Auriletto: "La Pro Vercelli è una famiglia che mi ha fatto rinascere"

17.05.2021 11:00 di Valeria Debbia Twitter:    vedi letture
Simone Auriletto
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Simone Auriletto
© foto di Ivan Benedetto/Uff. Stampa Pro Vercelli

Simone Auriletto, difensore della Pro Vercelli, si è raccontato dai canali ufficiali del club piemontese: “La mia passione per il calcio è nata da piccolino, giocavo da solo in giardino giorno e notte. Non ho mai voluto far parte di una squadra fino a 8 o 9 anni, stavo bene così: sono un ragazzo che sta bene con sé stesso, non avevo la necessità di far parte di un gruppo, di integrarmi in qualcosa. Poi, per gioco, sono andato nella squadra del mio paese di campagna e ho iniziato a fare alcuni provini. Da lì è nato il mio percorso".

"Se non avessi fatto il calciatore, avrei studiato probabilmente meccanica, perché mio papà fa quello ed è il mio punto di riferimento, il mio idolo, avrei fatto forse come lui, ma non lo so con certezza".

"Sono cresciuto nel settore giovanile del Torino, sono rimasto lì nove anni ed è stata l’esperienza più bella della mia vita. Da piccolo mi avevano fatto fare i provini col Toro, ma alla fine me ne ero andato. Poi invece ci sono rimasto nove anni: ho finito facendo due anni di Primavera e ho partecipato alla Youth League. Il Torino è una famiglia, c’è grande passione: una cosa che raramente si vede
".



"Ho fatto le prime esperienze nel girone C: le differenze che ho notato sono che il calcio è più sentito e 'cattivo'. I tifosi sono più calorosi, c'è più probabilità di vedere tanta gente allo stadio, al Nord non è sempre così, ma dipende comunque da città a città. E' bello: io ho giocato nella Reggina che ora è in B e ha fatto grandi cose. Già quando c'ero io venivamo trattati da giocatori di Serie A, anche se facevamo un campionato a salvarci in C". 

"A Vercelli mi trovo benissimo. Il ricordo più bello credo sia il primo giorno in cui sono arrivato: ero svincolato dopo una esperienza triste con il fallimento del Matera e di punto in bianco mi era arrivata la chiamata dell’ex direttore sportivo Varini. Non me l'aspettavo e da lì sono rinato: ho trovato gente spettacolare e giocatori forti. Prima vedevo le cose in modo buio a causa dell'esperienza triste vissuta".

"La forza della Pro Vercelli è lo spogliatoio, siamo uniti anche fuori dal campo, non è scontato. Il mio idolo è Michael Jordan, uno sportivo inarrivabile: mi affascina più di tutti, tutto il mondo lo conosce anche grazie alla serie TV uscita su di lui. Il mio sogno è quello di arrivare in Serie B con la Pro Vercelli, questa è una famiglia che mi ha fatto rinascere”.