Pisa, il progetto stadio deve iniziare: o i Corrado saluteranno

22.01.2018 06:00 di  Claudia Marrone  Twitter:    vedi letture
Scorcio dell'Arena Garibaldi
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Scorcio dell'Arena Garibaldi
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Da Nord a Sud, umori diversi: il derby del "Via del Mare" che si è giocato ieri tra Lecce e Catania, non può non riportare alla mente il recente Pisa-Livorno che si è giocato all'"Arena Garibaldi", in uno stadio semivuoto. Quello salentino, invece, era gremito di gente, in tribuna sono stati concessi, per l'occasione, 4000mila posti in più, e trasversalmente ecco l'analogia che lega i due match: i posti allo stadio. In occasione del derby toscano, infatti, al Pisa fu negato l'ampliamento di 1000, soli mille, posti in Curva, causa inagibilità di parte della stessa, mentre il numero di tagliandi riservati ai livornesi non copriva neppure un terzo delle richieste, più o meno sempre per lo stesso motivo. Risultato? Pessimo, un derby deserto. Perchè in Italia i cavilli si trovano, ma solo quando si vuole. Ieri il pubblico pisano ha espresso il proprio disappunto, con lo striscione "...Basta con chiacchiere e cazzate: il progetto stadio deve iniziare".



Ma è questa del resto una classica querelle all'italiana, fatta di giochini politici che con il calcio non c'entrerebbero assolutamente nulla. Il progetto di ristrutturazione presentato dalla famiglia Corrado, e firmato dallo studio Iotti-Pavarani di Reggio Emilia, ha fatto si che l'attuale amministrazione comunale inserisse 'impianto sportivo nel piano delle alienazioni immobiliari, ma questo ha scatenato l'ira delle varie opposizioni politiche, a cominciare dal Movimento Cinque Stelle fino ad arrivare a Fratelli D'Italia, e passando anche per Una Città in Comune: per quanto questi partiti siano favorevoli a una bonifica dello stadio, al momento attuale, secondo il loro modo di vedere, non ci sarebbero le condizioni per fare quando deciso, almeno fino a quando non si andrà a nuove votazioni. Appunto, nuove votazioni, gioco di potere. 
Peccato però che l'attuale mandato della giunta in carica scada tra tre mesi e si dovrà quindi aspettare ulteriormente. 

Il nodo centrale del resto è tutto questo, il rimbalzo di responsabilità. La famiglia Corrado più di quanto ha fatto non può, ma è assurdo pensare che degli imprenditori siano in una città a fare calcio solo per amore di questo sport: in un contesto sociale nel quale anche il pallone è diventato business, è facile intuire di come anche le questioni extra campo siamo fondamentali per chi investe soldi in un club. L'unica speranza è che quindi la pazienza della proprietà nerazzurra sia lunga come i tempi della burocrazia. Anche se solo due giorni fa il patron ha dichiarato, dalle colonne de La Nazione, quanto segue: "Se le autorizzazioni non arrivano prima del voto, noi ci fermiamo. Il nostro progetto si conclude. E il Pisa avrà un'altra proprietà. Non possiamo fare diversamente, abbiamo già investito un sacco di soldi e non avrebbe senso continuare a farlo senza determinate certezze". Meditate gente, meditate.