LA LEZIONE DI DAVIDE

Nato a Firenze nell'anno del Mundial spagnolo. Giornalista di TuttoMercatoWeb.com, direttore di TuttoC.com
05.03.2018 00:00 di  Luca Bargellini  Twitter:    vedi letture
LA LEZIONE DI DAVIDE

Dopo la domenica che l’Italia del pallone ha vissuto ieri, parlare di risultati o politica del calcio è un esercizio quantomai complicato. Non perché i temi siano mancati (le roboanti sconfitte di Livorno e Pisa, il primo stop interno del Padova o il trittico di vittorie nel Girone C fra Lecce, Catania e Trapani), ma perché è successo qualcosa di più importante. Qualcosa di drammatico come la scomparsa di un ragazzo di 31 anni che di nome faceva Davide Astori. Quello che da oggi e per sempre sarà “il capitano” della Fiorentina assieme alla bandiera viola Giancarlo Antognoni aveva, oggettivamente, poco a che fare con la Serie C. Due stagioni ad inizio carriera vissute fra Pizzighettone e Cremonese di Emiliano Mondonico e poi il grande salto nel calcio che conta. Cagliari, Roma e Fiorentina, con la Nazionale a fare da collante fra le piazze che lo hanno visto protagonista. Astori aveva poco a che spartire con la Serie C o con le così dette “categorie inferiori” del calcio italiano. Una cosa, però, il numero 13 viola ha avuto modo di ricordarla a tutto il movimento nel giorno del suo drammatico commiato: che si può essere uniti. Uniti nel dolore. Uniti di fronte ad una tragedia che ha tolto ad una bimba di due anni il suo babbo e ad una donna il suo compagno. Uniti anche nel legame profondo e viscerale che ogni appassionato di calcio ha con questo mondo e con chi lo abita. Da protagonista o da spettatore, poco importa: si tratta di una famiglia. Una famiglia allargata, ma che ha al suo interno le forze necessarie per superare i momenti bui e tornare “a riveder la luce”. Per un futuro che parli di un calcio migliore, più pulito, equo, senza discriminazioni economiche o di altra natura, ma alla cui base ci sono sempre le persone. Vere. Appassionate. Perché solo con la passione questo sport avrà un futuro. La stessa passione che Davide metteva in campo, con la maglia viola o quella azzurra della Nazionale, assieme al suo incredibile sorriso.

Sbocciavan le viole
con le nostre parole: 
"Non ci lasceremo mai, 
mai e poi mai".

© foto di Daniele Buffa/Image Sport