Rimini, Colella: "Andare avanti sarebbe eticamente sbagliato"

08.04.2020 20:50 di  Valeria Debbia  Twitter:    vedi letture
Giovanni Colella
TMW/TuttoC.com
Giovanni Colella
© foto di Stefano Sartore

Nonostante qualche segnale positivo, la situazione è ancora lontana dal poter lasciare intravedere spiragli di normalità. In questo contesto, come affermato dalla maggioranza dei club di Serie C, riprendere a giocare non avrebbe senso. Da qui parte l'analisi di Giovanni Colella, tecnico del Rimini, in una nota ufficiale: “La normalità non esiste più e non potrà esistere nemmeno dovessimo riprendere. Il campionato non sarà mai più quello di prima, un po’ per la situazione che si protrarrà e un po’ per tutto quello che verrà richiesto in caso si dovesse tornare in campo. Essendo il calcio italiano governato da un sistema economico piuttosto forte, immagino si farà di tutto per riprendere e se ci chiederanno di tornare a giocare sarà nostro dovere farlo. Personalmente, però, ritengo che andare avanti sarebbe sbagliato.

Con tutto quello che è successo e con tutto quello che potrà succedere, anche per una questione etica. Infermieri e medici in tante realtà operano in condizioni precarie e noi facciamo tamponi per giocare una partita di calcio? E se dopo la ripresa dovesse esserci un positivo, tenuto conto che si dovrebbe giocare ogni tre giorni e che ogni evento coinvolgerebbe dalle 50 alle 80 persone giocando senza pubblico? E in campo, dato che il calcio è uno sport di contatto, i ragazzi andrebbero con le mascherine? Mi spiace perché è il mio lavoro e mi manca moltissimo, ma in questo momento io la soluzione proprio non la vedo. Questo, al contrario, sarebbe il momento per sedersi e discutere di riforme e di come ripartire al meglio il prossimo anno”. Nel caso effettivamente non tornasse in campo, rimarrebbe il rammarico per non avere potuto completare l’opera: “Sicuramente sì perché sono convinto che con tutte le operazioni fatte dalla società a gennaio abbiamo allestito una squadra che avrebbe centrato l’obiettivo, una rosa che se avesse avuta la possibilità di partire dall’inizio avrebbe potuto giocare per ben altri traguardi. L’impossibilità di metterla in campo e l’impossibilità di non raccogliere i frutti del lavoro pesano, però in questo contesto è una situazione che passa in secondo piano. Eticamente ora non è corretto parlare di calcio. Quando poi avremo la possibilità di tornare in campo cercheremo di dimostrare la bontà del nostro lavoro”.