Como, ultimatum a Ciuccariello

Il presidente rompe il silenzio. Troppe le telefonate senza risposta, troppo pesante il clima attorno alla società. Di Bari, forse incalzato nei giorni scorsi dallo sfogo del socio di minoranza Nini Binda, batte un colpo attraverso i microfoni di Espansione Tv e lancia un vero e proprio aut aut al clan di Raffaele Ciuccariello, l’imprenditore pugliese e i suoi nove figli, tutti sistemati nelle società di famiglia. “Se entro il 25 non ho suo notizie, io non aspetto oltre e vado avanti per la mia strada, con i miei soci di sempre e con nuovi compagni di avventura” ha sentenziato il numero uno della società lariana. Anche perché il mercato azzurro -contrariamente alle dichiarazioni ottimistiche della spettacolare conferenza stampa- è rimasto al palo, a cominciare dalla conferma o meno di mister Oscar Brevi. Ora, con gli ultimi verdetti consegnati agli atti e le società che cominciano a costruire le rispettive rose, non è più il tempo dell’attesa.
Al momento Di Bari e il suo vice Rivetti detengono il 48,5% di quote ciascuno, con quote simboliche comasche dell’imprenditore tessile Nini Binda (2%) e del commercialista Mauro Corti (1%).
I precedenti di Ciuccariello non erano troppo incoraggianti (chiedere informazioni ai giornalisti di Torino che si erano presi la briga di spulciare nei registri della Camera di Commercio e dei tribunali) , e la vicenda dell’acquisto della squadra lariana si profila essere solo uno dei capitoli di una storia personale fatta di grandi ambizioni ma anche di società fantasma e fallimenti a catena.
Ad ogni modo, nella notizia cattiva per bocca del patron azzurro i tifosi lariani possono comunque leggere il risvolto tranquillizzante, ossia la conferma che l’attuale dirigenza non abbandona la barca ed è pronta a garantire un futuro al Calcio Como. E la sua speranza di nuovi soci che possano entrare nel pacchetto societario viene confermata da alcune voci che vedrebbero l’imprenditoria lariana scossa da un moto d’orgoglio dopo l’affaire Ciuccariello e pronta con un paio di cordate a proporsi per acquisto di almeno una parte delle quote, probabilmente -come ipotizza il Corriere di Como- la metà delle percentuali detenute da Di Bari e Rivetti.
Il finale, per Ciuccariello, sembra dunque segnato, a meno che la storia non voglia concludersi così come era iniziata in quel tardo pomeriggio di fine maggio: nuove promesse, nuove ambizioni e tanti effetti speciali.
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