IL CALCIO RISORGERA', COME LA FENICE: E' POESIA. MA INTANTO...NON CI RESTA CHE PIANGERE

Nata nello stesso anno dei "Simpson", pensando che questo non sia un caso.
Collaboratrice di TuttoC.com e TuttoMercatoWeb.com, se capita anche in radio e tv. Appassionata di calcio, quello vero.
25.10.2018 00:00 di  Claudia Marrone  Twitter:    vedi letture
IL CALCIO RISORGERA', COME LA FENICE: E' POESIA. MA INTANTO...NON CI RESTA CHE PIANGERE

Neppure il tempo di godersi questa “promozione” che l'ex presidente della Lega Pro Gabriele Gravina, nuovo presidente della FIGC (eletto con un plebiscito assoluto), si è subito dovuto mettere a lavoro: perché il calcio deve risorgere, esattamente come fosse la Fenice – e le ceneri da cui ripartire sono perfino troppe, occorrerà persino togliere po' di fuliggine -, ma il tempo non c'è, è davvero poco.

Perché l'urgenza del risanamento si è fatta massima, soprattutto dal punti di vista della giustizia sportiva, la più colossale falla emersa in estate: probabilmente venerdì il Consiglio Nazionale del CONI si esprimerà su un'autoriforma, come previsto dal regolamento vigente, che scongiurerebbe l'intervento del Governo, ma ci sarà anche da capire se proprio il CONI effettuerà il taglio fondi alla Federazione. Non solo, in ballo c'è la candidatura dell'Italia agli Europei di calcio del 2028, la riforma dei campionati, il sistema di controlli per il rilascio delle licenze nazionali per la partecipazione ai campionati, la formazione del nuovo consiglio federale. Che, apriti cielo, aprirà le porte a ben quattro donne, come mai accaduto prima: notizia che ha suscitato clamore. E sai che innovazione, nel 2018 ancora si ragiona per compartimenti stagni con una base profondamente sessista di fondo. Viva l'evoluzione proprio, occorreva l'adeguamento delle istituzioni sportive a una legge dello stato mediante la quale si sono introdotte le quote di genere per arrivare a questo enorme progresso. Beh si, in un paese che allo stato attuale sembra più Medioevo che tempi moderni, la bellezza di Frittole e del film Non ci resta che piangere, “millequattro, quasi millecinque”...si, servivano leggi. Ma questo è un altro discorso, e sicuramente non va nelle competenze della Federazione, è cosa di civiltà e progresso, di mentalità. 

Però, non ci resta che piangere. Quello si, e non solo per il mancato progresso culturale. La barzelletta all'italiana dei ripescaggi ha raggiunto, nella tarda mattinata di ieri, l'apice: il TAR ha accolto i ricorsi di Pro Vercelli e Ternana, sospendendo e la decisione del TFN circa il Format 19 della Serie B per evidenti profili d’illegittimità dei provvedimenti dell’allora commissario FIGC Fabbricini. La scoperta del fuoco, insomma, occorrevano 4 mesi per capire che Fabbricini non aveva rispettato norme e tempistiche federali per assecondare le richieste del duo Balata-Lotito circa la Cadetteria. Al netto di ciò, dopo la sentenza si è svolta in Federazione una riunione d'urgenza, mentre un'assemblea della Lega B è prevista per quest'oggi: all'ordine del giorno, valutazioni e determinazioni in merito al suddetto provvedimento.
Se ci fosse stato più senso di giustizia, magari, si sarebbe evitato lo scempio che ha portato l'Italia pallonara alla ribalta nel mondo, e non in senso positivo: un paese incolto, anche sportivamente.
E chiaramente non finisce qui, ci si dimentica una cosa fondamentale: la Serie C, tra le altre, sta giocando senza un regolamento, un campionato già alterato dalle suddette situazioni è ancora in balia degli eventi
La commissariata FIGC non firmò mai i regolamenti proposti da Gravina, e proprio lui, adesso, dovrà fare ritorno alle origini, approvando un regolamento che verrà probabilmente indicato dal prossimo presidente della Lega Pro (che sarà eletto a novembre) e che non potrà ignorare quanto accaduto ieri. Si dovrà intanto capire il numero di squadre che prenderà parte al prossimo campionato di Serie B. 20 o 22? E da li poi stabilire come arrivare a quel numero, se con meno retrocessioni dalla Cadetteria alla C o con più promozioni, esattamente come Gravina, quando ricopriva la carica di presidente, aveva promosso. Successivamente al criterio promozioni dirette, organizzare i playoff, decidere come la Coppa Italia Serie C inciderà su questi, e da li le varie retrocessioni e i playout, con l'ombra delle riforma del semiprofessionismo, che vedremo se andrà già a toccare il prossimo campionato, forse apripista della novità. Momento di transizione.
Anche se viene da pensare che non sarà poi così difficile distribuire diversamente le squadre nel basso, perché il sospetto che non tutte le 59 componenti dell'attuale Serie C finiscano la stagione c'è: il caso Pro Piacenza profuma (anzi, puzza) già di nuovo caso Modena, anche se qualche spiraglio, almeno 21 giorni (scatta domani l'eventuale messa in mora della società, che avrà poi 20 giorni di tempo per saldare le pendenze), c'è ancora. Ma non finisce qui, perché anche il Cuneo, altra formazione che era a rischio da tempo, non ha provveduto al rispetto dei termini per il saldo dei vari emolumenti. 

Come sempre, senza la riforma dall'alto, viene ostico lanciare quella dal basso. L'auspicio è che adesso ci sia quell'unità di intenti che faccia remare tutti nella stessa direzione.
Per quanto sia assurdo giocare senza un regolamento. No senza regole, quelle esistono, gol, fuorigioco, fallo, rigore, per ora sono applicate. Più o meno: ma le lamentele su questo hanno sempre fatto parte del gioco, un po' di folclore agonistico ci può stare. Anzi, ci deve stare, anima lo sport. E almeno il sentimento, quello vero che nasce dal cemento dei gradoni e dall'odore dell'erba del rettangolo verde...lasciatelo intatto.