LA SITUAZIONE È SEMPRE PIÙ GRAVE. CHE FARE? SERVIREBBE LA TABULA RASA, MA I TEMPI NON LO CONSENTONO. INTANTO IL CALCIO SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ DALL'ESSERE POPOLARE

27.07.2018 00:00 di Tommaso Maschio   vedi letture
LA SITUAZIONE È SEMPRE PIÙ GRAVE. CHE FARE? SERVIREBBE LA TABULA RASA, MA I TEMPI NON LO CONSENTONO. INTANTO IL CALCIO SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ DALL'ESSERE POPOLARE
TMW/TuttoC.com

È oggettivamente difficile scrive qualcosa che non sia già stato scritto o detto dai miei colleghi (e in parte anche da me stesso) nei giorni, nelle settimane, ma facciamo pure nei mesi scorsi visto che in Serie C – e non solo – la situazione purtroppo è sempre la stessa e tende a peggiorare giorno dopo giorno senza che nessuno veda la fine del tunnel. Senza che nessuno provi a trovare soluzioni per arginare quantomeno l'emorragia di club in difficoltà destinati, chi più chi meno, a sparire dal panorama calcistico italiano. Alcune le abbiamo già salutate a malincuore, altre rischiamo di salutarle prossimamente – specialmente se in 10 non troveranno da sostituire le fideiussioni fornite attraverso la Finworld – col rischio di arrivare al 7 agosto (giorno in cui teoricamente andrebbero sorteggiati i calendari dei tre gironi) con un organico molto lontano dalle 60 squadre e probabilmente con ancora in atto ricorsi e controricorsi sui ripescaggi in Serie B e C. Un quadro davvero avvilente nel giorno in cui in pompa magna è stato designato il calendario di Serie A che potrebbe essere rivoluzionato comunque a metà agosto qualora il ChievoVerona dovesse essere punito, dopo essersi salvato per un cavillo, per il caso delle plusvalenze gonfiate che lo vede imputato assieme all'ormai fallito Cesena (a cui sono stati affibbiati 15 punti di penalizzazione per la stagione 2018/19 che però non verranno scontati da nessuno visto che il nuovo Cesena nato dal Romagna Centro avrà un numero di matricola diverso da quello appena scomparso).

A questo punto non ci resta che chiederci: “Che fare?” (Lenin mi perdoni per la citazione). E qui si apre una discussione infinita in cui ognuno potrebbe dare le proprie risposte, avanzare le proprie soluzioni o ipotesi per provare a salvare il salvabile o rivoluzionare tutto. A mio modestissimo parere l'unica soluzione sarebbe quella estrema: fare tabula rasa completa, azzerare tutto e ripartire dopo aver provveduto a una seria riforma dei campionati, con regole stringenti per tutti i soggetti che si affacciano al mondo del calcio, all'allontanamento di tanti, troppi, impresentabili che saltano qui e là, da un club a un altro e poi a un altro ancora lasciando macerie alle proprie spalle. Per fare una cosa del genere però bisognerebbe fermare il mondo pallonaro per almeno un anno e ciò è francamente irrealizzabile ne sono consapevole. Eppure andare avanti mettendo una pezza qui e un lì non può essere una soluzione perché alla fine si aprirà sempre una nuova falla, uscirà allo scoperto una nuova criticità che non si sarà in grado, e in taluni casi neanche si vorrà, di tamponare e così continueranno a scomparire società e piazze importanti coi soli tifosi interessati che se ne addoloreranno e ne soffriranno facendo scivolare sempre più il calcio su un piano globale, e non più nazionale o addirittura regionale, che piace solo alle grandi per le entrate finanziarie che garantisce e che renderà il calcio, uno sport popolare vale sempre la pena di ricordarlo, qualcosa destinato solo a un'élite (come per gli sport a stelle e strisce) sempre più ristretta. In barba ai tanti tifosi, specialmente giovani, che continuano a seguire e sostenere la squadra della propria città – per quanto piccola sia – resistendo alle sirene di un calcio sempre più lontano dal popolo.