INTERVISTA TC Livorno, Pecini: "Siamo ancora noi quelli da battere"

23.02.2018 06:00 di Claudia Marrone Twitter:    vedi letture
INTERVISTA TC Livorno, Pecini: "Siamo ancora noi quelli da battere"
TMW/TuttoC.com

Uno strano periodo quello vissuto dal Livorno, che sembra non saper più vincere e che ha visto osservare - con la casualità del calendario e degli eventi - il turno di sosta proprio la settimana antecedente al caos che si è scatenato ad Arezzo, e che sta mettendo a forte rischio il match di domenica tra le due compagini amaranto. Di tutto ciò, nel dettaglio, è il DG labronico Nicola Pecini a parlare, ai microfoni di TuttoC.com.

Probabilmente nel momento più difficile della stagione, momento fisiologico, è arrivata la sosta. Che settimane sono state per il Livorno?
"Due settimane di riposo servono per riordinare le idee e riprendere energie, come dico sempre anche il riposo fa parte dell'attività, ogni tanto occorre fermarsi e riflettere. Credo dunque che questa sosta, se quella di gennaio ha portato i problemi che si sono visti e ci ha fatto male, è stata produttiva, ci è servita".

Avete una partita in meno rispetto alle dirette concorrenti, ma vedere che soprattutto la Robur si è pericolosamente avvicinata quanta pressione mette?
"E' una situazione che mette la giusta pressione, eravamo consapevoli che dietro avrebbero potuto accorciare, anche perchè c'è da sottolineare che il largo vantaggio nostro sul secondo posto non era reale, al tempo proprio la Robur aveva due gare da recuperare. Ma è chiaro che noi dobbiamo concentrarci su noi stessi, dobbiamo solo pensare a vincere, alla fine la classifica dice che la capolista è il Livorno, e siamo ancora noi quelli da battere".



Effettivamente questa prima lunga parte di campionato ha detto questo. Anche alla luce del fatto che, quando siete inciampati, le squadre dietro non hanno saputo reagire.
"Il girone è duro per tutti, soprattutto poi per le toscane, che pagano lo scotto dei tanti derby che vanno giocati, e che proprio come tali sono sempre gare a sé stanti: e comunque tre delle quattro squadre in vetta sono del Granducato. Poi comunque è ovvio che il fatto di poter approfittare di qualcosa non dipende mai da una sola squadra, subentrano tanti fattori".

Domenica vi attende quella che forse è la gara più complessa dell'anno, che lascia aperti tanti scenari e tanti sviluppi. Potrebbe essere l'ultima gara dell'Arezzo, e voi in una posizione strana: se non si gioca e magari sarà per voi vittoria a tavolino c'è chi punterà il dito, se si gioca ed è l'ultima potreste rimetterci voi, se si rinvia ci sarà da decidere quanto prima il nuovo calendario.
"E' una gara molto delicata, le motivazioni dell'Arezzo vanno oltre la tecnica, anche se sono una squadra di qualità e basta vedere quello che hanno fatto all'andata: di certo c'è che se gli amaranto decidessero di andare avanti dovranno onorare al meglio il tutto. Poi la differenza la fa sempre il momento nel quale si affronta una squadra. Poi noi ci affidiamo ai voleri delle istituzioni, anche se chiaramente vogliamo giocare, ma la soluzione per noi, al momento, è quella di guardare solo in casa nostra".

Il pericolo di un caso Modena nel Girone A è davvero concreto?
"Come detto, noi ci affidiamo agli organi competenti che sapranno fare sicuramente una scelta che non vada a inficiare la regolarità non solo del campionato ma anche della classifica. Fare le cose eque significherebbe già da ora dire "si" o "no" all'Arezzo, ma è dura, e la situazione va valutare con lungimiranza, per il lungo termine quindi, non per questa domenica e basta. Se serve tempo va bene, che se lo prendano ma che arrivino poi alla giusta scelta".