INTERVISTA TC - Ciccone: "Delusione Avellino. Ai playoff attenti a Baldini"

27.04.2022 11:00 di  Valeria Debbia  Twitter:    vedi letture
Michele Ciccone
Michele Ciccone
© foto di TC

Verdetti decisi e playoff, così come playout, alle porte: per una analisi di quanto accaduto in terza serie è intervenuto ai microfoni di TuttoC.com il direttore sportivo Michele Ciccone, il quale vanta un curriculum di tutto rispetto avendo lavorato nell'area tecnica di Bari e Vicenza (in Serie B), Genoa (in Serie A), ma anche con Campobasso (dove colse una salvezza insperata prima della scomparsa della società molisana che proprio nelle scorse giornate ha festeggiato la sua riconferma tra i professionisti) e Carrarese (con la conquista dei playoff per la B nel 2017-18 e l'eliminazione solo da parte del Pisa, poi promosso, ma valorizzando dei giovani forti provenienti dalla Primavera). Tra le varie plusvalenze accreditabili all'esperto dirigente ci sono - tra le altre - quelle legate a giocatori del calibro di Mandragora, Izzo, Acerbi, Criscito e Fedato.

Direttore, partiamo dalla lotta in vetta al Girone A: alla fine si è risolta in favore del Südtirol. Ed ora come si presenterà ai playoff il Padova?
"Il Südtirol si è meritato la promozione ottenuta grazie ad un ottimo lavoro. Mi permetto una battuta: è stato bravo il ds Bravo (ride, ndr). Di certo il Padova mi ha lasciato interdetto: è stato allenato da due buoni tecnici e alle spalle ha avuto due ottimi ds come Sogliano e Mirabelli eppure non sono riusciti a salire in prima battuta. Aspettavano un passo falso del Südtirol che non c'è stato: io penso che ora avranno il dente avvelenato e affronteranno i playoff con grinta e determinazione. Meriterebbero anche loro la B".

Uno sguardo a zona salvezza e zona playout sempre del raggruppamento settentrionale?
"Il Mantova si è salvato per il rotto della cuffia, mentre invece mi permetto di parlare della Pergolettese: sono rimasto stupito del loro percorso, dal lottare per la salvezza si sono ritrovati addirittura nei playoff. Per quanto riguarda i playout non posso che dire che si tratta come sempre di terni al lotto".

E i playoff? 
"La Triestina è una piazza blasonata che però non riesce negli ultimi anni a fare questo salto. Ha fatto bene il Lecco ed anche il Piacenza di un bravo allenatore come Scazzola ha fatto bene. La Pro Patria? Ha una situazione societaria molto difficile, Patrizia Testa sta cercando in tutti i modi di trovare una soluzione. Ma il problema è sempre lo stesso: c'è troppa gente che vuole a tutti i costi fare calcio, volendo entrare in un mondo che non le compete. Ci si sta affidando troppo a dei personaggi esteri che non si capisce bene cosa vengano a fare in Italia.
Mi permetto di collegarmi al discorso societario evidenziando dei paradossi: nel Girone B c'è un imprenditore molto serio come De Sarlo dell'Imolese che si trova a dover disputare i playout. Mentre nel Girone C un altro grande imprenditore come Caffo della Vibonese ha vissuto addirittura la retrocessione nei Dilettanti. Eppure le competenze le hanno, oltre che la serietà di onorare tutti i pagamenti".

Passando al Girone B: come accaduto nel Girone A, anche qui la lotta si è risolta all'ultima giornata e ha visto il Modena prevalere sulla Reggiana.
"Il Modena ha fatto un percorso straordinario, grazie all'ottimo lavoro del ds Vaira. La Reggiana ha avuto qualche incidente di percorso e l'ha pagato caro. Nei playoff dico che buona parte delle squadre qui qualificate se la giocheranno, ma sarà comunque sempre una lotteria".



Guardando ai playout del raggruppamento centrale? Ha già accennato all'Imolese, che - tra le altre cose - conoscerà solo il 29 aprile l'esito del ricorso al Collegio di Garanzia che potrebbe stravolgere la griglia...
"Potrebbe cambiare la situazione perché se venissero restituiti i due punti potrebbero affrontare la Pistoiese con il vantaggio di avere due risultati su tre per il miglior piazzamento. E così la Viterbese dovrebbe vedersela con la Fermana, che verrebbe scavalcata proprio dai romagnoli. Non nascondo che mi dispiacerebbe molto la retrocessione dell'Imolese, anche se è evidente che qualcosa non è andato per il verso giusto: all'inizio la squadra aveva iniziato un buon percorso, poi c'è stato un tracollo inaspettato, soprattutto perché ripeto che alle spalle c'è un presidente solido, sarei felice si salvasse proprio per lui, perché gli va dato merito per la sua serietà. La Fermana, purtroppo, sta pagando il lavoro non buono fatto a livello dirigenziale che ha portato a questo posizionamento traballante".

Ed il Girone C...?
"Si sapeva che il Bari avrebbe fatto un campionato a parte. Ma per le squadre che avevano costruito credo che le delusioni siano state Catanzaro ed Avellino. Con Braglia e una bandiera come Di Somma i lupi credo che si sarebbero ritrovati nella stessa posizione in cui si trovano ora con la coppia Gautieri-De Vito. Credo sia cambiato pochissimo, anzi sono pure scivolati al quarto posto, in favore del Palermo. Proprio per questo non capisco la decisione di D'Agostino: ne sono rimasto molto deluso. Senza dimenticare che Braglia - lo dice la storia - ha conquistato cinque promozioni: è giusto dare a Cesare quello che è di Cesare".

Ai playoff?
"Dico che bisogna stare molto attenti al Palermo perché conosco bene Baldini e so come lavora e come interpreta le gare: Baldini non c'entra nulla con la C. Il Monopoli si è confermato, così come il Picerno e mi fa molto piacere per il dg Greco che ha lavorato bene. Il Foggia? E' una squadra di Zeman, quindi sappiamo che sono squadre un po' pazze. Il Monterosi di Lucchesi è stata una piacevole sorpresa".

In zona salvezza?
"Vorrei nominare quanto fatto dal mio ex Campobasso, che ha fatto un cammino strepitoso: un grazie a mister Cudini e ai giocatori, che per l'85% erano conferme della Serie D. Sono riusciti in un girone di ferro come quello meridionale, con avversari di blasone; hanno fatto un grosso lavoro e ottenuto una salvezza meritata. Complimenti anche al Messina: dopo aver cambiato a gennaio, con una campagna acquisti consona alle loro esigenze, si sono salvati dopo una partenza ad handicap. Quando si sono calmate le acque hanno raggiunto la giusta salvezza. Mi resta, infine, di difficile comprensione quanto occorso, invece, a Taranto con l'addio a Montervino, un dirigente preparato: con un budget ridotto è riuscito a costruire una squadra giovane che si è salvata".

Chiudiamo coi playout.
"Mi dispiace dirlo perché Trapani è un amico, ma non si possono fare tutti gli anni dei miracoli. Mi riferisco agli errori fatti in casa Paganese: probabilmente avrebbero dovuto cambiare molto prima. Ma anche Grassadonia - insieme a D'Eboli - non ha portato i frutti sperati. Ed ora sul campo difficile della Fidelis Andria non sarà per niente semplice".

E per lei direttore che futuro si prospetta?
"Sembra si stia muovendo qualcosa di positivo, in settimana avrò un paio di appuntamenti importanti. Vedremo".