Potenza, Di Bari: "Non carico i ragazzi di responsabilità: dobbiamo liberarli mentalmente"
Giuseppe Di Bari, nuovo direttore sportivo del Potenza, è intervenuto nel corso di 'A Tutta C', trasmissione in onda su TMW Radio e Il61.
Direttore, il Potenza sta costruendo il suo percorso in un girone meridionale di assoluto valore – Catania, Salernitana, Benevento – ma ogni anno emergono nuove protagoniste. A inizio stagione il Potenza sembrava poter recitare questo ruolo. C’è ancora tempo, nulla è compromesso. Quali sono le priorità che ti senti di indicare?
"Innanzitutto sono contento e onorato di essere arrivato in una piazza importante, soprattutto in una società seria. Ho conosciuto la famiglia Macchia: persone che mi hanno fatto un’ottima impressione. Il Potenza è una bella realtà: l’anno scorso ha fatto un buon campionato e da quando è subentrata la proprietà è sempre cresciuto. È vero, in passato ci sono stati cambi di allenatore, ma negli ultimi anni si vede un crescendo e una voglia di fare qualcosa di interessante.
Entrare in corsa, sostituendo un collega, non è mai facile – è capitato anche a me – ma cerco di capire cosa serve. L’allenatore (De Giorgio, ndr) mi piace, propone un buon calcio. A livello numerico, però, mancano i gol: l’anno scorso c’erano Caturano, Pezzella, Schimmenti; quest’anno, su 17 reti, sono arrivate da centrocampisti, difensori e qualche attaccante, ma niente di rilevante. Bisogna lavorare su questo, trasmettere esperienza, supportare l’allenatore con le mie competenze mentali, tecniche e costruttive, senza mai scavalcarlo ma collaborando".
Per certificare la tua esperienza: con te ha lavorato Roberto De Zerbi a Foggia. Hai fiuto per gli allenatori...
"Grazie. Cerco sempre di investire su elementi giovani con fame e voglia di dimostrare, che mi trasmettono qualcosa. È successo con De Zerbi, poi con Stroppa. La sinergia tra direttore e allenatore è fondamentale".
Il girone C è complicatissimo, nessuna squadra sembra essere fragile. È difficile indicare chi vince o chi retrocede. La tua valutazione?
"Un girone sicuramente tosto. Quest’anno ci sono 3-4 squadre che si giocano qualcosa di importante: Catania, Benevento e Trapani – che con la rimozione della penalizzazione è a 25 punti. Poi c’è il Cosenza: tutti parlano di difficoltà, ma ha conservato 8/11 della rosa dell’anno scorso. Complimenti a Buscè per il lavoro. Ci sono sorprese possibili: Monopoli, Casertana, Casarano con l’entusiasmo della promozione, Crotone – la mia ex squadra – che ha abbassato il budget ma può dar fastidio, come dimostrato dal punto a Salerno.
Il Potenza deve fare il meglio possibile, dar fastidio e puntare ai playoff. Ma oggi non carico i ragazzi di responsabilità: dobbiamo liberarli mentalmente, vivere partita per partita. A gennaio valuteremo aggiustamenti, con umiltà. È una squadra propositiva, si allinea al mio pensiero".
Lle seconde squadre. In questo turno non giocano Inter, Juventus, Atalanta per gli impegni delle Nazionali giovanili. Tema divisivo tra i tifosi. Valutazione da dirigente e uomo di calcio.
"Da direttore di una grande squadra – ho lavorato in Portogallo – le seconde squadre sono fondamentali per la crescita dei ragazzi. Preferisco farli giocare in Under 23 piuttosto che mandarli altrove. In Portogallo c’è Primavera, Under 23, Sub 23 e prima squadra: è un percorso graduale. In Serie C portano qualità tecnica.
Da direttore di Serie C, invece, possono dar fastidio: non hanno obiettivi, giocano rilassate, si basano solo sulla crescita dei ragazzi, possono in qualche modo 'falsare' i risultati. Ma va bene così".
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