INTERVISTA TC - Calil: "Aspetto la Paganese ma non escludo altre opportunità"

29.07.2020 17:30 di Luca Esposito Twitter:    vedi letture
INTERVISTA TC - Calil: "Aspetto la Paganese ma non escludo altre opportunità"
© foto di Giuseppe Scialla

Professionista esemplare, umile, sempre pronto a dare una mano ai compagni accantonando ogni personalismo. In carriera ha fatto benissimo praticamente ovunque, trascinando il primo Crotone dei miracoli e la Salernitana del suo mentore Leonardo Menichini. Poi il trasferimento al Catania, accompagnato dal disappunto della curva dell’Arechi che, ancora oggi, lo rimpiange e lo porta nel cuore. A Pagani, pur tormentato da qualche problema fisico, si è ritagliato il suo spazio e ora si allena allo stadio Novi di Angri (SA) con i senza contratto dell’Equpe Campania,del responsabile Antonio Trovato. in attesa di una chiamata. Caetano Calil non vede l’ora di ripartire dopo la lunga pausa, ecco quanto ha dichiarato in esclusiva ai microfoni di TuttoC: 

Come mai ha deciso di allenarsi con questo gruppo? 

“Ero in zona, dopo una lunga pausa avevo bisogno di ritrovare il campo. Durante questo periodo mi sono limitato a corsa, palestra e allenamenti individuali ma il calcio è un’altra cosa. Ho saputo che c’era questa possibilità e ho chiamato subito i responsabili prendendo al volo questa opportunità. Respirare un clima di normalità un toccasana per ogni atleta, lo spogliatoio mi era mancato e non vedo l’ora di ripartire”. 

Come valuta la sua esperienza a Pagani e c’è rammarico per la mancata qualificazione ai playoff? 

“Partiamo dalla mia esperienza personale. Purtroppo non sono mai stato al 100% a causa di un infortunio al polpaccio patito due settimane dopo l’arrivo a Pagani. Tuttavia ricordo volentieri alcune rimonte nate anche dal mio contributo. Tutto sommato ho disputato un buon numero di partite e non posso lamentarmi, aggiungo che il terreno di gioco del Torre è molto duro e non agevola calciatori tecnici o reduci da problemi muscolari. Quanto alla squadra, nella prima parte di campionato siamo stati molto bravi e abbiamo dato filo da torcere a chiunque. Dopo gennaio sembra quasi che ci siamo accontentati perché la salvezza era virtualmente in cassaforte. Inconsciamente può capitare di staccare la spina, ma sono convinto che, con un pizzico di convinzione e continuità in più, potevamo essere una mina vagante”. 

Quale sarà il suo futuro? 

“Purtroppo il lockdown non mi ha consentito di parlare con nessuno della società, non ci siamo nemmeno salutati. Aspetto una loro chiamata, vorrei capire quale sia l’orientamento del presidente e della dirigenza nei miei riguardi.  Ad ogni modo mi tengo pronto per cogliere al volo eventuali opportunità, a patto che alla base ci sia serietà. Ora sto bene, mi sto allenando duramente e la pausa forzata mi ha permesso di accantonare definitivamente gli infortuni anche grazie al preparatore. Sono pronto, vedremo cosa mi riserverà il destino”. 

 Vuole rivolgere un augurio alla Salernitana che venerdì si gioca tutto contro lo Spezia per approdare ai playoff? 

“Volentieri! Amo quella squadra, ho vissuto delle emozioni incredibili e se penso alla curva mi vengono i brividi. Verrà a mancare la componente più importante, l’Arechi pieno è il dodicesimo uomo e un’arma in più che complica la vita degli avversari. Quando abbiamo vinto il campionato di C c’è stata una festa continua, immaginiamo quanto entusiasmo ci sarebbe a Salerno con la promozione in serie A dopo quattro anni piuttosto sofferti. Voglio fare i complimenti al mio amico Djuric: ha trasformato i fischi in applausi, fare tanti gol in una piazza esigente denota personalità e carattere”.