Pres. Novara: "Pronto a restare, via solo se ci sono soggetti adeguati"

25.05.2018 11:10 di  Valeria Debbia  Twitter:    vedi letture
Massimo De Salvo
TMW/TuttoC.com
Massimo De Salvo
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Massimo De Salvo, presidente del Novara, ha inviato un videomessaggio dove ha ripercorso i suoi 12 anni alla guida del club piemontese e ha parlato anche del futuro: "Nel 2006 la mia famiglia decise di acquisire il Novara e molti si domandarono perché. Noi facciamo un lavoro per l'uomo, quello della sanità e volevamo che chi non ci conosce potesse riconoscere la nostra faccia, con trasparenza. Con un veicolo, quello del calcio e della comunicazione, che ci consentisse di restituire al territorio qualcosa di ciò che stavamo prendendo. Abbiamo cercato di farlo seguendo una linea guida. Abbiamo visto che Novara poteva avere le condizioni ideali, con una storia importante e un senso di appartenenza. Abbiamo investito in certezze per il futuro, in strutture, in organizzazione, in cose che magari qualcuno pensa non facciano vincere le partite. Quando i primi anni abbiamo iniziato a costruire Novarello, i tifosi non erano contenti: se togliamo gli strumenti di lavoro ai calciatori, saranno sempre capaci di giocare, ma nella nostra filosofia di impostazione dei giovani gli strumenti sono fondamentali. Costruire Novarello non è stato un business, ma un modo per garantire l'oggi e il domani del club. Parallelamente abbiamo cercato di investire nella squadra. Mi rendo conto che l'appetito vien mangiando e che dopo un po' di anni di certe categorie, tornare in altre è un momento di dolore e dispiacere. Ma abbiamo sempre mantenuto lo spirito iniziale. A me interessa fare il mestiere di manager e quindi che questa squadra duri nel tempo, quindi creare valore aggiunto che crei continuità. Tutto ciò che noi andiamo a valorizzare non se lo prende la mia famiglia ma resta nella squadra di calcio. E' logico che ci possono essere stati degli errori: non voglio minimizzare la retrocessione, c'è stata una stagione brutta dove ci sono stati diversi errori.

Il pesce puzza dalla testa e quindi il problema principale sono stato io. Ora paghiamo dazio per questo. Dobbiamo analizzare e poi ripartire, cercando di non ripetere gli stessi errori. La mia famiglia porterà avanti il Novara perché ho a cuore questa squadra molto più di ciò che si pensi, anche se è a disposizione di chiunque può portarne avanti la continuità. E' un patrimonio di tutti per cui se ci sono interlocutori seri, sono pronto, ma non voglio avventurieri: ho una responsabilità morale nei confronti delle istituzioni e di chi ci ha dato fiducia. Garantirò serietà di sistema, anche se non posso garantire vittorie. Accolgo l'invito di chi dice di farmi da parte, ma solo se si trovano soggetti adeguati. Le nostre logiche sono quelle di dare al Novara una presenza di stile e di rispetto: non ci deve mai essere la vergogna di tifare Novara. Venerdì ho preso una serie di insulti, non mi spavento: era giusto che i tifosi si sfogassero. Io sono molto più combattivo quando le cose vanno male. Tra i vari adulti che mi hanno riempito di epiteti, c'erano anche due ragazzini dell'età dei miei figli: anche loro si sono sentiti legittimati a dire di tutto e di più. Non ce l'ho con loro: il messaggio è uno solo. Non educhiamo i nostri figli a vergognarci della sconfitta. Educhiamoli a voler vincere e ad essere competitivi, ma nella vita non si vince sempre: bisogna saper gestire la sconfitta in modo adulto e consapevole, altrimenti si cercherà sempre modi anche illeciti di non perdere".