INTERVISTA TC - Giannandrea: "C serve per il futuro, portatele rispetto"

18.10.2018 07:30 di Claudia Marrone Twitter:    vedi letture
INTERVISTA TC - Giannandrea: "C serve per il futuro, portatele rispetto"
TMW/TuttoC.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

La tanto bistrattata Serie C, quella che dovrebbe essere la riserva per il futuro del calcio. Le Squadre B, un esperimento che ha tradito le innumerevoli aspettative di modernizzazione del calcio. Ripescaggi e riammissioni in Serie B, guerra infinita. Le prossime elezioni federali. 
Non dorme mai il mondo pallonaro italiano, che da luglio a questa parte sta costantemente presentando tanti temi caldi, che ai microfoni di TuttoC.com sono affrontati da Giancarlo Giannandrea, scouting con alle spalle importanti esperienze, l'ultima delle quali alla Juventus. 

Conosce bene il sistema Juventus, come mai solo la formazione bianconera, alla fine, ha aderito alla forzatura delle Squadre B?
"La Juventus era l'unica società pronta, avevano già un bacino dal quale poter attingere per organizzare una certa rosa, e anche a livello di strutture, con un stadio e un centro sportivo di proprietà si è mostrata avanti anni luce rispetto al sistema italiano. Ma è chiaro che la riforma delle squadre Under 23 va rivista, è stata fatta con eccessiva fretta, quando sarebbe bastato aspettare un altro anno per far permettere a più squadre di organizzarsi".

Un avvio di campionato tra alti e bassi quello della formazione bianconera: se lo aspettava?
"Mister Zironelli è un tecnico molto preparato, sono sicuro che farà quadrare i conti, a ora la squadra paga solo un po' di inesperienza, ma rispetto a un avvio non esaltante è già cresciuta molto. I giovani di prospettiva ci sono, basta aspettarli. Ma è chiaro che, come ho detto qualcosa in questa riforma va rivisto".



Andrebbe probabilmente vista anche la regola dei cosiddetti under, che rischia di essere controproducente per tutti.
"E' effettivamente un meccanismo contorto che fa gola agli under ma scontenta ovviamente gli over, per i quali c'è anche un'età piuttosto bassa, a 23 anni si è già oltre. E' una trappola del sistema, andrebbe studiato altro, magari puntando alla valorizzazione dei propri settori giovanili, creando una sorta di fidelizzazione che evita il massiccio arrivo di giovani in prestito, col rischio che abbiano poi poco seguito".

Un'estate pazza per il calcio, poi l'avvio a singhiozzo del campionato: che idea si è fatto di questa annata?
"Quello che si è presentato è un problema tutto italiano, a luglio non si può pensare che i calendari vengano fatti in tribunale, con squadre che a metà ottobre non hanno ancora giocato la loro prima gara, è fuori da ogni logica. Ed è un vero peccato, perché anche la Serie C è un campionato di valore, che l'Italia dovrebbe imparare ad apprezzare di più visto che è il passaggio di tanti giovani che fanno poi bene al calcio nazionale. La terza serie valorizza una componente importante di questo sport".

E' Gravina l'uomo giusto per risollevare le sorti del calcio italiano?
"Io credo di si. Ha mostrato molta coerenza nell'estate più difficile di sempre, e ha ridato lustro alla Serie C, che era andata un po' sul fondo ma si è poi rialzata. Non solo, conosce molto bene il sistema, a 360°, poiché ha avuto esperienza anche con i giovani e la Nazionale Under 21. Alla fine credo che sia il candidato unico perché anche le altri componenti si sono accorte della sua integrità, e appoggiano questa possibile rinascita".