INTERVISTA TC Lella: "Pordenone sottotono. Giana? Miracolo sportivo"

19.04.2018 15:50 di Claudia Marrone Twitter:    vedi letture
INTERVISTA TC Lella: "Pordenone sottotono. Giana? Miracolo sportivo"
© foto di Francesco Inzitari/ILoveGiana

Ora al Caravaggio, ma nella scorsa stagione diviso, in Serie C, tra Giana Erminio e Lumezzane: Tommaso Lella ha però un passato anche nel Pordenone, quando la squadra militava in Serie D, prima delle lunga cavalcata verso quella tanto agognata Serie B non ancora raggiunto. Del percorso di ramarri e biancazzurri, ai microfoni di TuttoC.com, è proprio l'attaccante a parlare. 

Pordenonese di nascita, con un passato neroverde: che bilancio tracci della stagione dei ramarri?
"La stagione del Pordenone purtroppo non è stata sui livelli che ci si aspettava. Cambiare allenatore in corsa non è mai una cosa facile da assimilare per dei giocatori. In più, a mio parere, manca una punta di categoria abituata ad andare in doppia cifra e in grado di risolvere le partite difficili".

Nel Girone B fa la voce grossa il Padova: centrerà la B domenica?
"Non so se centrerà la promozione domenica, la Fermana in casa deve fare gli ultimi punti salvezza o provare a coltivare sogni play-off. A prescindere il Padova vincerà un campionato che ha strameritato".



Altra tua ex squadra, la Giana Erminio: cosa sta succedendo ai biancazzurri?
"La Giana è una società unica nel suo genere. Nel bene e nel male. Quando le cose vanno bene è praticamente impossibile fermarla, probabilmente se facessero esordire un giovanissimo risulterebbe decisivo. C’è una sorta di magia su quella squadra. Tutto funziona ma senza sapere bene il perché. Io non credo sia un brutto momento per loro, anzi, credo che la classifica rispecchi il valore della squadra. Se si va a leggere le carriere di tre quarti della rosa sono tutti ex dilettanti. Tolti Bruno e Foglio, gli altri avevano tutti un lavoro fino a pochi anni fa. Spero nel salto di categoria di Chiarello, Marotta e Iovine, tre ragazzi straordinari e ottimi giocatori. Per il resto la Giana è una favola, un miracolo sportivo che va custodito e coccolato".

Nel Girone A, invece, Livorno e Robur sembrano farsi guerra per non salire. Come vedi questo rush finale?
"Il Girone A sembra maledetto in questi ultimi due anni. L’anno scorso sembrava finito a gennaio, con l’Alessandria a più 12; poi sappiamo come andò a finire. Quest’anno la storia si ripete, con il Livorno inizialmente lanciato verso un campionato in solitaria per poi dilapidare il vantaggio. Come l’anno scorso credo conterà soprattutto la testa, in queste situazioni di solito è favorito chi ha rincorso e recuperato, ma per la legge dei grandi numeri credo che vedere per due anni di fila perdere il campionato la squadra che era davanti sia difficile. Dico Livorno".

Capitolo generico: come ti spieghi la crisi del calcio moderno e le tante società che, sistematicamente, falliscono?
"C’è un fatto imprescindibile: le regole vanno rispettate, all’inizio dell’anno le società sanno perfettamente che termini devono rispettare e a quali oneri devono fare fronte. Il problema è come possono non attuare una programmazione adeguata al fine di non avere problemi. Purtroppo la Serie C è la categoria più complicata e dispendiosa di tutto il calcio italiano. Hai contratti da rispettare, tasse da pagare ecc. Ma questo le società lo sanno da principio, quindi devono avere la lucidità e onestà intellettuale di capire se sono in grado o meno di affrontare un simile campionato. Purtroppo ogni anno ci sono casi in cui questo non è stato fatto a dovere ed i risultati sono questi: penalizzazioni, retrocessioni, fallimenti".