"RICORDA PER SEMPRE IL 5 NOVEMBRE". MODENA E L'ULTIMO SEGNALE PRIMA DELL'OBLIO. OCCORRE CAMBIARE PER SOPRAVVIVERE

Nato a Firenze nell'anno del Mundial spagnolo. Giornalista di TuttoMercatoWeb.com, direttore di TuttoC.com
06.11.2017 00:00 di  Luca Bargellini  Twitter:    vedi letture
"RICORDA PER SEMPRE IL 5 NOVEMBRE". MODENA E L'ULTIMO SEGNALE PRIMA DELL'OBLIO. OCCORRE CAMBIARE PER SOPRAVVIVERE
TMW/TuttoC.com
© foto di Federico De Luca

“Ricorda per sempre il 5 novembre” recita un’antica filastrocca inglese legata al ricordo della fallita congiura nei confronti di Giacomo I d’Inghilterra. “Ricorda per sempre il 5 novembre” sarà da oggi anche il monito che tutti i tifosi del Modena porteranno con sé dopo il mancato svolgimento del match contro il Santarcangelo e la conseguente sconfitta a tavolino. Un 3-0 che ha, infatti, sancito la “morte” del club canarino dopo 105 anni di storia.
Una fine, quella della società attualmente nelle mani di Aldo Taddeo, annunciata da molto tempo, probabilmente fin dal momento di quella tribolata iscrizione alla nuova Serie C, concretizzata solo al fotofinish. Neanche il passaggio di mano, da Antonio Caliendo a Taddeo, è riuscito, poi, a risollevare una situazione incancrenita su posizioni divenute, nel corso delle settimane e dei mesi, inconciliabili.
Con il dramma sportivo che sta vivendo in queste ore la cittadina emiliana, però, non scompare solo un club di calcio, ma anche un’idea. In particolare quella che il movimento calcistico italiano possa continuare con il formato attuale. Occorre ripensare in blocco, e il più velocemente possibile, tutto il sistema e non la sola Serie C. E’ vero, 60 squadre non sono un numero coerente con la realtà attuale del Belpaese e il presidente Gravina dovrà tenerne conto in prospettiva futura, ma è inutile lavorare ad un restyling della terza serie senza che anche Serie A e Serie B facciano lo stesso.

Toccherebbe, infatti, a loro, le serie maggiori, fare da traino a tutto il movimento, ma entrambe sono senza un presidente da tempo immemore e, dunque, la sola Serie C può muoversi (assieme al mondo dei dilettanti) nella direzione del cambiamento. 
Un rinnovamento che, però, non deve partire dal numero di squadre da inserire in ogni campionato (Serie A a 18, Serie B a 20 etc.), bensì dalle certezze finanziarie che ogni società deve essere in grado di garantire al momento dell’iscrizione. E’ inutile far pagare un “biglietto d’ingresso” per entrare in pista quando poi non si hanno i soldi per la benzina. Solo così, con club che mettono nelle mani delle varie leghe le prove documentate della loro buona salute economico-finanziaria, si può pensare di rinnovare tutto il sistema. Non è più il momento dei cambiamenti di facciata. Quel momento è passato. “Ricorda per sempre il 5 novembre” deve essere un monito per tutti gli appassionati di calcio. Senza alcuna esclusione.