Arezzo e Siena, si volta pagina senza rinunciare alle ambizioni

09.07.2019 06:00 di  Marco Pieracci   vedi letture
Alessandro Dal Canto
TMW/TuttoC.com
Alessandro Dal Canto
© foto di Federico Gaetano

Con la conferenza stampa di presentazione di ieri è cominciata ufficialmente la seconda avventura amaranto di Daniele Di Donato. L'ex capitano torna nelle vesti di allenatore e lo fa con le idee chiare: "Voglio fare cose importanti - ha dichiarato - perché questa piazza è giusto ambisca a cose importanti. Come mi immagino il mio Arezzo? Dovrà essere da battaglia. Una squadra che non deve solo giocare a calcio ma deve avere cattiveria giusta per arrivare obiettivi importanti, senza mai dare nulla per scontato, curando il minimo particolare. 4-3-3? A me piace come sistema di gioco, ma sono numeri. L'importante è che i ragazzi cerchino di fare ciò che chiedo e di essere propositivi, insomma di giocare a calcio". 

Entusiasmo e personalità non mancano di certo al giovane tecnico, alla prima esperienza sulla panchina di una squadra professionista dopo l'impresa compiuta in Serie D alla guida dell'Arzignano Valchiampo condotto alla promozione. "Per me sarà un anno importante, Arezzo merita altri palcoscenici e io farò di tutto per riportare questa società dove merita. Voglio migliorare il piazzamento dello scorso anno. Io sono molto ambizioso: lascio la mia famiglia a Roma per fare qualcosa di importante, non per cambiare aria e cercherò in tutti i modi di ottenerlo". Quando si tratta di indicare quali sono i suoi modelli di riferimento non ha esitazioni: "Ad Arezzo ho avuto grandi allenatori come Gustinetti e Conte-Sarri. Ho avuto il top. A chi mi ispiro? Sarà l'Arezzo di Di Donato, anche se io studio molto Sarri, ma non si può fotocopiare".

Di Donato raccoglierà la pesante eredità di Alessandro Dal Canto che, in una sorta di passaggio di consegne, ha vissuto anch'egli il suo primo giorno da allenatore della Robur Siena: "Ho percepito grande fiducia e grande volontà di avermi qua - ha detto - avrei fatto fatica a non venire in una società così blasonata. La chiamata di una società come il Siena fa gola non solo a me. Non mi sono fermato al campanilismo delle tifoserie. Credo di aver lavorato professionalmente bene ad Arezzo e farò altrettanto a Siena. Qui a Siena la società si è strutturata per concorrere a grandi obiettivi, la partenza e la responsabilità sono diverse". 

Il suo passaggio sulla panchina dei rivali non è stato digerito benissimo, ma del resto il calcio porta anche a fare scelte di questo tipo. Basti vedere ciò che è accaduto in Serie A con Conte e Sarri (proprio gli allenatori citati da Di Donato) finiti dalla parte di quello che una volta era considerato il nemico. Nella città del Palio Dal Canto dovrà confermare tutto quello che di buono ha dimostrato nell'ultima stagione quando con un budget ridotto è arrivato a pochi passi dalla Serie B. E lo ha fatto senza rinunciare mai ad imporre il proprio gioco. Due sfide affascinanti, caratterizzare da una filosofia comune.