IL CALCIO AL TEMPO DEL COVID-19. TIFOSI, DIRIGENTI, CALCIATORI E GIORNALISTI: QUATTRO ESEMPI DI STUPIDITÀ IMPOSSIBILI DA TOLLERARE

13.03.2020 00:00 di Luca Bargellini Twitter:    vedi letture
IL CALCIO AL TEMPO DEL COVID-19. TIFOSI, DIRIGENTI, CALCIATORI E GIORNALISTI: QUATTRO ESEMPI DI STUPIDITÀ IMPOSSIBILI DA TOLLERARE

Sarà l’età. O la reclusione (giustificata) causa COVID-19. Fatto sta che nelle ultime ore la mia parte intollerante ha preso il sopravvento. Questo perché la terribile epidemia che sta mettendo in ginocchio l’Italia intera non è stata in grado di mettere solo in luce gli aspetti più belli della nostra società, come la sua capacità di aggregarsi, di lottare contro un nemico comune (anche se con un po’ di ritardo rispetto al necessario) e di non mollare, ma anche quelli più brutti. In particolare la stupidità.

Tipo quella messa in mostra dai tifosi del PSG che, incuranti del perché la gara di Champions League dei loro beniamini fosse a porte chiuse, hanno pensato bene di aggregarsi fuori dal Parco dei Principi a migliaia per festeggiare il passaggio del turno. Oppure quella di quel luminare di Diego Costa, attaccante dell’Atletico Madrid e della nazionale spagnola, che per fare il “simpatico” dopo l’eliminazione rifilata al Liverpool ha pensato bene di far finta di tossire addosso ai cronisti presenti nella mix zone di Anfield. Oppure ancora ecco Rudy Gobert, stella francese della NBA (scusatemi la digressione), che, prima, ha perculato chi parlava del Coronavirus toccando tutti i microfoni della sala stampa e, poi, ha fatto la figura del “pirla” come primo positivo dello sport professionistico a stelle e strisce. Senza dimenticare quel luminare di Aleksander Ceferin, presidente della UEFA, che in piena emergenza ha deciso di mantenere attive le coppe europee per almeno un'altra settimana in barba alla nota dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) che ha dichiarato lo stato di pandemia a livello globale.



Infine, in questa piccola antologia della stupidità ci inserisco anche una parte della mia categoria. Quella parte che facendo finta di nulla, smercia notizie di calciomercato come se nulla fosse, sfruttando la voglia di pallone e di normalità degli appassionati. Non tanto perché non vi siano basi certe per le suddette notizie, bensì perché fanno volutamente finta che quanto stiamo vivendo non abbia già stravolto tutti i piani delle varie società. Perché senza sapere se un campionato finirà in un modo anziché in un altro com’è possibile pensare a strategie di mercato per il prossimo anno? Faccio un esempio: se decidessero di congelare la stagione, mantenendo inalterati gli attuali organici delle varie leghe, è possibile pensare che il Monza, confermato in Serie C, porti a termine il medesimo calciomercato ipotizzato in caso di promozione in Serie B? Evidentemente no, ma chi parla di mercato oggi fa finta di non saperlo e così spara chiacchiere a caso per inondare la rete di omelie infinite su operazioni che potrebbero essere già morte.

“A volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprir bocca e togliere ogni dubbio” scriveva Oscar Wilde qualche secolo fa. Aggiungo io una postilla legata al tema. Se proprio si ha voglia di scrivere perché non farlo raccontando la storia della Pianese che dopo essere finita al centro dell’attenzione come la prima squadra professionistica vittima del Coronavirus ha attuato un percorso di risanamento in silenzio, con professionalità e senza attirare clamori? Dopo i giorni della “caccia all’uomo” su chi fosse il “calciatore zero” del club (anche qui ci sarebbe sa aprire un capitolo intero sulla categoria dei giornalisti) in Toscana hanno pensato sol a ripartire da zero. Per il bene delle persone e dello stesso club. Di fronte a comportamenti del genere anche la mia intolleranza si placa e il cielo si rasserena.

Il COVID-19 passerà. Sulla stupidità, però, ho qualche dubbio in più.