IL MERCATO AL GIRO DI BOA. ORA SI FA SUL SERIO: GLI ULTIMI 15 GIORNI POSSONO CAMBIARE TUTTO. GRAVINA HA RAGIONE: I FALLIMENTI ARRIVANO DALLA SERIE B

Nasce a Bari il 23.02.1988 e di lì in poi vaga. Laurea in giurisprudenza, titolo di avvocato e dottorato di ricerca: tutto nel cassetto, per scrivere di calcio. Su TuttoMercatoWeb.com
17.01.2018 00:00 di  Ivan Cardia   vedi letture
IL MERCATO AL GIRO DI BOA. ORA SI FA SUL SERIO: GLI ULTIMI 15 GIORNI POSSONO CAMBIARE TUTTO. GRAVINA HA RAGIONE: I FALLIMENTI ARRIVANO DALLA SERIE B
TMW/TuttoC.com

Giro di boa del mercato. Dal 3 gennaio sono passati 14 giorni, e fino al 31 ce ne saranno anche 15. Ora, però, si inizia a fare sul serio. Le verità, in Serie C, sono tre. I soldi arrivano dall’alto, e questo lo abbiamo già detto. A gennaio, poi, chi cambia lo fa per due motivi: o ha tanti soldi (perché suoi o perché arrivati da cessioni), o cambia perché ha da cambiare. Qualche esempio? Mi aspetto un’Alessandria ancora più protagonista nelle prossime settimane. Altre squadre, invece, protagoniste lo sono già state. Si è mossa bene la Fidelis Andria, reduce da una prima parte di stagione sotto le aspettative: in attesa della cessione di Curcio, sono già arrivati diversi innesti.

Stesso discorso per il Cosenza, che comunque con Braglia aveva già trovato un nuovo equilibrio. Sui calabresi, per esempio, devo fare mea culpa. A inizio stagione li avevo inseriti, come molti a dire la verità, tra le possibili sorprese. Fin qui lo erano stati, ma in negativo. Ora, tra mercato e un rendimento rivoluzionato, potranno esserlo in positivo. Il mercato, l’ho già detto, può cambiare le gerarchie dell’intero campionato. Nel girone A il Livorno sta per risolvere la grana Vantaggiato (rinnoverà, ma è una sensazione più che una notizia), ma ha già un clamoroso vantaggio sulle inseguitrici, e il Siena deve stare attento soprattutto a difendere il secondo posto.

Il girone B è quello dello scandalo, forse doppio. Il Modena se n’è già andato, ora il Vicenza è a pochissimo dal fare la stessa fine. Tommasi ha detto di vedere spiragli per una risoluzione: qualcuno c’è, in effetti, ma il timore è che si passi alla lenta agonia. Vedremo. In classifica il Padova ha un ampio margine, ma occhio alla Sambenedettese, che penso si stia nascondendo. Capisco e pure apprezzo la ritrosia dei Fedeli a parlare di squadra da vertice, ma quest’anno può essere davvero quello giusto. Non c’è una squadra ammazza-campionato, Bassano e Pordenone sono molto in ritardo. Sarebbe quasi il caso di accontentare Capuano, e chissà che non possa esserci il lieto fine. Nel girone C, il Catania insegue una promozione che sarebbe quasi essenziale. Chi lo fa da più tempo, però, è il Lecce. Che per i prossimi giorni ha un solo vero obiettivo: un trequartista. Costa Ferreira ci sarebbe pure, ma evidentemente serve qualcosa di diverso. La questione Strambelli ha smosso i tifosi, e la società deve valutare con attenzione, perché il giocatore non si discute ma l’ambiente è fondamentale. A proposito di fantasisti, occhio ai cavalli di ritorno dalla Serie B. Ci sono giocatori poco valorizzati in cadetteria, per esempio un certo Luca Cattaneo, che in terza serie possono fare davvero la differenza.

Ci lasciamo con le elezioni? Ne parleremo altre volte, perché penso che, per quanto noioso, sia un argomento centrale per il futuro del nostro calcio. La Lega Pro, nel proporre Gabriele Gravina, si è dimostrata molto compatta. È anche un messaggio a chi lo accusa di aver gestito male alcune situazioni delicate, fra cui la stessa vicenda del Modena. Gravina, come tutti gli esseri umani, fa e dice cose giuste e cose sbagliate. Però su un punto ha senza dubbio ragione: i fallimenti non sono nati in Lega Pro. Le crisi societarie, negli ultimi anni, sono piovute sempre dalla Serie B. È un dato di fatto, è l’ennesima fotografia di un sistema che non funziona. La Serie C è quasi insostenibile dal punto di vista economico, ma la B è un vero e proprio bagno di sangue, per chi sale. Se ci arrivi dalla Serie A, poco male: il paracadute è fin troppo ricco. Se però fai su e giù tra B e C, rischi di sparire perché i costi sono alti e i ricavi pochi. 

C’è poi tutto il discorso sull’allontanamento del pubblico dagli stadi che è un’altra questione molto delicata. A Vicenza si parla di oltre 6000 abbonati, ma non si dice come sono stati fatti. A 5 euro a partita il tifoso l’abbonamento lo compra, e magari la partita la segue pure, ma è evidente che il club non ci guadagni È un discorso che non riguarda il Vicenza nello specifico, ma la C in generale, dove i prezzi degli abbonamenti sono così bassi da rappresentare un dato in perdita. In altre piazze i tifosi sembrano spariti: a Castellammare, una piazza storica della nostra Serie C, si viaggia alla media di 726 tifosi a partita. Stessi numeri a Pagani, in un comune con 35 mila abitanti e con uno stadio da 5 mila posti. Sono alcuni, solo alcuni, degli innumerevoli problemi che il prossimo presidente federale affronterà. Chi vincerà? Penso Sibilia, e ci aggiungo il rischio che sia un’occasione persa. Nulla contro di lui, anzi tutto il contrario, però è il metodo a essere discutibile. Con tutte le differenze del caso, sarebbe netta la sensazione di un Tavecchio-tris, e non sembra il caso. Tommasi sarebbe un bel volto, ma anche con il programma ha confermato la convinzione dei club di trovarsi di fronte un ottimo sindacalista, più che un possibile presidente. Gravina, ripeto quello che ho scritto qui e altrove, ha le competenze e l’esperienza per guidare il movimento, ma rappresenterebbe comunque un segnale di novità. Non ha la bacchetta magica, ma se aspettiamo che arrivi rischiamo solo di vedere calare la notte.