INTERVISTA TC Galderisi: "Nessuno avrebbe detto che il Pordenone è in C"

13.12.2017 13:00 di  Claudia Marrone  Twitter:    vedi letture
INTERVISTA TC Galderisi: "Nessuno avrebbe detto che il Pordenone è in C"
TMW/TuttoC.com
© foto di Federico De Luca

Ha commentato ieri, attraverso i microfoni Rai, la gara degli ottavi di finale di Tim Cup tra Inter e Pordenone ("mi sono divertito molto, ho visto intorno a me tante persone felici, è stata una bella giornata di calcio") e questa mattina, in esclusiva su TuttoC.com, Giuseppe Galderisi racconta la serata di "San Siro".

Oltre il risultato, il Pordenone ha compiuto un'impresa, impartendo anche una buona lezione nella Scala del calcio. Cosa può dirci di questa partita?
"C'è poco da dire, c'è solo da fare gli applausi al Pordenone: una favola che sembrava destinata a finire al momento del fischio di inizio è invece diventata un'impresa, e se anche fosse stata una partita di Europa League nessuno avrebbe mai detto che i ramarri sono una formazione di Serie C. Si può anche dire che l'Inter ha magari trascurato o sottovalutato la competizione, ma non è importante questo, c'è più che altro da sottolineare la prestazione dei friulani, ordinati e con grande personalità: è così che vanno giocate le partite, il Pordenone ha dimostrato che con serietà e programmazione si possono raggiungere traguardi di livello. Un plauso al presidente Lovisa, ai direttori, a mister Colucci e alla squadra, ci hanno davvero regalato delle emozioni".



Per una mentalità tipica italiana, è più facile sottolineare invece la débâcle dell'Inter: non sarebbe meglio dare semmai maggior spazio alla grandiosità del Pordenone?
"A San Siro in molto hanno applaudito il Pordenone al termine del match e lo hanno fischiato durante i rigori, c'era davvero molta paura e si percepiva, a un certo momento, quando anche Icardi ha sbagliato alcune cose, la sensazione è stata proprio che sarebbero stati i penalty a decidere la gara, e se i neroverdi avessero vinto sarebbe stata quella la foto di una partita che è comunque entrata nella storia. Poi ovviamente una spiegazione alla partita dell'Inter va data, e anche da allenatore, nonostante Spalletti sia uno tra i più forti al mondo, dei dubbi sorgono, viene magari da chiedersi se davvero non fosse stato il caso di fare scelte iniziali diverse. E' chiaro però che si deve sempre guardare i due volti della medaglia sottolineando anche il resto, e anzi, sarebbe stato bello vedere l'Inter giocare al "Bottecchia", perchè la Coppa deve essere una gioia nazionale, e deve voce a tutto il calcio italiano".

Anche questo riguarda però un aspetto tipico della visione italiana: si snobba la Coppa. Non sarebbero da apportare modifiche per portare questa competizione sugli standard europei dove ci sono regole completamente diverse e più inglobanti?
"E' triste vedere gli stadi vuoti durante la Tim Cup, ma se magari le gare vengono a ridosso di altre partite importanti, come poteva essere quella di sabato tra Inter e Juventus, è normale che si perda un pò di interesse. Io non so quale potrebbe essere la strada che porti la competizione sotto un altro appeal, anche se comunque sarebbe bello vedere anche le cosiddette big partire dalle fasi iniziali, no giocare tre gare e vincere il trofeo: hanno tutte strutture importanti, possono permettersi di giocarsela da principio. Piano piano però credo che si arriverà a questa evoluzione".

Evoluzione che dovrebbe riguardare anche la Coppa Italia Serie C, snobbata fino a qualche anno fa e tutt'ora comunque vista spesso come elemento di disturbo al campionato. Il fatto di aver messo in palio un posto nei play off può essere uno primo step verso una rivoluzione che renda maggiormente competitiva anche questa competizione?
"Si, questo si, anche perchè prima  la Coppa Italia di C era insignificante. Ma rimane comunque mal strutturata, non porta persone allo stadio e diventa economicamente pesante per tanti club in difficoltà quando la Serie C ha bisogno di sostegno e no di spese: va rivista la sua organizzazione".