve stare attento alla reazione della squadra pugliese che ha tappato l'emorragia di risultati negativi. Sono le partite che possono segnare una svolta in un verso o nell'altro. A volte è meglio incontrare squadre come il Lecce che non altre, magari di pari livello. Chiaramente però i giallorossi, che hanno perso punti a Pagani, saranno motivati per far la loro partita e chiudere al meglio il girone d'andata".

Se nel Girone A e nel B le capoliste hanno un discreto margine, nel C ci sono ben tre squadre che si equivalgono e sembra siano pronte ad una volata entusiasmante. Chi la spunterà?

"Il C è senz'altro il girone più equilibrato ad oggi. Non c'è una squadra che ha strappato, sono tutte abbastanza ravvicinate, ma hanno comunque mantenuto le premesse di inizio stagione. Manca sicuramente il Cosenza tra le prime, però c'è la conferma del Siracusa come outsider come lo scorso anno, il Rende sta facendo anche un ottimo campionato. Le tre davanti sono molto attrezzate, in questo momento sono alla pari, ma non hanno dimostrato una ferocia nel voler staccarsi dalle altre. C'è però da dire che il Girone C, anche se pure gli altri sono molto livellati, ha sempre delle insidie in più per il blasone delle piazze e per la pressione nel dover fare risultato. In ogni campo del C non è mai facile. Il ritorno sarà un altro campionato che vedrà tutte e tre partire alla pari. Vedo leggermente favorito il Lecce su Catania e Trapani, però dipenderà molto anche dal mercato di gennaio, se riusciranno a puntellare la rosa dove hanno bisogno".

Sorprese quindi Siracusa e Rende, mentre il Cosenza ha un po' deluso.

"Sì, il Cosenza manche la Fidelis Andria e la Casertana, che però stanno dando senza dubbio segnali di risveglio. Si era comunque già capito che non era il campionato dello scorso anno, dove ai vertici c'erano Juve Stabia e Matera, forse in questa stagione meno attrezzate. Questo torneo è appannaggio di tre squadre che sono abbastanza vicine, e sicuramente se la giocheranno fino alla fine. C'è anche un distacco netto tra le prime tre e le altre, mentre negli altri gironi c'è un distacco dalla capolista ma dalla seconda in poi c'è abbastanza equilibrio. Quest'anno la Serie C è molto livellata, chi ha speso di più sta rispettando le aspettivative. Il C è un girone stupendo, in ogni partita può succedere di tutto".

Ha avuto contatti con qualche società in questi mesi?

"In questo momento non ho niente in ballo, ma ho avuto qualche contatto, qualche situazione che poteva concretizzarsi, ma non è andata in porto. Sto aspettando la chiamata giusta. Sono abbastanza fatalista, se non succede adesso magari succederà tra un po'. Voglio essere ottimista, anche se dispiace perché se quello che è stato fatto l'anno scorso a Monopoli non basta per ripartire, c'è da lavorare il doppio per profili come il mio. Un allenatore come me, se non basta quanto ad esempio ho fatto io, deve lavorare ancora di più. Sto seguendo i campionati e cercherò di farmi trovare pronto quando verrà chiamato".

C'è un po' troppa concorrenza nel settore?

"Sì, è vero, ci sono tanti allenatori. Ma c'è anche un po' di pressapochismo nel giudicare gli allenatori. Devi andare a vedere come lavorano, devi capire cosa propongono, devi valutare aspetti morali e di competenza tecnica e tattica. Ho vinto due campionato a Treviso e dopo sono rimasto senza squadra, ho fatto dei play-off ed è andata ugualmente. Certi profili fanno un po' fatica, manca la continuità. Molto probabilmente in questo momento, per come funziona in Italia, probabilmente bisogna cambiare qualcosa. Spetta a noi allenatori adeguarsi e lottare senza mai demoralizzarsi. È chiaro che, noi lo sappiamo, fa parte del nostro lavoro: ci sono dei momenti in cui vuoi o non vuoi, devi stare a casa. Diventa difficile, c'è concorrenza. Ma, ripeto, l'allenatore quando viene scelto deve essere esaminato bene. È una figura molto importante e bisogna capire cosa può davvero dare alla squadra".