INTERVISTA TC - Ds Pro Patria: "Mercoledì dobbiamo giocare. O no?"

09.03.2020 16:50 di  Sebastian Donzella  Twitter:    vedi letture
INTERVISTA TC - Ds Pro Patria: "Mercoledì dobbiamo giocare. O no?"
TMW/TuttoC.com
© foto di Luca Marchesini/TuttoLegaPro.com

Il calcio italiano domani, con grandissima probabilità, si fermerà. Giusto il tempo di disputare questa sera le ultime gare di Serie A e B, oltre alla supersfida Bari-Catanzaro. Peccato, però, che mercoledì siano in programma alcuni recuperi nei Gironi A e B di Serie C nelle zone rosse. Compreso Lecco-Pro Patria. TuttoC.com ha intervistato in esclusiva il direttore sportivo dei bustocchi, Sandro Turotti.

Mercoledì dovreste andare a Lecco. Un derby lombardo in una Lombardia bloccata.
"Allo stato attuale dobbiamo andare a Lecco. Oggi è stata pubblicata anche la designazione arbitrale. Restiamo in attesa di comunicazioni che probabilmente arriveranno domani dopo la riunione della FIGC. Ma ci sono troppe incongruenze: tutti dicono che il calcio da domani si fermerà ma noi in maniera ufficiale al momento dobbiamo giocare. E, di conseguenza, oggi ci siam dovuti allenare".

Lei stesso è di Biella, non nella zona rossa.
"Ma sono e resto a Busto Arsizio perché il mio lavoro è qua. Sono anche uno dei responsabili del club, non posso mica andarmene. E poi, ripeto, il calendario ci dice che dopodomani alle ore 15 saremo di scena a Lecco. Nel frattempo è ovvio che sono preoccupato, come tutti coloro che abitano in Lombardia. Ma i ragazzi, con grande abnegazione, si sono allenati, lavorando come tanti altri lavoratori in un momento così delicato".

E quindi cosa si fa? 
"Non lo so e non spetta a me dirlo. Non ho mai sentito così tanti esperti di virus tra chi si occupa di pallone. Parlano tutti, tutti sanno cosa fare e come farlo. Ma non parlo della Serie C, parlo di tutti coloro che gravitano nel settore sportivo. Io dico solo che bisogna avere rispetto per la salute prima di qualsiasi cosa. Poi non do giudizi né faccio considerazioni visto che non ho studiato medicina. Al massimo posso fare due chiacchiere al bar. Anzi no, nemmeno al bar posso farle per ora.
Se mi chiedete di pallone allora dico che a livello calcistico c'è poco decisionismo: nel giro di poche ore ti dicono che puoi giocare, poi che non devi giocare, poi che puoi scendere in campo. E poi si parla di sciopero che però non è sciopero. E soprattutto: ci si allena o no? Un atleta se non si allena non può giocare, questo dev'essere chiaro. Quindi inutile programmare partite se poi non puoi prepararle. Qui però il problema non è spostare una partita o meno ma che tre settimane, sentendo le notizie che arrivano dagli esperti in materia di sanità, probabilmente non basteranno. Bisogna decidere, tutti insieme, per attuare un intervento forte. Anche riducendo le partite, perché non credo ci sarà il tempo per poter disputare i playoff allargati. Bisogna studiare bene e trovare una soluzione comune e condivisa. Tutti dobbiamo rinunciare a qualcosa per salvaguardare la salute di tutti".

Chiudiamo con un sorriso: il rinnovo con la Pro Patria.
"Questo è il mio quarto anno. Abbiamo iniziato da zero, forse da sottozero. Oltre a un rapporto di stima subentra anche un fatto di appartenenza: la senti un po' tua questa società. Questo ha influito molto, insieme al rispetto che la proprietà ha avuto e ha nei miei confronti. Quando mi è stato chiesto di continuare non ci abbiamo messo tanto a trovare l'accordo il rinnovo. E non posso che esserne molto contento".