Ascoli, Patti: "L’obiettivo è migliorare ogni componente del club"

Nel pieno di un avvio di stagione sorprendente, l’Ascoli si gode il suo momento d’oro: cinque vittorie consecutive, una sola lunghezza di distanza dalla vetta e un entusiasmo ritrovato dopo mesi di incertezza societaria. Ai microfoni di “A Tutta C”, su TMV Radio e Il61, il direttore sportivo Matteo Patti ha raccontato il nuovo corso bianconero tra equilibrio, ambizione e la voglia di riportare il “Del Duca” ai fasti di un tempo.
Direttore, partiamo dall’estate: l’Ascoli ha vissuto un lungo passaggio di proprietà e un profondo rinnovamento. Eppure, oggi la squadra è a un solo punto dalla vetta e reduce da cinque vittorie consecutive.
“Sì, la scorsa estate abbiamo vissuto un momento di ansia per via dei tempi lunghi del cambio di proprietà, ma abbiamo scelto di lavorare con calma, in modo ponderato e funzionale. La città ha accolto con entusiasmo la nuova proprietà e questo ci ha dato una carica enorme. Non siamo partiti per fare qualcosa di eccezionale, ma ci piace sognare. Ora ci troviamo in una bella condizione, ma restiamo con i piedi per terra: il nostro obiettivo resta quello di restituire dignità a una piazza che ha vissuto anni difficili dopo la retrocessione e la scorsa stagione poco brillante.”
Il presidente Bernardino Passeri si sta facendo conoscere come una figura carismatica e innovativa. Che tipo di presidente è?
“Il presidente Passeri è un innovatore, un genio capace di vedere oltre. Anche nelle difficoltà trova sempre qualcosa di positivo e trasmette entusiasmo a tutti. Personalmente ho tratto grande giovamento dal suo approccio: è una persona che vuole fare le cose al meglio, o preferisce non farle affatto. È un trascinatore, affiancato dal figlio Andrea, che con la struttura di Straits Sport coordina la parte tecnica e organizzativa.”
Quanto è stato importante riallacciare il legame con la piazza di Ascoli, che vive di calcio come poche altre in Serie C?
“Ritrovare il legame con la città era fondamentale, non solo importante. Ascoli è una realtà unica: con 45.000 abitanti porta 10.000 persone allo stadio, un dato superiore a molte piazze di Serie A. Non si può prescindere dal rapporto con la tifoseria, perché averla contro sarebbe un danno enorme. Oggi abbiamo ricucito quel legame e si percepisce nell’entusiasmo quotidiano.”
Passiamo al campo. Mister Tomei sta sorprendendo tutti: perché la scelta è caduta su di lui?
“Dopo molte analisi abbiamo individuato in Tomei l’uomo giusto per il nostro progetto: un calcio propositivo, logico, capace di andare oltre il risultato. È molto esigente con sé stesso e con la squadra, ma allo stesso tempo riesce a coinvolgere tutti. Pretende tanto perché dà tanto, e questo rispecchia pienamente la filosofia dell’Ascoli.”
In vetta ci siete voi, Arezzo e Ravenna. Pensa che queste tre squadre possano giocarsi la promozione fino alla fine?
“Non voglio parlare per scaramanzia, ma siamo concentrati solo su noi stessi. L’obiettivo è migliorare ogni componente del club, da quella organizzativa al campo. Il campionato è lungo e competitivo, e ci sono altre piazze importanti. Tutto può succedere.”
Quest’anno è arrivata la tecnologia arbitrale anche in Serie C, con il VAR a chiamata. Che impressione ha avuto?
“Preferisco esprimermi solo su ciò che conosco bene. Credo ci sia ancora poca chiarezza nei regolamenti e un po’ di ambiguità nelle decisioni. Uno strumento tecnologico deve funzionare come una macchina, garantendo uniformità di giudizio. È una fase sperimentale, quindi è normale che ci siano errori: serviranno per migliorare. Per ora è presto per dare un giudizio definitivo.”
Domenica affronterete il Pontedera al Del Duca. È il classico match da non sottovalutare.
“Proprio così. Le partite apparentemente più semplici sono le più insidiose. Dobbiamo restare concentrati su noi stessi, mantenere alta la soglia d’attenzione e affrontare ogni gara con lo stesso spirito. Solo così non avremo rimpianti.”
Uno dei protagonisti di questo inizio di stagione è il 2004 Simone D’Uffizi, autore di quattro gol in otto gare.
“Simone è con noi da due anni, ma aveva vissuto momenti difficili. Quest’estate abbiamo deciso insieme che questa doveva essere la stagione della svolta. Gli abbiamo dato fiducia e lui sta ripagando. È solo l’inizio di un percorso, ma ha talento e va protetto. È un ragazzo serio, e crediamo molto nel suo potenziale.”
Infine, una parola su Gabriele Gori, attaccante di esperienza arrivato dalla Fiorentina.
“Volevamo costruire una squadra funzionale al progetto tecnico e all’ambiente Ascoli. Gori risponde perfettamente a queste caratteristiche: è giovane, di talento, e aveva solo bisogno di ritrovare fiducia. Se non ha espresso tutto il suo potenziale finora è perché poteva ambire a categorie superiori. Ora sta ritrovando continuità e convinzione, ma serve restare concentrati e continuare a lavorare.”
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