FOCUS TC - Serie C, la Top 11 stagionale del Girone A

10.05.2019 06:00 di  Claudia Marrone  Twitter:    vedi letture
G. Caccavallo (Carrarese)
TMW/TuttoC.com
G. Caccavallo (Carrarese)
© foto di Gianni Barbieri

Si è conclusa la regular season, e, oltre i verdetti, è il momento di tirare le somme anche tra i vari calciatori che si sono distinti in queste lunghissime 38 giornate che hanno caratterizzato il torneo. 
Non è stato semplice sceglierne solo undici, e sicuramente sono tanti quelli penalizzati dalle scelte fatte: ma, e verrebbe da dire per fortuna, di elementi validi ne sono spiccati tanti, selezionarli è un arduo compito, gravoso quanto quello dell'allenatore il giorno della gara.

A ogni modo, questa è la Top 11 stagionale del Girone A. 
 
PORTIERE:

Stefano Gori (Pisa):
36 gare giocate dall'inizio alla fine - ovviamente escluse le due con il Pro Piacenza -, 3.240' sul rettangolo verde, e 18 partite, l'esatta metà, senza alcun gol subito (cinque clean sheet consecutivi, dalla 29^ alla 33^ giornata); per altro, le reti subite non sono neppure una a partita, solo 28. Questo, nonostante sia il portiere che ha subito più rigori contro, 11, ma 4 di questi sono stati parati, portando a 36,4% la percentuale di "para-rigori". Una delle migliori continuative sorprese della formazione toscana

DIFENSORI:

Filippo Berra (Pro Vercelli):
sei reti, cinque assist e una media punti di 1,79 a partita non sono certo pochi per chi gioca in difesa, seppur da esterno: numeri non rintracciabili in altri suoi colleghi di reparto. Uno dei giovani, ha comunque 25 anni, che potrà essere una buona base futura per la Pro Vercelli, soprattutto per i margini di crescita che ha mostrato: con Mammarella ha fatto faville, probabilmente l'esperienza del compagno gli è stata di aiuto. Alla lunga, sono i due che hanno portato avanti la situazione anche nei momenti più duri.

Giovanni Zaro (Pro Patria): un po' ai margini in avvio di stagione, ha saputo conquistarsi il giusto spazio, divenendo un perno fondamentale della retroguardia bustocca, oltre a un leader tecnico e morale. Prestazioni decisamente altisonanti, che sono andate in costante miglioramento, e che lo hanno visto districarsi egregiamente sia in fase di copertura che in fase più offensiva: sempre ottime uscite palla al piede e anche due gol. Un muro invalicabile, spesso definito dall'ambiente una garanzia.

Pierluigi Pinto (Arezzo): nell'Arezzo della grandi conferme come Luciani e Foglia, pilastri amaranto dai quali la società ripartirà anche in futuro, ecco le liete sorprese, come il classe '98 arrivato dalla Fiorentina per quella che è stata la sua prima stagione tra i pro. Un'annata in crescendo, dove ha trovato discreta continuità raccogliendo 31 presenze, e dove ha saputo confrontarsi bene con blasonati avversari, mostrando temperamento e carattere, oltre a una buona tecnica. All'occorrenza ha saputo adattarsi bene anche nel ruolo di esterno sinistro.

Carlo Mammarella (Pro Vercelli): Agostinone dell'Alessandria avrebbe meritato al pari del collega vercellese, ma un infortunio e i pochi meriti dell'Alessandria "ricadono" anche su di lui, comunque uno tra i pochi a salvarsi nella stagione dei grigi. A ogni modo, nei momenti duri delle bianche casacche - perché ci sono stati - Mammarella ha fatto il capitano vero, ci ha messo la faccia anche con il pubblico, gestendo la situazione. In più, tanto lavoro sporco e di sacrificio in campo, con due gol, 10 assist e una media punti di 1,74 a partita. Come Berra, numeri da capogiro per un difensore.

CENTROCAMPISTI:



Andrea Caponi (Pontedera):
5 gol, 8 assist, 2.900 minuti giocati ma, più di tutto, la maglia granata cucita addosso. Oltre la tecnica, sempre in crescendo nel corso negli anni, e forse ora arrivata al punto di spessore massimo, tanto cuore, e l'onestà dell'averci sempre messo la faccia: il prolungamento del contratto che sta per arrivare è il giusto premio per una stagione giocata sempre con grande lucidità, costanza e tenacia. La giusta prosecuzione di chi, ai "giovani" può insegnare molto.

Andrea Paolucci (Entella): un plauso va indubbiamente a tutta la squadra, dopo le note vicende estive non era facile rimettersi in carreggiata e compiere la rincorsa, ma tra tutti, alla distanza, è stato probabilmente il classe '86 il migliore. Ha da sempre unito qualità e quantità, messe a servizio della squadra alla quale bastava veramente un piccolo là in più per accendersi e partire, e quel quid è spesso arrivato dai piedi suoi. 2.698 minuti giocati, un gol e cinque assist: e poi la verve, di chi ha la fame di ottenere qualcosa di importante.

Gregorio Luperini (Pistoiese): con Caccavallo della Carrarese è l'unico "non attaccante puro" ad aver sfondato il muro della doppia cifra, evitando che una squadra spenta come quella orange sprofondasse nel baratro più profondo. Tanto della salvezza è passato dai suoi piedi, non solo dal punto di vista tecnico ma anche dal punto di vista caratteriale, perché a prestazioni sempre sugli scudi ha unito il temperamento del vero capitano, quello che si è messo la squadra sulle spalle e l'ha trascinata.

ATTACCANTI:

Giuseppe Caccavallo (Carrarese): quale altro esterno offensivo riesce a siglare 13 gol, per altro quattro volte determinanti? Un nome c'è, ed è quello del classe '87, che insieme a Tavano, per altro, si è anche laureato come miglior coppia d'attacco. 30 gol in due. Purtroppo un infortunio ha pregiudicato parte della stagione, e la squadra ne ha risentito: forse, nel vederlo in campo, lo si dà per scontato, e il suo lavoro non è apprezzato per come davvero dovrebbe, ma la sua assenza ha clamorosamente pesato. Ed è li che si è visto chi fa la differenza.

Franco Ferrari (Piacenza): aveva l'arduo compito di non far rimpiangere il vecchio e smantellato attacco, con una coppia consolidata che stava ben figurando, ma in un solo girone ci è riuscito. 10 gol in 17 presenze, in pratica una rete ogni 139', con quattro di questi che nelle casse di un Piacenza che stava rincorrendo l'Entella per la lotta alla B sono valsi 12 punti. Poi anche un assist, numeri che non sono da tutti: soprattutto alla luce di una prima parte di stagione passata in B, ma nell'ombra.

Riccardo Martignago (Albissola): trascinare una squadra giovane alla salvezza, con un progetto sperimentale sposato per provare anche a rilanciarsi, non era facile, lui ci è riuscito, brillando come la migliore delle stelle: ovunque fosse schierato, perché le posizioni del reparto offensivo le ha ricoperte tutte. 14 reti, peccato l'Albissola abbia faticato e il suo lavoro sia alle volte passato in secondo piano o comunque non abbia fruttato per come sia lui che comunque la squadra avrebbe meritato. Adesso la B potrebbe anche aprirgli le porte. 

ALLENATORE:

Luca D'Angelo (Pisa):
40 punti nel girone di ritorno, una media praticamente da primo posto, solo l'Entella ha collezionato, dopo il giro di boa, 41 lunghezze. Con una squadra però da Serie B, mentre il Pisa visto nella prima parte di anno era una formazione assolutamente incompleta e a tratti sconclusionata: solo D'Angelo poteva crederci e lavorare in un modo che ha preparato il tutto per una seconda parte di stagione dove, complice anche il mercato, l'andazzo è cambiato. Ma se lui non avesse tenuto le fila, facendo anche da scudo, sarebbe stato un problema.