Renate, l'emozione di un inizio sempre nuovo

17.07.2017 14:00 di  Francesco Moscatelli   vedi letture
Si riparte in Brianza!
TMW/TuttoC.com
Si riparte in Brianza!

Renate, ottavo capitolo. Si riparte. L'ormeggio è nel cuore di quella Renate dove tutto è cominciato. Anno 1947, nasce l'U.s. Renatese. E' una bella -e significativa- idea quella di ripartire, ancora una volta, come sempre, in una via Dante che unisce -idealmente e pure fattivamente- il "Riboldi" teatro di mille imprese e la chiesa dei S.S. Donato e Carpoforo. Del resto, se l'organizzazione si connota sempre più con un taglio manageriale, l'estrazione dei nerazzurri resta (piacevolmente) oratoriale, nel senso più nobile del termine: niente passi più lunghi della gamba, contabilità a posto e attenzione al settore giovanile. Si riparte da via Dante: l'aria calda del tardo pomeriggio, le finestre aperte che svelano alberi dal verde stanco, il ronzio dei "cinquantini" di passaggio che ti ricordano tutto quello che avresti potuto fare a vent'anni e che non hai mai fatto.

Si riparte, da un nuovo mister e da diversi volti da scoprire, incoraggiare, sostenere. Il neo-tecnico Roberto Cevoli, nominato alla guida della rosa nerazzurra lo scorso 6 giugno, è la prima novità a presentarsi nella conferenza stampa inaugurale che getta una luce sulle new-entry renatesi. "Mi sento sulle spalle una grande responsabilità, ma al contempo sento di essere un privilegiato, perché molti allenatori vorrebbero essere al mio posto: il mio impegno è soddisfare quelle che sono le richieste della società. Ogni anno si resetta tutto, e quindi partiamo con l'obiettivo di salvarci il prima possibile. Come allenatore, non mi pongo limiti e quindi è giusto cambiare obiettivi lungo il cammino qualora dovessero maturare condizioni favorevoli. La società ha confermato l'ossatura della squadra dello scorso anno, questo ci darà modo di integrare al meglio i volti nuovi". Usa quasi sempre la prima persona plurale l'ex di Foligno, Monza e Sanremese: l'allenatore è un ruolo che si inserisce in uno staff collaudato, Cevoli appare dunque come la figura perfetta per un gioco di squadra che non contempla profeti e condottieri. Anche perché il gioco di squadra si concretizza subito in una strategia condivisa per quanto riguarda le scelte di mercato: niente rose a propria immagine e somiglianza, niente undici "chiavi in mano". 

E' Oscar Magoni, confermatissimo direttore sportivo delle pantere, a spiegare come la costruzione del roster sia frutto di uno scambio reciproco di informazioni: "Quest'anno, a differenza della scorsa stagione, abbiamo voluto muoverci lungo due binari: cerchiamo giovani che hanno già giocato in Lega Pro, ma sondiamo anche le "Primavere" di alto livello. Abbiamo preferito non attingere dalla serie D perché, pur avendo preso elementi di valore, ci siamo accorti che il periodo di ambientamento nella nuova categoria non sempre collima con le nostre esigenze di classifica. Il nostro mister può già lavorare su una rosa credibile, anche se manca ancora qualcosa. Del resto, prevediamo anche qualche uscita (Santi ha rescisso, mentre Scaccabarozzi è sulla via verso Piacenza, ndr), uscite che saranno compensate con inserimenti altrettanto validi".

Curiosità ovviamente per colui che andrà a sostituire bomber Marzeglia (sceso di una categoria per le speranze dell'ambizioso Rezzato, ndr): non c'è fretta, ma l'impressione è che non si voglia sviluppare il precampionato senza un elemento-chiave come la prima punta. Novità già da questa settimana? Ad ogni modo, questa strategia suggerisce almeno due aspetti da rimarcare. Il primo: la famiglia nerazzurra ha una propria storicità. Di scelte, di errori, di intuizioni, di abbagli, di conferme. In una parola, ha esperienza. Quella che ti permette di fissare una direzione e spingere la barca secondo l'indicazione della freccia. Il secondo: il Renate 2016-17 ha conquistato i play-off, un risultato da definire come "ottimo" semplicemente perché non c'è nulla dopo l'"ottimo". E' andato tutto alla perfezione? No di certo: qualcosa, come naturale che sia, non ha imboccato il giusto verso. Alcuni si sono confermati, altri hanno sorpreso, altri ancora non hanno soddisfatto pienamente le aspettative. Eppure sembra che queste criticità non siano mai emerse, soprattutto per chi vive il mondo nerazzurro con un certo distacco. E se queste difficoltà sono state ben nascoste nei magazzini di Nibionno, questo è merito di tante persone. E' la seconda parola di questo nuovo inizio: si chiama organizzazione

FinocchioSimonettiAntezzaUngaroDi GregorioMattioliLunettaMusto: così giovani all'anagrafe, così mentalmente già maturi per la loro età. Ad ognuno una battuta, un'impressione. C'è chi non vede l'ora di misurarsi con i "grandi", c'è chi vuole emergere dopo un anno così così, c'è chi vuole trasformare quel "qualcosa di buono" in un ruolo da protagonista, futuro prossimo se non proprio presente. E' giusto così: ci sarà il tempo per sudare, il tempo per stringere i denti, il tempo per il trionfo e quello per riflettere. Oggi, prima di correre tra le colline brianzole e i monti bergamaschi (Serina è nuovamente la sede del ritiro vero e proprio, ndr), è tempo per un diritto che nessuno può violare. Tutta la vita davanti. Ragazzi, sognate pure.