La Lucchese non molla. Ma la "società" lo ha già fatto

22.02.2019 06:00 di Claudia Marrone Twitter:    vedi letture
La Lucchese non molla. Ma la "società" lo ha già fatto
TMW/TuttoC.com
© foto di Luigi Gasia/TuttoLegaPro.com

"Finchè non ci staccano la spina andiamo avanti. Ci salviamo se ci consentono di giocare. Se ci fanno partire con il pullman pagando le spese vive. Almeno quelle. Il Cuneo ha perso sul campo, ma faccio i complimenti al loro mister e ai ragazzi che come noi giocano in condizioni assurde e disumane": parola di Antonio Obbedio, DS della Lucchese, a margine della vittoria dei suoi contro il Cuneo, altra formazione che, esattamente come quella rossonera, ha ormai meno di un mese di tempo per saldare tutte le pendenze ancora in essere per poter continuare il campionato. 
Club inadempiente, anche quello piemontese, ma maggiormente rispettato - almeno di facciata - da chi lo guida.



Perché quello che si vive a Lucca è ormai paradossale. Tralasciamo la pesante sanzione comminata a Favarin per una testata rifilata all'ormai ex vice allenatore dell'Alessandria (sollevato dall'incarico con l'esonero di D'Agostino), punizione che puzza di sentenza trasversale al club ma che comunque andava data, tralasciamo anche il problema infrastrutturale - pezzi di cemento distaccatisi dal tetto - che ha costretto tanti spettatori ad assistere alla gara della pantera contro il Gozzano con i pompieri a lavoro per garantire la sicurezza dell'impianto, ma quello che è successo nei giorni scorsi no, non si può proprio tralasciare. 
Lunedì la squadra, tra le poche componenti del club a metterci sempre la faccia, ha subito un'ulteriore penalizzazione, vedendo le proprie lunghezze decurtate di 16 punti, perché i vertici continuano a essere inadempienti: sì, probabilmente con i soldi arrivati dalla Lega sono state saldate le spettanze della rosa, ma non c'è traccia di contributi versati, aspetto che porta a un'ennesima penalità, che verrà comminata a breve. Non solo, martedì, prima della partenza per Cuneo, la squadra è rimasta circa per un'ora sul pullman, nel piazzale dello stadio, poichè il vettore non aveva l'ok a partire, visto che non era stato saldato il conto con l'azienda; da Roma, dove risiede l'AU Umberto Ottaviani non arrivavano notizie, e nessuno sapeva come rintracciare lo stesso, visto che come recapito Ottaviani ha fornito solo un indirizzo mail di posta non certificata, ma per fortuna il tutto si è sbloccato a seguito dell'intervento del socio di minoranza Moreno Micheloni, che, dopo un consulto con il sindaco revisore e con Arnaldo Moriconi, ha autorizzato il prelievo di quanto dovuto. Una scena tra il fantozziano e il kafkiano, che però non fa ridere, per niente, e che di normale non ha nulla. Nonostante rischi di ripetersi a breve: domenica la Lucchese sarà impegnata ad Alessandria contro la Juventus U23, e qualcuno dovrà pur contattare i fantomatici romani per poter prelevare una somma di danaro dai conti atta a permettere la trasferta, comprensiva di pullman e albergo per la squadra. 
Intanto, ieri, una delegazione di giocatori, accompagnata dal DS Obbedio e dal preparatore dei portieri Biato, si è recata dal sindaco di Lucca, Alessandro Tambellini, per manifestare tutta la preoccupazione per quello che sta accadendo. 

Una vergogna, un'ennesima vergogna che si aggiunge alle tante stagionali, non solo targate Lucchese. 
Una mancanza di rispetto per chi, con il lavoro nell club (indipendentemente dalla mansione svolta) manda avanti sè stesso e una famiglia: già, il calcio è un lavoro.
Ma questi sembrano concetti astrali, anche se il teatrino messo in scena dalla proprietà ha stufato. Che poi, di quale proprietà stiamo parlando? Al timone sembra esserci una cordata romana, i fantomatici di cui sopra, ma ricordiamo che Aldo Castelli, nello scorso dicembre esordì con "Rappresento degli imprenditori di Roma e non solo. Sono stato accostato a personaggi che neanche conosco. Non ho altro da dire", come se fosse giusto che chi va in casa di altri neppure si presenti. Dietro di loro Pietro Belardelli? O ancora Arnaldo Moriconi che di facciata ha venduto ma continua a essere il benefattore di una malato terminale? Per quale scopo non si sa, ma nemmeno occorre saperlo.
Occorre stabile semmai un confine tra reale e assurdo, cosa che qui non è stata fatta. E occorre smettere di giocare con la pelle di chi si sta esponendo. A tutto c'è un limite.