Lecco, l'ex Gaburro: "Esonerato dopo 7 giornate e con DS già sfiduciato"

18.11.2020 14:45 di Giacomo Principato   vedi letture
Lecco, l'ex Gaburro: "Esonerato dopo 7 giornate e con DS già sfiduciato"
TMW/TuttoC.com

Lungo sfogo del tecnico Marco Gaburro, protagonista dell'ultima promozione in Serie C del Lecco e insieme ai lombardi anche in terza serie prima dell'esonero deciso dalla proprietà. "Come sia andata, ormai, lo sanno tutti, con un "amore" mai sbocciato con la proprietà, nonostante ci sia stato un anno per conoscersi, vincendo a mani basse il campionato di D", spiega Gaburro in un articolo pubblicato sul blog veronaspettinata.it. "Un anno che avrebbe dovuto far capire molto di più del sottoscritto. Un anno nel quale sono arrivato a fianco di un presidente che da quasi un decennio spendeva l'inverosimile senza aver mai nemmeno sfiorato una vittoria e ho ribaltato come un calzino la rosa della squadra, ho fatto, mercato, ho allestito gruppo e staff, portando il tutto a vincere con mesi di anticipo come nessuno aveva mai fatto prima", ha scritto l'allenatore.

Gaburro ha poi continuato: "In un'anno si dovrebbero imparare un sacco di cose, non soltanto limitarsi a osservare quanto accade sul campo. Si dovrebbero conoscere le persone, la loro competenza, la loro passione e soprattutto la loro onestà. Ma questo, si sa, non è da tutti, altrimenti il  mondo (e non solo quello pallonaro) girerebbe e funzionerebbe molto meglio. E' capitato così che si sia incrinato qualcosa in un rapporto che pensavo si poggiasse su un livello di conoscenza reciproca molto più profondo. E si è incrinato, intendiamoci, a prescindere dai risultati sportivi, che anzi sembravano non solo non contare più, ma addirittura rappresentare una sorta di fastidio rispetto ad un disegno che era evidentemente e palesemente diverso, anche se forse nessuno (dall'altra parte) aveva avuto la forza o meglio il coraggio di imporre. Quando dico a prescindere, intendo proprio a prescindere. Capita così che ti ritrovi, da neo-promossa, nonostante le fisiologiche e naturali difficoltà di impatto con la nuova categoria, a superare il primo turno di Coppa Italia (triangolare) e a fare tre punti nelle prime due giornate. Fantastico, direbbe qualunque osservatore esterno... Ma non per chi c'era lì, per chi era presente, per chi stava dentro. Quel rendimento, che dovrebbe in una logica normale creare le premesse minime per ottenere quella tranquillità necessaria a far decollare qualsiasi progetto, ha invece prodotto una conferenza stampa-suicidio del presidente proprio dopo una vittoria in campionato, nel quale si è inspiegabilmente scagliato contro la non spettacolarità del gioco della squadra (??!!) e ha screditato il sottoscritto pubblicamente (annunciando l'ingaggio da me non gradito di un suo "pupillo" e facendolo pubblicamente). Da lì un'inevitabile escalation di tensioni e contro-tensioni, generanti interventi punitivi nei confronti della squadra, allenamenti suppletivi, giocatori messi fuori rosa e poi reintegrati nel giro di ventiquattro ore, eccetera, eccetera. Ciò nonostante il mio esonero è arrivato alla settima giornata con la squadra a sei punti in classifica, con già un direttore sportivo sfiduciato, un supplente nominato in fretta e furia e il nome del mio sostituto che veleggiava tranquillamente nell'aria da quindici giorni. Non male come ritorno tra i professionisti, direi...".

Il tecnico conclude così la parentesi sull'esperienza lombarda: "Ho vissuto l'esonero con grande amarezza, ma con estrema onestà, soprattutto verso me stesso, oltre che verso un ambiente che ho amato e amerò sempre e che non volevo assolutamente danneggiare da "tifoso scomodo". Ecco perchè non ho mai rilasciato un'intervista, mai scritto un post o un blog sulla questione. Sono stato dall'altra parte, so cosa si prova a lavorare con un allenatore esonerato che aleggia sulla propria testa e il proprio lavoro e non volevo assolutamente che questo potesse accadere. Ho apprezzato le manifestazioni di stima ricevute dai tifosi, ma questo non mi ha fatto cambiare linea di gestione della mia "assenza".