Ad Catania: "Vogliamo B. Solo pazzi come me non pensavano di fallire"

22.06.2018 18:30 di Sebastian Donzella Twitter:    vedi letture
Ad Catania: "Vogliamo B. Solo pazzi come me non pensavano di fallire"
TMW/TuttoC.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Pietro Lo Monaco è un fiume in piena. L'amministratore delegato del Catania, dopo l'eliminazione ai playoff degli etnei, si è presentato in conferenza stampa per analizzare la stagione: "Ho un sogno: vedere questa annata per quella che è stata. Visti i commenti debbo dire che ci abbiamo capito ben poco, con un giornalismo che accontenta il momento, che parla di fallimenti. Ho letto e sentito discorsi catastrofici, nei quali tutti devono andare a casa, la squadra non può più iscriversi al campionato avendo fallito l'aggancio alla B e via dicendo".

Il dirigente etneo risponde punto per punto: "Sin dall'anno scorso ho sempre detto che il Catania combatteva due campionati: quello dei conti e quello del campo. Il secondo era assolutamente secondario perché il club rischiava il fallimento per come era combinato. Abbiamo iniziato a percorrere una strada che solo i pazzi potevano pensare potesse avere una via d'uscita. Se avessi fatto vedere i numeri del Catania a qualsiasi esperto, mi avrebbe detto di non perderci tempo perché l'unica strada era la chiusura. Invece ci abbiamo sempre creduto, tra miliardi di difficoltà. Mi incazzo, e mi fa parlare l'amore per il Catania, per la superficialità con cui si scrive e si lanciano messaggi di un certo tenore.

Volevamo andare in B e ci abbiamo provato in tutti i modi, costruendo la migliore squadra di tutti e tre i gironi di C, che ha fatto 70 punti, col miglior attacco della Lega Pro, una delle migliori difese del campionato, che ha vinto 10 gare in trasferta e che può vantare il pubblico migliore del campionato. Questa squadra ha riportato la gente allo stadio: siamo primi per presenze allo stadio in tutta alla C. E se aggiungiamo anche la B, il Catania risulta essere quarto o quinto. E in A siamo prima di altre tre squadre. Giocare col Siena da un lato ha fatto bene al cuore per quanta gente ho visto, ma non avevo dubbi perché so che Catania sente la squadra, e per loro dobbiamo andare avanti. A un team che ha fatto tutto ciò, come si può parlare di campionato fallimentare e di gente da mandar via?

Io a certi giornalisti, che si sostituiscono alla società, dico: venite al Catania, gestitelo per 15-20 giorni. Se non vi ricoverano al manicomio e siete ancora vivi, va benissimo. Non avete idea di quello che c'è da fare, a cominciare dall'iscrizione. Ci vogliono i soldini, gli sghei. E ci vorrebbe anche un po' di rispetto. Cosa che manca letteralmente. Non perché siete cattivi ma perché è stato assimiliato un modo di scrivere in questi anni di m... da giudici, non da giornalisti. I giudici stanno al tribunale.

Il Catania è tornato, è forte, è una società forte, ha sfiorato la B quest'anno e che, l'anno prossimo, si propone di nuovo, perché vuole vincere il campionato. Il tutto dopo aver ottemperato a tutti i propri obblighi, a prescindere dalla mancata promozione. Adesso siamo forti: gli allenatori fanno a gara per venire da noi, le altre società ci chiedono i nostri giocatori. Basterebbe solo questo per capire quanto la comunicazione è stata da tifoso disfattista, nemmeno da tifoso legato alla squadra.

La notte di Siena l'abbiamo vissuta come un dramma perché credevamo alla B. Pensavamo di poterci arrivare anche in maniera diretta, perché c'erano le condizioni nonostante le tante avversità. Non farò populismo e non mi appellerò agli errori arbitrali: e abbiamo subìto tanti torti, ma siamo comunque arrivati a 70 punti, uscendo solo ai calci di rigore. Questo non dà diritto a nessuno di dire che abbiamo fallito e che il prossimo anno la B dovrà essere conquistata a tutti i costi.

Il Catania il prossimo anno vorrà vincere il campionato e si sta già muovendo per avere una squadra competitiva. Ma i campionati vanno giocati, vanno sofferti. Niente viene per virtù dello Spirito Santo o perché ti chiami Catania. Anzi, quest'ultimo è un deterrente negativo a certi livelli, per le vicende che ci sono state negli ultimi anni, che Catania paga ancora. Ma oggi il Catania è una società forte, da temere e da rispettare.

Ma è innegabile aver pagato tanto: avete mai visto una squadra che gioca i playoff senza tifosi al seguito fuori casa? Non posso dare torto a chi ha emesso determinati provvedimenti dopo i famosi fatti calabresi. E quei quattro scassapagghiari che hanno fatto i cori contro il Siena dico che sono il male del Catania e che non abbiamo bisogno di loro. Il tifo di Catania è appassionato, è quello visto nella Curva Nord, uno spettacolo incredibile da Serie A: non quello di certa gente che non ci rappresenta e che è meglio se stia lontano da Catania se deve fare danni. Il Catania si deve amare e si deve rispettare".