Gavorrano, dillo a Remedi: non aver paura di sbagliare un calcio di rigore

20.05.2018 06:00 di Claudia Marrone Twitter:    vedi letture
Gavorrano, dillo a Remedi: non aver paura di sbagliare un calcio di rigore
TMW/TuttoC.com
© foto di Piero Parricchi - US Gavorrano

Correva il 17 luglio del 1994, e l'Italia si giocava la vittoria del Mondiale Usa '94 ai calci di rigore: decisivo, e non a favore degli azzurri, l'errore dal dischetto di tale Roberto Baggio, che "consegnò" la Coppa al Brasile di capitan Dunga. Si, Roberto Baggio, il Divin Codino, non uno qualunque, ma il talento fatto persona. Ecco, non si discute la classe e il talento di un calciatore da un penalty sbagliato, neppure al netto del peso specifico dello stesso.
Lo dice anche Francesco De Gregori nella canzone La leva calcistica della classe '68, "Ma Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore, non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore. Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia". E da tante altre sfumature, si, ma non da un solo - uno e soltanto uno - rigore sbagliato.



A cosa serve questo preambolo? A evitare (o provare a farlo) che quest'oggi, aprendo quanto di leggibile ci possa essere, sia buttata la croce addosso a Lorenzo Remedi, centrocampista del Gavorrano che ieri, nella gara di andata dei playout, giocata contro il Cuneo, ha fallito il rigore del possibile 1-1, calciando alle stelle una palla che pesava probabilmente più della razionalità: davanti al pc o alla tv è facile sobbalzare e criticare, sapere alla perfezione come andrebbe fatta una cosa, in campo la storia è un'altra. Emozione, tensione, paura di vincere e di perdere, nervosismo: si parla di uomini, no di automi. Certo, Fabio Grosso il rigore non lo ha sbagliato - Mondiale 2006 - ma Baggio si. Baggio. Se lo sbaglia Baggio può sbagliarlo chiunque: solo chi non li tira non li sbaglia.

Vietato ed errato, quindi, colpevolizzare il calciatore. Del resto la croce si fa con due pali: se i maremmani sono arrivati ai playout le responsabilità sono da condividere tra tutti, qualcosa è andato storto già tempo indietro, si deve solo guardare avanti tornando a credere nei proprio mezzi. In quelli che il Gavorrano ha, perché la categoria può mantenerla, è andato solo il primo round, il secondo deve ancora arrivare. Ma con la testa libera, senza colpe e colpevoli.