AlbinoLeffe, atto III. Novità di nomi, continuità di idee

15.07.2018 21:00 di Francesco Moscatelli   vedi letture
AlbinoLeffe: si riparte
TMW/TuttoC.com
AlbinoLeffe: si riparte
© foto di Michele Maraviglia/UC AlbinoLeffe

Vialetti curati lambiscono campi di erba appena tagliata. Sagome, alcune gialle, alcune rosse, punteggiano uno dei tanti rettangoli verdi del centro di Zanica. I pini a bordo campo, droni immortali e senza tempo, a raccontare battaglie, ritiri pre-gara, giovani promesse ed eroi maturi di un calcio di alto livello. E all'ombra di essi tante casette, una per ogni categoria della cantera. No Esordienti B, non è ancora il vostro turno: godetevi le vacanze ancora per un po’ e lasciate il sudore a Gavazzi e compagni. Anche una cicala ad intermittenza, perché no: se non il 14 luglio, quando?

Quiete. Quindi calma. Quindi serenità. Parte da un concentrato silenzio la nuova avventura dell’AlbinoLeffe di Massimiliano III. Serina c’è, anche quest’anno, a mettere benzina nelle gambe dei blucelesti secondo un programma che si consolida, di anno in anno, in un piacevole rito. Ma a Zanica, pianura che più pianura non si può, non si casca male: con tanto verde intorno la fatica si sente meno e pure l’invito ad una conferenza stampa fissata per le 14.30 non è illegale.

Anche perché c’è da ripartire e il primo giorno di scuola, in fondo e per certi versi, è sempre il più bello. Perché c’è una positiva stagione da confermare, perché ci sono difficoltà da metabolizzare, perché ci sono giovani da lanciare. Soprattutto, perché c’è da verificare, ancora una volta, la bontà di un modello: un modello di professionismo sostenibile, che vede i giovani del vivaio seguiti a Zanica così come nello sviluppo dei vari prestiti. Una via intrapresa già dagli anni gloriosi dei Del Prato e dei Biava, una via prima pionieristica, ieri auspicabile e oggi necessaria. Non più procrastinabile. L’unico antidoto alle iscrizioni dell’ultimo minuto, alle capacità finanziarie già zoppe ancor prima di cominciare, alle fideiussioni che il politicamente corretto che ammorba i nostri tempi si limita a definire “dubbie” per non svegliare questa serie C sempre meno credibile; sempre più improbabile, quando i colpevoli si dichiarano vittime; sempre più umiliante agli occhi di chi, il calcio, quello vero, lo ama senza riserve.

La Celeste, in questa allucinazione collettiva cui nessuno sembra poter (o voler?) porre rimedio, si accomoda ai blocchi di partenza forte di un progetto che parte da lontano: un’opera di tanti mattoni che vede i vari Nichetti, Ravasio, Gusu e Mondonico ormai pronti per essere pure determinanti e che annota pure i nomi di qualche millenials come Galeandro (passato professionista lo scorso dicembre), Micheli e Sokhna, giovani a caccia di minuti da mangiare e di gerarchie da scalare. Un progetto che riguarda i calciatori, lo staff tecnico e sanitario (in parte rinnovato) e le strutture. Sì, perché sarà “Atleti Azzurri d’Italia” fino al 30 giugno 2019. Praticamente fino a domani. E poi? Si lavora sodo, anche su quel fronte, con l'orizzonte sempre a lungo termine e la via che appare meno praticabile. Si lavora sodo, anche alle 14.25 di un sabato di luglio, anche quando regna un silenzio ristoratore, una pace assolata interrotta solo da una cicala. Lei sì, unica un po’ svogliata.