Focus TC

Il miglior allenatore del Girone C: Antonio Buscè, la fiamma del Cosenza

Il miglior allenatore del Girone C: Antonio Buscè, la fiamma del Cosenza
Oggi alle 22:00Girone C
di Laerte Salvini

Chissà cosa avrà pensato Antonio Buscè guardando indietro a questo 2025. Un anno che si era aperto da underdog vincente, con la Coppa Italia alzata alla guida del Rimini, progetto che aveva plasmato e reso una delle rivelazioni della scorsa stagione, prima di osservarne da lontano il rapido dissolversi. Poi Cosenza. Una sfida diversa, più profonda.

Quando Buscè arriva, il Cosenza è reduce da un’estate complicata: preparazione iniziata in ritardo, ambiente spaccato, aspettative ridimensionate e il rischio concreto di un campionato interlocutorio. In pochi, allora, credevano davvero nella possibilità di ricostruire subito. Lui sì. E non a parole.

Alla metà della stagione 2025/26 il Cosenza è quarto nel Girone C di Serie C, con 36 punti in 19 partite, a sole cinque lunghezze dalla vetta condivisa da Benevento e Catania (41) e alle spalle della Salernitana (38). Una classifica che racconta molto più di una semplice buona annata: racconta continuità, identità e una crescita costante, certificata anche da un +15 di differenza reti, quarto miglior dato del girone.

Il salto di qualità passa dal gioco. Il Cosenza di Buscè è una delle squadre più riconoscibili della categoria: aggressiva, capace di palleggiare, di costruire con ordine e di tenere il campo anche contro avversari più attrezzati. Un calcio che non rinuncia al coraggio, ma che sa essere equilibrato. E che soprattutto valorizza.

I numeri dei singoli aiutano a leggere il progetto. In mezzo al campo, Aldo Florenzi è diventato un perno assoluto: 19 presenze su 19, 3 gol, 1.445 minuti, responsabilità tecniche e caratteriali cresciute settimana dopo settimana. Accanto a lui, Christian Kouan garantisce intensità e presenza (5 gol), mentre l’equilibrio è assicurato da Langella e Dametto, sempre dentro le partite.

Davanti, il peso offensivo è distribuito ma incisivo. Simone Mazzocchi sta facendo la voce grossa: 6 gol in 17 presenze, riferimento centrale del sistema offensivo. Alle sue spalle, la qualità di Luca Garritano (3 gol, 17 presenze) ha ritrovato continuità e centralità, mentre Manuel Ricciardi, sulla corsia destra, è uno dei simboli della valorizzazione: 16 presenze, 7 assist, oltre 1.100 minuti giocati, spinta costante e maturità tattica.

Il dato forse più significativo, però, non è solo statistico. È la capacità di esserci sempre, anche nelle difficoltà. Nessun alibi, nessuna ricerca di scorciatoie. Buscè ha lavorato sulle risorse disponibili, ha responsabilizzato i senatori e dato spazio ai giovani, ricucendo un filo che negli ultimi anni si era spezzato. Il Cosenza, oggi, è di nuovo riconoscibile. È cuore, ha un'identità, ma sopattutto ha la volontà di crederci. La classifica dice che la Serie B non è un’utopia, ma una possibilità concreta. E il merito è di una guida che non si è mai pianta addosso, che ha scelto il campo come unica risposta.

Benvenuti nel magico 2025 di Antonio Buscè.