L.R. Vicenza Virtus, Colella: "Paura di una gara? Non scherziamo"

16.11.2018 21:20 di Claudia Marrone Twitter:    vedi letture
L.R. Vicenza Virtus, Colella: "Paura di una gara? Non scherziamo"
© foto di Francesco Inzitari/ILoveGiana

Attraverso i microfoni di gianlucadimarzio.com, il tecnico del L.R. Vicenza Virtus Giovanni Colella si racconta a 360°. Non solo per quanto fatto in campo, ma anche fuori, e da come è iniziata la sua carriera:

“Se il calcio è stato e sarà sempre la passione che colora la mia vita, per molto tempo non è stato niente di più che un hobby. Mi serviva giusto per arrotondare e per tenermi incollato a quel mondo che sognavo, sognavo, sognavo. Ma niente di più. La realtà era un’altra. Di soldi nel calcio se ne vedevano pochi, giocavo nell'Interregionale veneto, erano più o meno pari alle spese, ma io li investivo per corsi e aggiornamenti. Dicevo tra me e me, ‘non so se arriverò mai, ci provo, ci metto tutto me stesso poi come va va, non avrò rimpianti’. E così per guadagnarmi da vivere, davvero, andavo a fare la stagione a Jesolo tre o quattro mesi l’anno e poi a portar via la frutta dagli alberghi. La mattina la sveglia suonava alle 4.30, lavoravo fino alle 13 e poi il pomeriggio mi andavo ad allenare. Era un po’ tutto un arrangiarsi e un correre da una parte all’altra, ma io volevo fare l’allenatore, vivevo per quello”. 



E tornando agli inizi: "Comincio ad allenare, da San Donà a Belluno e decido di lasciare gli studi. Allenavo più per hobby che per un tornaconto, che non c’era assolutamente. Giravo, vedevo partite, ero libero solo la sera, dopo le 22, giusto in tempo per leggermi qualche trattato di Storia, di cui sono grande appassionato. Ecco, probabilmente se non fossi andato avanti nel mondo del calcio, mi sarebbe piaciuto fare l’insegnante di Storia”

E conclude poi: "Io non mi sono mai attaccato a carri importanti, mi son sempre detto ‘Giovanni se arrivi arrivi, sennò non avrai rimpianti’. Oggi sono qui e mi ritengo una persona fortunata perché so da dove sono partito, so quanto fango ho dovuto mangiare. Ma sono arrivato qui e ci sono arrivato con le mie gambine, non esiste niente di più appagante di questo. Mi sveglio la mattina e sono contento di andare al lavorare, ogni giorno mi alzo dal letto e sono la persona più felice del mondo… fino a ieri potevo soltanto sognare di allenare al Menti davanti a 10mila persone. Mi fan ridere quando mi chiedono se ho paura, di un avversario, di una partita, di un esonero. Io ho avuto paura nella mia vita sì, quando non riuscivo a pagare il mutuo di casa o quando è nato mio figlio e stavo a casa disoccupato. Il resto sono cavolate, non scherziamo”.