Como, il trionfo dell'imperfezione apparente

26.04.2021 13:45 di  Alessio Lamanna   vedi letture
Como, il trionfo dell'imperfezione apparente
TMW/TuttoC.com
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Il concetto di perfezione ha sempre affascinato l'umanità. Senza voler fare filosofia, la realtà è che la perfezione assoluta non esiste sul nostro pianeta: il leone più dominante non potrà mai volare, l'aquila più splendida non potrà mai nuotare come un pesce e la balena più maestosa non potrà mai correre dietro a un bufalo. Ognuno di questi animali è perfetto in relazione alle sue esigenze, non in senso assoluto. E se persino la natura ha dei limiti, figurarsi se si può essere onnipotenti nel calcio, che per definizione non è una scienza esatta. 

La promozione del Como è stata inattesa forse proprio perché in molti si sono soffermati su difetti evidenti al primo sguardo (tipo il leone che non può volare) senza però cogliere l'essenza della squadra neopromossa in cadetteria. Così, ecco che dopo mesi a dire che il girone A era senza padroni ci si è resi conto che un padrone lo ha avuto, e per tutto il girone di ritorno tra l'altro. Se vorrete andare fino in fondo all'articolo capirete come, nonostante tutte le imperfezioni, alla fine i biancoblu siano riusciti a dimostrarsi perfetti in relazione alle proprie esigenze, cioè portarsi a casa la Serie B. 

Era imperfetta la rosa a inizio stagione: prontissima sulla carta per piazzarsi bene in griglia playoff, non certo per vincere il campionato. Eppure... Eppure alcuni giocatori hanno avuto una crescita impressionante, rivelandosi quei top player che a fine mercato sembravano mancare. Basti pensare a Gatto, che un anno fa faticava a camminare per via degli infortuni e che oggi si gioca il titolo di capocannoniere nonostante non sia certo una punta. O a giocatori come Gabrielloni, Terrani, Iovine, Bellemo, per la prima volta così decisivi al punto da vincere un campionato di C da protagonisti. Che dire poi di Arrigoni, che solo coi suoi gol ha portato minimo 4 punti? 

Sono stati imperfetti gli allenatori: difficile quantificare i meriti dell'ex mister, Marco Banchini, in questa promozione. Di sicuro i suoi limiti erano evidenti durante la sua gestione tecnica e sono stati denudati dai risultati post esonero. Ma anche lo stesso Jack Gattuso, dopo un avvio sfolgorante, ha vissuto delle difficoltà. Un mese e mezzo con 11 punti in 9 partite avrebbero minato le certezze di chiunque: il tecnico comasco doc sembrava a tratti aver perso il polso della situazione, ma non era così. Le vittorie di Livorno e di ieri hanno dimostrato che non ha mai perso del tutto il timone. 

Sono state imperfette le circostanze: il Como è stata tra le prime squadre in Italia ad avere quasi tutta la rosa contagiata dal Covid. Un duro colpo che ha inevitabilmente presentato il conto nel finale di stagione, quando anche le energie mentali sono inevitabilmente calate. Che dire poi degli infortuni? Peli, Allievi, Rosseti, Bertoncini, Germoni, Zanotti, Toninelli: tutti giocatori che hanno perso qualche partita di troppo (alcuni l'intero girone di ritorno) per problemi fisici. Per non parlare di Facchin, stoico nell'ultimo periodo. Tutte avversità che però hanno cementato ancora di più il gruppo lariano, fino all'impresa di ieri. 

E' stato imperfetto il mercato di gennaio: di sicuro la sfortuna ha inciso, visti gli infortuni di Peli, Germoni e Allievi. In più a gennaio difficilmente si prendono top player. Ad ogni modo puntare su diversi giocatori fermi da tempo è sembrato un azzardo. Ma alla fine, come sempre, contano i risultati e anche in questo caso l'imperfezione ha vinto: evidentemente lasciare intatti l'ossatura della squadra e gli equilibri dello spogliatoio ha pesato più di quanto avrebbero pesato rinforzi più pronti e di spessore. 

Sono stati imperfetti i giocatori: ieri nel postpartita Facchin ha parlato delle tante batoste subite, "forse qualcuna di troppo" usando le sue parole. Forse pensava ai due derby col Lecco con lo 0-7 complessivo, ai tre gol presi a Olbia, ai due ko consecutivi contro Piacenza e Albinoleffe, alla rimonta subita dal Grosseto che sembrava potesse costare cara. Ma Crescenzi e compagni hanno sempre reagito, dimostrando una voglia di vincere questo campionato assolutamente non scontata considerando che la promozione diretta non era l'obiettivo iniziale. 

Così è arrivata una promozione inattesa, tra l'altro con una giornata di anticipo. Inattesa e meritata, perché quando stai in testa tre mesi e sali battendo la seconda in classifica nello scontro diretto, non possono esserci discussioni sul verdetto finale. E dare ai tifosi una gioia quest'anno, in piena pandemia, ha un valore diverso. "Quando la notte è nuvolosa, c'è ancora una luce che splende su di me": lo cantavano i Beatles in quella che è diventata una canzone-hashtag per il Como, #LetitB, e lo pensano anche i tifosi.