COSA RESTERA' DELLA SERIE C 2017/18? DALLA A DI AREZZO ALLA Z DI ZERO (COME I PUNTI DELL'AKRAGAS), NEL BENE E NEL MALE ECCO COSA RICORDEREMO DI QUESTA STAGIONE

Emilianobrianzola di nascita, munsciasca d'adozione, roman(ist)a nell'anima. Nata nell'anno del secondo scudetto della squadra della Capitale. Laurea in comunicazione causa passione per il giornalismo
21.06.2018 00:00 di Valeria Debbia Twitter:    vedi letture
COSA RESTERA' DELLA SERIE C 2017/18? DALLA A DI AREZZO ALLA Z DI ZERO (COME I PUNTI DELL'AKRAGAS), NEL BENE E NEL MALE ECCO COSA RICORDEREMO DI QUESTA STAGIONE
© foto di TC

"Cosa resterà di questi anni '80" cantava nel lontano 1989 Raf. E alla fine di ogni avventura, che sia un percorso di vita personale o come nel nostro caso un campionato di calcio, insomma quando c'è da tirare le somme e tracciare un bilancio finale, inevitabilmente quel verso risuona nelle orecchie. Già: cosa resterà di questa Serie C 2017/18? Cosa ci ricorderemo tra qualche tempo di questi lunghi ed esaltanti mesi in terza serie?

Dalla A alla Z, ripercorriamo questa stagione e vediamo cosa dobbiamo traghettare verso la prossima, sia nel bene sia nel male, perché gli esempi virtuosi dobbiamo portarceli dietro a imperitura memoria per replicarli in futuro e quelli che vorremmo cancellare invece ci serviranno per non ripetere gli stessi errori.

A come AREZZO - Una squadra iscritta e costruita per un campionato di vertice, che vive ad ottobre l'annuncio choc: il presidente Ferretti fa un passo indietro dopo aver annunciato il pagamento degli stipendi, ma non dei contributi. E' caccia ad un nuovo proprietario. Sembra palesarsi nella Neos Solutions poi invece ecco Marco Matteoni. La luce in fondo al tunnel? Nemmeno per sogno. I tanto auspicati pagamenti dall'Inghilterra non arrivano e lui non riesce ad andare avanti. Risultato? La società viene dichiarata fallita il 15 marzo, a causa di debiti non saldati per circa due milioni di euro. Il tribunale concede l'esercizio provvisorio e la squadra, guidata da Massimo Pavanel, conquista la salvezza diretta, nonostante i 15 punti di penalizzazione accumulati per varie inadempienze. Il 6 maggio i curatori fallimentari annunciano il passaggio dell'azienda sportiva alla neonata Società Sportiva Arezzo, facente capo agli imprenditori Giorgio La Cava e Massimo Anselmi ed al comitato dei tifosi Orgoglio Amaranto. 

B come girone B - Il tanto bistrattato Girone B ha vissuto tanti eventi in questa stagione: dall'essere rimasto con una squadra in meno già a novembre per l'esclusione del Modena, con la riscrittura del calendario, della regolamentazione relativa a playout e retrocessioni nonché di quella relativa ai playoff che a quel punto doveva prevedere un coefficiente moltiplicatore per garantire omogeneità con gli altri due, infine alla necessità di introdurre un ulteriore turno di riposo. Più forte di tutte le tempeste esterne, il Girone B ha visto la promozione del Padova già a fine aprile ed è riuscito a portare ben 4 delle sue esponenti fino ai quarti di finale playoff. Anche se poi, a gioire è stato qualcun altro...

C come serie C - Dopo 30 anni (l'ultima volta, se non contiamo le varie C1 e C2, era stata infatti nella stagione 1977/78) la Lega Pro ha deciso di tornare alla denominazione originaria di Serie C e lo ha fatto in seguito all'approvazione all'unanimità dell'assemblea del 25 maggio 2017. Una scelta identitaria fortemente voluta dal presidente Gravina e che ha trovato il gradimento dei tanti tifosi sparsi su tutto il territorio nazionale.

D come serie D, la categoria cui la giustizia sportiva ha condannato la Vibonese - Strano caso quello vissuto dal club calabrese: a stagione avviata si vede di fatto riammesso grazie alla modifica della classifica 2016/17 del Girone C e la retrocessione all'ultimo posto del Messina per irregolarità amministrative. Ma una successiva sentenza annulla il tutto. Risultato? Alla fine, ma molto (troppo!) alla fine, si scopre che aveva ragione la società di Vibo Valentia, che però nel frattempo è costretta a giocarsi il campionato di Serie D, vincerlo allo spareggio contro il Troina per ritrovarsi in quella categoria che non avrebbe mai dovuto abbandonare.

E come EMILIA ROMAGNA - La regione uscita più tartassata da questa stagione: prima per la già citata esclusione in corso d'opera del Modena, poi per la condanna ai playout - nonostante la salvezza sul campo - del Santarcangelo, a causa dei punti di penalizzazione giunti dopo la fine della regular season che hanno fatto scivolare i clementini ai playout (a parità di punti col Teramo, contava infatti la differenza reti e quella dei romagnoli era peggiore di quella degli abruzzesi), e poi in Serie D. Infine la Reggiana: giunta ai playoff da quarta, si è imbattuta nel suo percorso nell'evento che nessuno avrebbe mai immaginato: un rigore (dubbio) fischiato al 98' che ha permesso la qualificazione della Robur Siena e che ha fatto esplodere tutta l'amarezza della proprietà che di lì a pochi giorni ha annunciato la messa in vendita del club. Stessa sorte per il Pro Piacenza, anche se in questo caso nessuna motivazione esterna se non l'assenza di aiuti economici ha indotto il presidente Burzoni a lasciare. 

F come FRANCO FEDELI - L'istrionico presidente della Sambenedettese resterà impresso per i suoi siparietti continui dopo l'esonero di Moriero e l'avvento di Capuano. Se le tante parole buttate al vento quest'anno in casa rossoblù (non ultima la pessima battuta sull'incapacità dei suoi di usare violenza all'addetta stampa, una pagina triste e già ampiamente stigmatizzata in questa sede) si fossero trasformate in punti sul campo, la squadra marchigiana sarebbe sicuramente volata in Serie B. Invece il cammino si è fermato ai quarti di finale: col senno di poi, essere stati eliminati dal Cosenza promosso in finale, probabilmente attenua il rammarico. Quel che è certo è che il patron dovrà fare tesoro degli errori commessi e ricordarsi anche di quel celebre verso "un bel tacer mai scritto fu".

G come GIUDICE SPORTIVO - Tanto lavoro come ogni anno per il Giudice Sportivo di terza serie, Pasquale Marino. Alle prese con - da una rapida analisi dei tantissimi comunicati emessi durante l'anno - gomitate, calci, manate e tacchettate al volto, cori ed espressioni di contenuto razziale, frasi di stampo antisemita, laser, fischietti, fumogeni e petardi, risse, espressioni offensive e/o blasfeme, tentativi di contatto fisico con l'arbitro, sputi, società che si presentano sprovviste della seconda muta di gioco, dirigenti che con veemenza e fare minaccioso si dirigevano verso lo spogliatoio della terna arbitrale pretendo di entrarvi con arroganza. Fino al bollettino di guerra post Robur Siena-Reggiana: 11 squalifiche per 39 giornate e la stessa decimazione dei bianconeri in vista della finale (con 5 squalificati, di cui 2 per 4 turni). 

H come HANDICAP - Nel linguaggio sportivo l'handicap - da vocabolario - è il vantaggio che viene concesso, o lo svantaggio che viene imposto, ai partecipanti ad una gara. In questo caso lo interpretiamo come le penalizzazioni che, come ogni stagione, hanno caratterizzato anche questo campionato. -19 punti nel Girone A; -8 punti nel Girone B; -41 punti nel Girone C. Un totale di 68 punti decurtati a 11 squadre. Un numero triplicato rispetto alla stagione precedente (ci si era fermati a 23) e che messo insieme da una sola squadra avrebbe significato promozione nei primi due gironi e terzo posto nel girone meridionale. Un valore che, soprattutto, deve far riflettere...

I come IMBATTIBILITA' - Tante strisce positive durante l'anno, basti pensare agli 11 risultati consecutivi del Pordenone, ai 14 del Livorno, ai 2 mesi senza sconfitte del Renate, all'imbattibilità interna del Monza durata per 10 turni e a quella del Pisa di ben 16 giornate. Senza dimenticare il Lecce, salito in Serie B con sole 4 sconfitte globali e il Sudtirol che in casa hanno chiuso con sole 2 sconfitte in 17 occasioni. Ma in questa sede è sicuramente il Cosenza il nostro focus principale: i Lupi calabresi si sono presentati ai playoff sulla scia di una doppia vittoria raccolta nel corso della regular season. Da lì una escalation di 6 risultati utili (5 vittorie e un solo pareggio): una imbattibilità cui ha posto fine il successo del Sudtirol nella semifinale di andata, ma che non ha impedito ai rossoblù di coronare il proprio sogno, visto i due trionfi seguenti. Certo, chiudere la cavalcata di 9 gare playoff da imbattuti sarebbe stata la ciliegina sulla torta, ma l'obiettivo è comunque raggiunto. (E ci perdonerete se in un primo momento ci eravamo dimenticati del bellissimo percorso dell'Alessandria, giunta a 26 risultati utili positivi tra campionato e Coppa, ma è giusto dare a Cesare quel che è di Cesare e rimediare alla dimenticanza).



L come LINEA VERDE - Che i giovani - con tutta la serie di contributi ad essi connessi - siano il punto focale della Serie C è fatto arcinoto. Il problema è scovare quelli più bravi e per farlo ci vuole metodologia e anche un pizzico di fortuna. Per quanto riguarda la linea verde, escludendo chi il suo obiettivo non è riuscito a centrarlo, possiamo dire che Bisceglie (che, da matricola, ha chiuso a ridosso della zona playoff), Sudtirol (a un passo dalla finale playoff) e Olbia (andata vicino agli spareggi promozione) sono state - dati statistici alla mano - le squadre con l'età media globale più bassa. I portieri Contini (Pontedera), Di Gregorio (Renate) e Golubovic (Matera); i difensori Masciangelo (Piacenza), Sgarbi (Sudtirol), Delvino (Bisceglie); i centrocampisti Biancu (Olbia), Bove (Samb) e Mastropietro (Virtus Francavilla); gli attaccanti Murilo (Livorno), Capello (Padova) e Bianchimano (Reggina) sono solo alcuni dei talenti sbocciati in quest'ultima stagione e su cui abbiamo a più riprese puntato i fari.

M come MISTER - Tanti i tecnici e tante le storie che porta con sé questa stagione: a titolo puramente esemplificativo potremmo parlare di quelli vincenti, Sottil (Livorno, anche se passato per le dimissioni, poi revocate, e anche per le forche caudine dell'esonero), Bisoli (Padova), Liverani (salito in corsa sul treno Lecce) e Braglia (sostituto di Fontana a Cosenza, uno che di promozioni se ne intende visto che quest'anno ha raccolto la quarta); di quelli che sono saliti alla ribalta proprio negli ultimi mesi grazie ai buoni risultati ottenuti, Gaetano D'Agostino (ai playoff con la Virtus Francavilla), Paolo Zanetti (eliminato in semifinale col Sudtirol), Bruno Trocini (ai playoff con la matricola Rende), Mauro Zironelli (ai playoff con la matricola Mestre), Marco Zaffaroni (ai playoff con la matricola Monza), William Viali (salvezza ai playout col Cuneo); ma anche delle garanzie per la categoria, pur nei loro alti e bassi, Michele Mignani (Robur Siena), Cristiano Lucarelli (Catania), Domenico Toscano (Feralpisalò), Michele Marcolini (Alessandria), Massimiliano Alvini (AlbinoLeffe), Giuseppe Scienza (Monopoli), Aimo Diana (Sicula Leonzio), Alessandro Calori (Trapani), Giancarlo Favarin (a un passo dall'impresa col Gavorrano). Quel che è certo è che non può mancare una menzione speciale poi per Cesare Albè, alla sua 23esima (e ultima) apparizione sulla panchina della Giana Erminio.

N come NEOFITI - Da vocabolario il neofita è "chi da poco tempo ha dato la sua adesione a un movimento" e noi lo vogliamo utilizzare come sinonimo del più abusato "matricola", sulla cui analisi già ci eravamo soffermati in passato [LEGGI QUI, ndr]. Anche qui si tratta di 12 storie diverse, più o meno gioiose. Non lo è stata quella del Gavorrano retrocesso, al contrario lo è stata quella del Cuneo che ha festeggiato proprio contro i minerari la salvezza ai playout. Fermana, Bisceglie, Arzachena e Ravenna, pur non riuscendo a conquistare i playoff (pugliesi e romagnoli per un soffio), possono ritenersi soddisfatti di questa annata. Così non si può dire per la Triestina: "Arrivare ai playoff da decimi sarebbe sconfitta" si diceva durante l'anno dalle parti dell'alabarda che ha poi chiuso la stagione addirittura undicesima, quindi senza neppure spareggi promozione. Ci ripeteremo, ma Sicula Leonzio, Mestre, Rende (tutte capaci di strappare l'accesso al primo turno playoff del girone) e soprattutto Monza, col suo quarto posto finale, sono state matricole terribili quest'anno. 

O come OLBIA - Come intento iniziale - al netto di Arezzo e Vicenza, le cui vicende non potevano non essere trattate a parte - avremmo voluto evitare di identificare una sola squadra per lettera, ma anche in questo caso l'Olbia porta con sé un valore importante: è un esempio ante litteram di ciò che si vorrebbe introdurre nelle prossima stagione, la tanto famigerata seconda squadra. La collaborazione con il Cagliari rende già l'Olbia una pseudo squadra B, ma allo stesso tempo preserva la territorialità che è il punto focale che caratterizza la Serie C. E' quindi un modello esportabile che già supera la questione più dibattuta di questo periodo. E a quanto pare qualche squadra di Serie A (vedi la Samp con la Vis Pesaro) potrebbe replicarla a breve.

P come PLAYOFF - La formula playoff ha fatto storcere il naso ai più: farraginosa, iniqua, troppo lunga e dispersiva, troppo pesante per chi vuole cercare di arrivare fino in fondo. Poi vince il Cosenza, quinto classificato al termine della regular season, Lupi che come già sottolineato si sobbarcano ben 9 gare (e 8 le vincono pure), e miracolosamente la formula inizia a piacere anche a chi la aborriva fino a qualche minuto prima. Anche questo è il piccolo miracolo della Serie C.

Q come QUARANTA - 40 è il numero che proviene dalla somma dei 35 esoneri perpetrati in stagione a cui vanno aggiunti i 5 tecnici dimissionari. 40 volte quindi, per un motivo o per un altro, sono saltate panchine in questa stagione. Diciamo che comunque c'è stato un piccolo passo avanti rispetto ai 42 esoneri della stagione precedente (cui andavano aggiunte 2 rescissioni e 5 dimissioni). Noi non perdiamo mai la fiducia che il termine 'progetto', di cui troppo spesso ci si riempie la bocca, torni ad avere un valore. La palma di 'mangia-allenatori' comunque resta in capo al patron delle Viterbese, Piero Camilli, con ben 4 tecnici a libro paga e il ritorno finale di Stefano Sottili, a ruota il Racing Fondi di Pezone: anch'egli ha chiuso con 4 diversi tecnici avvicendati alla guida dei laziali che sono comunque desolatamente retrocessi.

R come RINVII - Inevitabili durante l'inverno, quando il maltempo ha flagellato la penisola, ma questa stagione è stata caratterizzata anche per quelli imposti all'Arezzo dall'alto, nel momento più difficile da un punto di vista societario per gli amaranto, per - nelle intenzioni della Lega - evitare di falsare il campionato e ancora prima al Modena, anche se poi la situazione dei canarini è comunque esplosa fino alla già evidenziata esclusione dal campionato. E poi quello più doloroso: il rinvio di Vicenza-Fermana, a causa della scomparsa del capitano viola Davide Astori. 

S come SESSANTA - Un altro numero simbolo di una stagione: le NOIF prevedono 60 partecipanti, ma mai come quest'anno la regola non è stata rispettata a dimostrazione come questa quota sia solo una forzatura. Il compromesso è stato 57 effettivamente iscritte, grazie al ripescaggio di Triestina e Rende, quest'ultimo a seguito di ricorso al Collegio di Garanzia. Un calendario scritto con un giorno di ritardo rispetto ai programmi e svelato a spizzichi e bocconi (all'inizio solo le prime tre giornate, infine le rimanenti sedici, con l'introduzione del turno di riposo per ciascun girone). Poi l'esclusione del Modena dopo 4 rinunce già a novembre e le squadre che scendono a 56. Sarà veramente l'introduzione delle seconde squadre di Serie A la panacea di tutti i mali? Lasciateci dubitare...

T come TUTTOC.COM - Rinnovato lo scorso novembre con l'avvento di un nuovo direttore, ma con la stessa squadra redazionale (più qualche nuovo innesto) che lo ha reso un punto di riferimento nel tempo, ci scuserete l'autoreferenzialità che ci porta a considerare la nostra testata giornalistica come quel quid in più che ha saputo caratterizzare anche questa stagione, così come - ce lo auguriamo - lo sarà per quelle che verranno. E allora continuate a rimanere collegati!

U come ULTRAS - Croce e delizia di questo calcio: spesso additati e colpevolizzati (sia chiaro, sono tanti gli episodi di cronaca in cui sono i protagonisti in negativo e non possiamo certo negarlo, capita che partiti con i migliori propositi si degeneri oltrepassando il limite), ma allo stesso tempo sono loro il pungolo e la coscienza critica quando le situazioni societarie prendono una brutta piega. Chiedere ad Arezzo e Vicenza e alle tante iniziative positive per combattere e non far morire le società. Perché i tifosi - quelli veri, passionali e sanguigni - non restano mai impassibili di fronte alle storture del sistema.

V come VICENZA - Come per l'Arezzo, anche in questo caso ci troviamo di fronte ad una storia complicata sfociata in un fallimento e nella resurrezione finale. Il Vicenza si ritrova in Serie C dopo la retrocessione dalla B 2016/17. Si presenta ai nastri di partenza con una società instabile, con Boreas Capital già pronta a subentrare a luglio ma con effettiva partenza nel mese di dicembre. Le due proprietà lavorano in sinergia per costruire una squadra che negli intenti dovrebbe giocarsi la pronta promozione in B. Ma il travaglio societario si acuisce: il tira e molla tra Franchetto e Boreas non sfocia con un passaggio di quote certo e a dicembre subentra Fabio Sanfilippo. Il tutto comporta anche il mancato pagamento degli stipendi, i punti di penalizzazione, una squadra sempre più in caduta libera sul campo e sul piede di guerra fuori dal campo (tanto che non verrà giocato il derby di Coppa Italia Serie C contro il Padova). Il 18 gennaio, stante la perdurante insolvenza, il Tribunale di Vicenza dichiara il fallimento della società, che viene posta in esercizio provvisorio sotto la guida del curatore fallimentare Nerio De Bortoli, incaricato di completare la stagione agonistica e sovrintendere alla liquidazione. Solo il 31 maggio, a seguito di due aste andate deserte, la società viene ufficialmente rilevata dal patron della Diesel e del Bassano Virtus, Renzo Rosso grazie al quale nasce la L.R. Vicenza Virtus.

Z come ZERO - Zero come i punti con cui l'Akragas ha chiuso questa maledetta stagione. Peggio di così non poteva finire: sul campo sarebbero stati 15, frutto di 3 vittorie e 6 pareggi (da sottolineare di questi 15 appena 3 sono giunti nel girone di ritorno), ma i problemi societari hanno obbligato la giustizia sportiva - di cui già abbiamo parlato nel capitolo 'handicap' - a passare sul capo del Gigante come una falce. 15 punti da decurtare attraverso due tranche di penalizzazioni, una prima di 9 e una seconda di 6. Il club siciliano ha così chiuso la stagione peggiore della sua storia calcistica con lo 0 in condotta, come se avesse incassato 36 sconfitte e non 27 come da ruolino di marcia.