Como, qualcuno ravviverà la melodia?

Il girone d'andata del Como si è trascinato alla fine un po' stancamente, come quelle melodie belle all'inizio ma che perdono incisività col passare dei minuti e che, dopo l'ultima nota, non lasciano troppe emozioni nel cuore. 

La questione non è tanto la classifica: l'obiettivo è la salvezza e ad inizio stagione chiunque avrebbe firmato per arrivare a metà campionato a -1 dai playoff e +4 dai playout. Il primo fattore di preoccupazione è che 6 dei 23 punti ottenuti finora sono arrivati nelle prime due giornate, ergo le ultime 17 partite hanno fruttato 17 punti. Pochi, soprattutto considerando che la squadra di mister Banchini ha saputo spesso imporre il proprio gioco, ma raramente ha concretizzato la superiorità vista sul campo. Sintetizzando, il Como sa giocare a calcio ma non sa vincere. E non è poco. Quando c'è da tirar fuori la cattiveria - spesso negli ultimi minuti, per sbloccare o mantenere il risultato - o non riesce a incidere in avanti o addirittura subisce gol. Tanto è vero che nelle ultime nove partite è arrivato un solo successo. 

La solida proprietà alla guida del club lombardo non guarda solo ai risultati nell'immediato: ha messo le basi per il futuro con contratti pluriennali ai calciatori e sta lavorando a un restyling dello stadio Sinigaglia. Per quest'anno la salvezza sembra andar bene a tutti. Tutti tranne, forse, i tifosi, che intravedono la possibilità di entrare nei playoff e che comunque vorrebbero una squadra ambiziosa che ottenga quanto può ottenere. 

Nel girone di ritorno, come ripete spesso Banchini, "inizia un nuovo campionato". Subito con due scontri diretti vitali, contro Pergolettese e Gozzano, che potrebbero ipotecare o complicare la salvezza comasca. Partite che condizioneranno anche le valutazioni su allenatore e rosa: il mercato è alle porte, l'organico non è inesperto ma il più "vecchio" è il 32enne portiere Facchin. Mancano un paio di uomini di mestiere e carisma. Di quelli che sanno vivacizzare qualunque spartito.