Le manovre sulle prossime elezioni e il rischio di un incidente istituzionale. Se in Lega Pro decide la FIGC…

23.01.2023 00:00 di  Ivan Cardia  Twitter:    vedi letture
Le manovre sulle prossime elezioni e il rischio di un incidente istituzionale. Se in Lega Pro decide la FIGC…
TMW/TuttoC.com

Alla fine, le elezioni federali entrano nel vivo e si inizia a manovrare per davvero, aspettando che sul palco irrompano tutti i protagonisti. Prima premessa: ho ovviamente grandissima ammirazione per una persona e un professionista come Matteo Marani, che a un "giovane" come il sottoscritto può soltanto insegnare. Seconda premessa: ho tanta stima del presidente Gravina, e anche in questo caso è quantomeno dovuta. Penso che abbia fatto ottime cose, allo stesso tempo credo che da presidente di un movimento che ha clamorosamente fallito l'accesso ai mondiali avrebbe potuto rimettere il suo mandato come segnale, ma anche che tante volte lotti contro i mulini a vento. Detto questo, penso anche che, se fossero confermate le indiscrezioni circolate negli ultimi giorni, la manovra del numero uno della FIGC (per chi non avesse seguito, autorevoli colleghi hanno ipotizzato questo scenario) sulle prossime elezioni in Lega Pro rasenterebbe i confini dell’incidente istituzionale.

Intendiamoci: che il presidente federale abbia una qualche voce in capitolo e faccia uso della sua moral suasion - come del resto già accaduto di recente, in occasione della bocciatura del format proposto dal presidente Ghirelli - è comprensibile, persino nella natura delle cose. Non condivido, per esempio, quanto detto sui social dall'attuale vicepresidente vicario Marcel Vulpis, a oggi l’unico candidato uscito allo scoperto, quando ipotizza problemi di regolarità delle prossime elezioni. Accordi e pressioni esistono da sempre, se diventano di pubblico dominio non cambia poi molto e non ne farei una questione formale. Certo, se a portarli avanti fosse davvero il presidente federale non sarebbe proprio il massimo.

Quanto alla candidatura in sé, decideranno i club e in un processo democratico qualsiasi esito è da consentirsi non solo lecito ma soprattutto positivo. Da un punto di vista generale, c’è da considerare il momento che vive la federazione: più che con la FIGC, alla Lega Pro converrebbe semmai trovare una sintonia col massimo campionato. Possiamo girarci intorno quanto vogliamo, ma senza quei venti presidenti lì nessuna riforma ha speranze di futuro. Sul nome di Marani, se sarà confermato: ho scritto di Vulpis che avere un “uomo nuovo” potrebbe essere una buona cosa e resto dello stesso avviso anche per un altro candidato con le stesse prerogative. Discorso un po' diverso se il nome "federale" fosse quello dell'ex ministro Luca Lotti: la candidatura sarebbe autorevole, questo è sicuro, ma la provenienza dal mondo della politica lascerebbe più di un dubbio. Semmai, in qualsiasi caso ci sarebbe da chiedersi quanto, nelle speranze di vittoria, inciderebbero nome e carriera, in tutti i casi di altissimo livello, e quanto il “cappello” federale. In altri termini: se Tizio vince perché ha un programma e convince i club, va tutto bene. Se vince perché la sua candidatura è calata dall'altro, molto meno. Non sarebbe un bel segnale di autonomia. In seconda battuta, e non è un aspetto irrilevante specie per le altre emittenti, nel caso specifico di Marani qualcuno potrebbe sollevare il tema del potenziale conflitto d’interessi di un presidente legato a uno dei broadcaster del campionato. Ai club - e a chi si candiderà - l’ardua sentenza.