Pisa, quel secondo posto che nasce dal coraggio di osare

23.10.2018 22:40 di Claudia Marrone Twitter:    vedi letture
Pisa, quel secondo posto che nasce dal coraggio di osare
TMW/TuttoC.com

Pisa: un nome che richiama un certo blasone, che richiama certe squadre dei tempi che furono, che richiama certe categorie. Inutile negare questo.
Ma altrettanto inutile è non capire che il calcio e i tempi sono cambiati, e di conseguenza anche le prospettive: ma non gli obiettivi, perché a un determinato dato si può arrivare in tanti tempi e modi.
Sarebbe facile arrivare a Pisa e pensare di schioccare le dita per ottenere quanto si vuole, più difficile è avere una squadra giovane e con età media molto diversa rispetto al passato (e quindi con meno esperienza) da plasmare: del resto il DS Roberto Gemmi ha dovuto far di necessità virtù, trovandosi con pluriennali contratti da risolvere (missione compiuta!) e una rosa da riorganizzare con un budget più limitato rispetto al passato. Trovando comunque il giusto equilibrio tra tasso tecnico ed economico.
A mister Luca D'Angelo, poi, il coraggio di osare non è mai mancato, e senza batter ciglio nonostante qualche difficoltà iniziale, ha sperimentato svariate soluzioni che hanno portato al 3-5-2 come modulo ideale, con anche qualche big in panchina: perché, occorre ricordarlo, il Pisa è sceso in campo, come mai era successo prima, con anche sei under.

Calciatori alle volte adattati nei momenti di emergenza che hanno comunque reso, basti vedere l'eccellente De Vitis che nel suo ruolo di centrocampista sta rendendo al top ma anche in difesa se l'è cavata, o Cuppone rispolverato come quinto di centrocampo e Masucci in veste di seconda punta. Poi i cambi, con il tecnico che ne ha spesso sottolineato l'importanza: l'esempio più recente è relativo a ieri, con Marconi che da subentrato ha chiuso i giochi in favore dei suoi, contro un Gozzano comunque battagliero.
Le squadre oggi si fanno così, con l'identità, no con i nomi o con i titolari fissi.