Olbia, Carboni: "Felice più per la reazione che per il punto"

18.11.2018 23:10 di Anna Catastini   vedi letture
Olbia, Carboni: "Felice più per la reazione che per il punto"
TMW/TuttoC.com
© foto di Prospero Scolpini/TuttoSalernitana.com

La prima di Guido Carboni sulla panchina dell’Olbia porta in dote un pareggio in casa del Pisa. In sala stampa, Carboni analizza i novanta minuti e la reazione immediata dei sardi all’iniziale svantaggio di Zammarini: “Oggi non è tanto il pari a rendermi soddisfatto, quanto la reazione della squadra, volevo le risposte che sono arrivate. Venivamo da un brutto capitombolo casalingo e oggi abbiamo messo in campo una prestazione volitiva, di sacrificio, anche di sofferenza, sì, ma riuscendo sempre a ripartire e con la voglia di pareggiare. Il gol arriva dopo un primo tempo un po’ titubante, con il freno a mano tirato per non scoprirci. Ci siamo difesi bene, sono contento della prestazione: parto da qui, tenendo bene in considerazione il valore dell’avversario. L’Olbia era una squadra che spesso usciva dalla partita, ora dobbiamo ripartire dalle cose semplici, cercando di ritrovare quella determinazione e sicurezza utile a far crescere i ragazzi” sono le parole di Carboni riprese da “SardegnaSport”.

Fondamentale l’aspetto psicologico: “I ragazzi hanno attraversato un brutto periodo e hanno perso sicurezze. Oggi, più che cercare il risultato, dovevamo dare un segnale come squadra. Abbiamo cercato di difenderci con ordine, evitando di stare troppo bassi ma patendo la loro fisicità e i loro centimetri in più soprattutto nei duelli aerei. Il Pisa è una squadra con delle individualità importanti, che conosco molto bene, ed era normale soffrire. La squadra ha cercato di creare qualcosa e sono soddisfatto dalla reazione dopo il gol. Siamo stati fortunati a trovarlo subito ma è stato importante non aver abbassato la testa. La fortuna delle volte va cercata e noi in quell’occasione avevamo 4 uomini nella loro area. Questo a dimostrazione del fatto che i ragazzi non si sono né accontentati né demoralizzati. Sappiamo che c’è tanto lavoro da fare per trovare la nostra identità, ma è importante ripartire da questa prestazione”.